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Dirigenti, i dubbi sulle indennità

Pareri contrari in giunta sulla norma che prolunga il compenso dopo la revoca dell'incarico. Si astengono sindaco, Gennaccaro e Lorenzini. “Privilegio sbagliato”.
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Foto: Suedtirolfoto

Fanno discutere all’interno del Comune di Bolzano le disposizioni previste dal nuovo contratto intercompartimentale per i dirigenti, siglato lo scorso agosto a livello provinciale, che si applicano alle figure dirigenziali degli enti pubblici territoriali in Alto Adige. Un argomento delicato già finito all’attenzione della Corte dei conti. Il motivo di perplessità in seno alla giunta verte sull’indennità di posizione. In particolare, sulla norma che permette al personale con qualifica di dirigente di conservare parte del compenso previsto da contratto “per la struttura dirigenziale affidata” anche dopo il venir meno di questa assegnazione.

 

630.000 euro nel triennio

I dubbi si sono manifestati nella votazione per la delibera, proposta da Monica Franch, assessora al personale, con cui l’amministrazione comunale ha preso atto del contratto collettivo che vale per i dirigenti di un nutrito insieme di enti locali: Provincia di Bolzano e istituzioni collegate, Azienda sanitaria, Comuni, Comunità comprensoriali e residenze per anziani, Ipes, aziende di soggiorno di Bolzano e Merano. 

Il sindaco, Gennaccaro e Lorenzini si sono mostrati in disaccordo con uno dei punti del contratto siglato, ovvero il meccanismo che consente ai dirigenti di conservare l’indennità anche non svolgendo la funzione dirigenziale (Monica Franch)

Nel dispositivo si riconosce che la spesa presunta per la determinazione dell’indennità di posizione per i 39 dirigenti, che ammonta a 235.000 euro per il 2018 e a 395.000 per gli anni 2019 e 2020, “viene finanziata con un contributo della Provincia”. Nella votazione la delibera è passata con i sì degli altri presenti (oltre a Franch Christoph Baur, Luis Walcher e Sandro Repetto) mentre si sono astenuti il sindaco Renzo Caramaschi e gli assessori Angelo Gennaccaro e Maria Laura Lorenzini. 

Credo che privilegi come questi non siano corretti. Un dirigente quando finisce il suo incarico non può tenere la stessa indennità a vita (Angelo Gennaccaro)

 

Le posizioni in giunta

“I miei colleghi dellesecutivo si sono mostrati in disaccordo - spiega Franch - con uno dei punti del contratto siglato, ovvero il meccanismo che consente ai dirigenti di conservare l’indennità anche non svolgendo la funzione dirigenziale. Su questo argomento il Comune aveva scritto una lettera qualche mese fa all’assessora provinciale Waltraud Deeg, proprio per manifestare i dubbi su questa norma”. 

La nuova norma consente ai dirigenti di mantenere il 40% dell’indennità, la parte fissa, come refusione nel caso non venga loro più assegnata la responsabilità di una struttura. Ma a mio avviso ci sono profili di incostituzionalità, non non si può remunerare una responsabilità che non c’è (Renzo Caramaschi)

Gennaccaro motiva così la sua scelta: “Credo che privilegi come questi non siano corretti. Un dirigente quando finisce il suo incarico non può tenere la stessa indennità a vita”.

Contrario anche il sindaco, che ripercorrere il filo della questione. “La normativa precedente prevedeva che i dirigenti dopo 10 anni di inquadramento potessero assorbire l’indennità nello stipendio. La nuova legge provinciale, sulla quale io, Repetto e Baur al Consorzio dei Comuni, consente ai dirigenti di mantenere il 40% dell’indennità, la parte fissa, a titolo di parziale refusione nel caso non venga loro più assegnata la responsabilità di una struttura. La norma è quindi stata inclusa nel nuovo contratto intercompartimentale. Tuttavia, ci sono a mio avviso possibili profili di inconstituzionalità, in quanto non si può remunerare una responsabilità che non c’è”.