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Apprendisti duellanti

Confronto all’insegna del fair play fra i due candidati alla segreteria del Pd Huber e Staffler. Scuola, sanità, immigrazione e il ruolo degli “Italiani” sotto la lente.
Huber-Staffler
Foto: Screenshot

Contro ogni aspettativa - se è lecito affermarlo data la costantemente sventolata disaffezione degli elettori nei confronti della politica - le primarie del Pd, programmate per il prossimo 12 novembre, stanno catalizzando una certa attenzione. A cominciare da quei cento candidati per i 35 posti in assemblea, una cifra nient’affatto trascurabile. A contendersi la segreteria provinciale Alessandro Huber, difensore del passato nobile del partito, sostenuto dal duo Costa-Tommasini, e Uwe Staffler, il rottamatore, il “ragazzo” dell’anno zero che vuole rivoluzionare il partito e che può contare sull’endorsement di Bizzo e Gnecchi. Ieri sera, 2 novembre, i due sfidanti si sono fronteggiati nell'agorà virtuale di #Bolzano in comune, “arbitrati” da Alan Conti. Molto fair play, poche frizioni.

 

Scuola e casa

Fra i temi affrontati la formazione scolastica, per Staffler una sponda fondamentale per l’incontro fra le culture, tanto importante da dover ribadire una condizione già resa pubblica dal diretto interessato, e cioè quella di non partecipare più ad alcuna giunta provinciale che non preveda l’istituzione della scuola bilingue. E poi propone: “Si potrebbe pensare a una sovrintendenza unica, non è semplice ma si può fare, e perché no, anche a un unico assessorato per la cultura, ci sarebbe solo da guadagnarci”. Secondo Huber la scuola in Alto Adige è qualitativamente valida “e sta progredendo continuamente, si fanno più scambi fra i due gruppi linguistici tedesco e italiano, si ottengono più certificazioni linguistiche, ma per costruire il percorso è necessario lavorare con gli insegnanti, coinvolgerli nel processo”.

Convergenze parallele sul tema della casa, “prioritario per i giovani e su cui bisogna lavorare da subito puntando a diverse forme dell’abitare, perché non si può pensare che le famiglie più giovani in particolare possano sostenere gli affitti stellari di Bolzano”, riassume Huber. Si tratta di un argomento molto sentito anche nei comuni a maggioranza tedesca, si accoda Staffler, “non sono convinto che la legge urbanistica provinciale stia effettivamente dando risposte adeguate”. 

Bolzano e i migranti

Il discorso cade, puntualmente, sul ruolo del capoluogo “di cui il Pd a livello provinciale si è occupato troppo e non so se ha fatto bene”, dice il bizziano. Occasione per l’avversario di sottolineare “l’ottimo lavoro del sindaco Caramaschi che va spedito come un Frecciarossa sul programma e sui temi che i democratici hanno portato avanti negli ultimi 15 anni”. Una seppur lieve schermaglia si palesa quando Staffler parla del punto dolente del partito: “Non stiamo più in mezzo alla gente da tanto tempo”. “Io ci sono stato, basta parlare male degli altri”, replica Huber. E per quel che riguarda la comunicazione del partito, niente da ripensare? “Partiamo dal presupposto che i cosiddetti contenuti di sinistra sono più difficili da veicolare rispetto a quelli di matrice razzista e xenofoba, guardiamo il caso delle tifoserie e Anna Frank, io dico meglio parlare di meno e dire cose più noiose, anche se meno catchy, ma più di spessore”. Per il contendente la comunicazione è da implementare anche dal punto di vista della varietà delle lingue. “Deve esserci un uso più incisivo dei social e più concretezza - aggiunge - vedo compagni di partito utilizzare frasi superficiali, definiamo magari un problema che dichiariamo di voler risolvere, ma poi è difficile trasmettere cosa intendiamo fare veramente”.

"Non stiamo più in mezzo alla gente da tanto tempo" (Uwe Staffler)

Si passa poi al fronte caldo, il tema migranti. “L’accoglienza frazionata nei piccoli comuni funziona e la Provincia deve fare di più per convincere chi non fa ancora la sua parte, è scorretto mettere sulle spalle di Bolzano un carico così gravoso. Quello che non funziona è ammassare le persone in luoghi che poi diventano invivibili, è lì che nasce il disagio e si mette a repentaglio la buona convivenza”, così Staffler che fa un appello al Pd e “agli altri progressisti: non ammicchiamo alle posizioni della Lega perché ogni millimetro che cediamo lo paghiamo”. Huber punta ad adottare il sistema SPRAR e, come il “collega”, sollecita la collaborazione da parte di altri comuni, “ci aspettiamo reciprocità, Bolzano sta facendo un gran lavoro per accogliere i migranti, che devono essere ospitati in una cornice di legalità assoluta che loro stessi devono rispettare, le persone non possono non essere messe in grado di lavorare per colpa di qualche mela marcia. L’obiettivo è un modello multiculturale che può solo giovare a tutta la nostra comunità”. 

Sanità e il ruolo degli “italiani”

Altra questione spinosa la sanità e l’esempio cardine è l’ospedale di Bolzano dove finalmente - dice Huber - “si sono allargate le maglie della proporzionale, la salute del resto deve avere necessariamente la priorità, credo che bisogna proseguire su questa strada anche se deroghe del genere non sono applicabili in tutti i settori”. Più drastico Staffler secondo cui è ora di elaborare un meccanismo di superamento della proporzionale, specie in ambito sanitario, “per non parlare della dichiarazione di appartenenza linguistica che è una palla al piede e viene adottata solo per ragioni ideologiche”. 

"Dovremo essere bravi a portare le persone a votare e ad aumentare il numero di eletti in consiglio provinciale senza spaccarci in tanti partitini" (Alessandro Huber)

Prossimo spunto di discussione la possibilità per la comunità di lingua italiana di ambire a ruoli apicali in Provincia. “Dovremo essere bravi a portare le persone a votare e ad aumentare il numero di eletti in consiglio provinciale senza spaccarci in tanti partitini”, afferma Huber. Per Staffler gli “italiani” devono “superare quest’idea di coalizzarsi contro i ‘tedeschi’ e contro la Svp perché comunque non c’è partita, l’unica possibilità per loro di emanciparsi da questo ‘sentimento di minoranza’ è che il Pd si faccia carico di questo timore, che crei competenze nel campo dell’agricoltura ad esempio, o del turismo, dell’energia, dell’ambiente, e che diventi davvero un partito interetnico, la Volkspartei non è il nemico da battere, ma le visioni per il futuro non stanno dentro un partito etnico come quello. Per questo sogno di cambiare radicalmente il Pd”.