Wirtschaft | Il caso

Brennercom, la parola al tribunale

La Provincia scettica sul piano di scissione elaborato dal cda della società. Interverrà la magistratura. Dipendenti in allarme.

“Non ci sono sconfitti né vincitori”, aveva dichiarato lo scorso novembre il governatore dell’Alto Adige Arno Kompatscher dopo l’approvazione da parte della giunta provinciale dell’accordo quadro che metteva fine alla vertenza sulla partecipazione in Brennercom, con lo scorporo della rete della banda larga della Spa, che viene ceduta all'ente pubblico. La “tregua” raggiunta sembra tuttavia destinata a subire qualche scossone. Il piano di scissione, che ha incassato l’ok del cda di Brennercom, infatti, pare non convincere la Provincia che si appresta a tornare nelle aule del tribunale insieme ai soci privati della società. Toccherà a Michael Palla, il perito nominato dal presidente del Tribunale Elsa Vesco valutare la conformità del piano di scissione. Dopodiché l’assemblea dei soci sarà chiamata a ratificare la delibera. Una situazione che preoccupa non poco gli oltre 200 dipendenti di Brennercom, tanto che alcuni di loro, temendo ripercussioni sulla propria attività, hanno già lanciato l’sos ai sindacati.  

Nello specifico secondo quanto stabilito dal piano di scissione i soci pubblici, ovvero la Provincia che detiene il 42,35% delle quote, Selfin con il 4,21%), A22 e ASM Bressanone, con rispettivamente il 2,71% e il 1,74%, porteranno a casa 85 km della rete a fibra ottica, due piani del palazzo e 16,8 milioni, mentre i soci privati, Athesia e la società dell’amministratore delegato Karl Manfredi, si spartiranno il resto. Il punto è che la Provincia vorrebbe rilevare la proprietà della rete costruita da Brennercom per aggiungerla ai 1.000 km di cavi della rete provinciale per far arrivare la banda larga in tutto l’Alto Adige, ma i soci privati di Brennercom, non particolarmente entusiasti dell'ipotesi cessione, propongono piuttosto una specie di spartizione dei cavi. La questione è aperta.