Tra ricorsi e ritardi, nessuna risalita
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Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio prende tempo. Nessuna pronuncia, per ora, sui ricorsi presentati contro l'impianto di risalita Apollonio-Socrepes a Cortina, una delle opere più discusse dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Dopo la bocciatura della sospensiva, a fine agosto, l’udienza di merito si è tenuta a fine ottobre, ma i giudici amministrativi hanno preferito rinviare la decisione. Sul progetto gravano ancora nodi tecnici e autorizzativi: manca infatti la necessaria dichiarazione della Regione Veneto di immunità da frana.
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L’“immunità da frana”
Come riportato sabato dal Corriere delle Alpi, la Regione Veneto ha voluto chiarire la propria posizione: i ritardi non dipenderebbero da Venezia, ma da Simico, la società Infrastrutture Milano Cortina, che non ha ancora presentato il progetto esecutivo della cabinovia. Senza questo documento, i tecnici regionali non possono esprimersi sulla richiesta di “immunità da frana”, l’autorizzazione che certifica la sicurezza geologica del versante di Mortisa, dove a settembre si era aperta una crepa d'una trentina di metri nei pressi del cantiere.
"Alla data odierna la Regione del Veneto non si è ancora espressa circa la cosiddetta immunità da frana relativa alla cabinovia Apollonio-Socrepes – si legge nella nota ufficiale – Le valutazioni sulla fattibilità dell’impianto in relazione alle condizioni di sicurezza geologica dell’area sono ancora in corso". Solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo da parte del Commissario straordinario, la Regione potrà verificare il rispetto delle 14 prescrizioni ambientali imposte dalla Commissione Via e concedere, eventualmente, la compatibilità geologica.
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Contenziosi e cantieri in salita
Il progetto della cabinovia – dieci piloni, tre stazioni, cinquanta cabine da dieci posti, capacità di 2.400 persone l’ora – è nato per collegare il centro di Cortina con le Tofane, cuore delle gare olimpiche. Dopo una prima bocciatura della Valutazione ambientale strategica (Vas) nel 2024, la Via regionale aveva ribaltato il parere all’inizio del 2025. La gara d’appalto era poi andata deserta, fino all’assegnazione diretta nel luglio scorso alla Graffer di Sergio Lima, affiancata da Ecoedile e Dolomiti Strade. I residenti delle frazioni di Lacedel e Mortisa hanno presentato ricorsi al Tar contestando l’impatto ambientale e geologico dell’opera – che sarebbe dimostrato dal movimento franoso – e segnalando i rischi di effetto cumulativo tra i vari cantieri sullo stesso versante.
Foto: SALTO -
Da parte sua, il commissario di governo Fabio Saldini, che guida Simico, prova a rassicurare. "Per consegnare il progetto esecutivo è solo una questione di ore – ha dichiarato al Corriere delle Alpi – Tutto sarà chiuso entro il 3 o 4 novembre". Ma i tempi stringono: mancano meno di cento giorni all’inaugurazione delle Olimpiadi. Saldini sposta poi l’attenzione su altri aspetti: "La nostra preoccupazione non riguarda i titoli abilitativi, ma la gestione dei materiali e l’ottimizzazione dei processi, oltre ai vincoli meteo".
Nel frattempo, i lavori proseguono solo parzialmente, in particolare alle stazioni di monte e di valle, mentre si attendono ancora i via libera per i sostegni di linea e la stazione intermedia di Mortisa, l’area più fragile. L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e delle infrastrutture (Ansfisa) ha già rilasciato un nulla osta parziale, limitato però alla stazione di monte e basato su un progetto preliminare, non su quello esecutivo. La piena autorizzazione potrà arrivare solo dopo il parere geologico definitivo.
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