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Un piano per la Marmolada

La proposta di Mountain Wilderness per il rilancio della Regina delle Dolomiti: “Superare gli impianti recuperando la storia e l’identità del luogo”.
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Foto: Othmar Seehauser

La proposta è la stessa di venticinque anni fa, quando il 28 agosto 1998, Mountain Wilderness Italia inviava agli amministratori della regione una serie di richieste e obiettivi per rilanciare la Marmolada già allora, dice l’organizzazione, in preda l’abbandono, la trascuratezza, il disordine diffuso, con rifiuti sparsi fino al ghiacciaio, Punta Rocca trasformata in una piazzola per elicotteri (solo nel 2012, un accordo privatistico fra la società Funivie Marmolada-Tofane Spa e Mountain Wilderness, ha messo fine all’attività di eliski ed eliturismo).  Una montagna ricca di storia ma dimenticata dalle istituzioni, allora impegnate a dar vita a progetti poco sostenibili, tra cemento, piloni e innevamento artificiale. 

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Le cime della Marmolada: Una montagna ricca di storia ma dimenticata dalle istituzioni (Foto: Othmar Seehauser)

 


L’associazione ambientalista ha recentemente elaborato un documento in cui chiede l’istituzione di un tavolo di lavoro interregionale che discuta del rilancio della Marmolada, con al centro i principi della conservazione, del recupero paesaggistico, quindi alla demolizione di tutti i ruderi in cemento presenti, alla pulizia di quanto rimane del ghiacciaio, alla biodiversità naturalistica, identitaria, culturale presente in tutto il gruppo, alla riqualificazione degli edifici, alla ridefinizione delle aree di sosta semplificando l’attuale devastante disordine paesaggistico.

In questi anni, ricorda Mountain Wilderness “ognuno ha cercato di coltivare il proprio orticello”, L’accordo di programma interregionale è fallito, imponendo la ricostruzione del terzo tronco della funivia. Il paese di Rocca Pietore è stato travolto dal continuo spopolamento, assieme al succedersi di continue alluvioni e eventi climatici estremi, come la tempesta Vaia. Dal Veneto si invoca un (improbabile) collegamento funiviario fra Arabba e l’area sciabile della Marmolada, mentre in Provincia di Trento si continua a promettere e progettare nuovi collegamenti scellerati: fa discutere il progetto sostenuto dalla Provincia su una nuova funivia Alba-passo Fedaja-Pian dei Fiacchi, o ipotesi ancora peggiore, Punta Rocca.

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 La tragedia sulla Marmolada del 5 luglio 2022 dovrebbe spingere a invertire la rotta: "Si auspica che simili idee siano state definitivamente accantonate​​​​​​"

 

 

“Quanto accaduto successivamente dimostra la follia di questi progetti, vedasi le conseguenze della tragedia del 3 luglio 2022 e prima ancora i danni provocati dalla valanga del dicembre 2020. Si auspica che simili idee siano state definitivamente accantonate – sostiene l’associazione che rilancia nuovamente i punti richiamati nel 1998 –. È necessario leggere e proporre il rilancio della Marmolada con una visione ampia che vada a chiamare in causa i Comuni che sono stati trascurati, coinvolgendo l’associazionismo del volontariato e guardando anche al futuro lontano. Non possiamo più perdere tempo senza dare risposte ai Comuni più penalizzati, il bellunese, al gruppo della Marmolada. L’urgenza dell’intervento ci è dettata dalla rapida intensità con la quale i cambiamenti climatici stanno modificando il territorio, quindi anche la sicurezza di chi lo abita, di chi ne è ospite: si deve agire subito, i cambiamenti climatici in atto e le relative crisi che li accompagnano sono strutturali e non permettono attese, come non permettono più visioni emergenziali”.

Tra le proposte che Mountain Wilderness ha rinnovato, dopo 25 anni, al Presidente di Regione e Provincia di Trento, al Presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, nonché ad assessori e sindaci del territorio, troviamo la conservazione del ghiacciaio ed attenzione specifica alla sua evoluzione; la riqualificazione ambientale della montagna; la costruzione dell’Alta via della Grande Guerra; rivedere la carta dei pericoli geologici, idrogeologici, valanghivi; rivedere l’intera pianificazione urbanistica dei due ambiti, Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento, compresa la pianificazione forestale e la gestione dei pascoli in quota, con un obiettivo fermo e irrinunciabile: consumo di suolo libero azzerato.

Nello specifico, Mountain Wilderness chiede il potenziamento dei musei della guerra, l’istituzione di un museo letterario specifico, la valorizzazione della sentieristica dell’intero gruppo, specifici studi sulla fauna selvatica, la flora alpina, i valori geologici, l’accessibilità e frequentazione anche ciclistica dell’intera fascia lago, apertura delle visite archeo-industriali legate all’idroelettrico, riqualificazione qualitativa ed energetica degli edifici, ridefinizione ed occultamento dei diffusi e disordinati parcheggi ai piedi della montagna, la questione ladina, la qualità del lavoro intellettuale, manuale e nei servizi turistici.