Aumento ai consiglieri, scontro in aula
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La discussione sul bilancio regionale in Consiglio a Trento è stata travolta oggi da un acceso confronto sulle indennità dei consiglieri regionali del Trentino-Alto Adige. A far esplodere il dibattito è stata la proposta, presentata dal presidente della Regione Arno Kompatscher, che prevede (ancora una volta) aumenti agganciati alla media degli stipendi pubblici e privati in regione.
Una proposta che l’intera opposizione ha respinto senza mezzi termini. Nel pomeriggio, dopo una serie di riunioni e sospensioni, in aula è approdato l’emendamento last minute della maggioranza: da quest'anno l’indennità dei consiglieri sarebbe “rivalutata annualmente sulla base della variazione dell’Indice delle retribuzioni giornaliere lorde (…) per tutti i rapporti di lavoro dipendente in Trentino-Alto Adige”, con adeguamento automatico a partire dall’anno successivo ai dati INPS. Una soluzione che, nelle intenzioni della Giunta, dovrebbe sostituire la precedente “perequazione automatica all’inflazione”, fortemente contestata negli ultimi anni.
Kompatscher ha difeso in aula l'emendamento definendolo una scelta di responsabilità: “Abbiamo la responsabilità di governo di trovare una soluzione. L’adeguamento all’inflazione non è una ‘Frechheit’, non c’è nulla di scandaloso ed è dal mio punto di vista una soluzione difendibile che entrerà in vigore solo per qualche mese. Questa è una proposta ragionevole secondo la maggioranza, che ha i numeri per approvarla. Se l’opposizione avrà soluzioni migliori, nulla vieta di accoglierle in seguito, ma intanto evitiamo attacchi incrociati”. Ma il tentativo di calmare le acque non ha funzionato.
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Le opposizioni: “Un’ulteriore perdita di fiducia”
L’intera opposizione in Consiglio regionale ha subito diffuso una dichiarazione congiunta durissima: “Esprimiamo un inequivocabile e determinato NO alla proposta del governatore Arno Kompatscher. Una tale misura è un affronto ai cittadini che dovrebbero finanziarla con le loro tasse”.
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Secondo Team K, PD e altre forze di minoranza, la maggioranza “per anni ha giocato con le leggi sul trattamento economico e il regime previdenziale dei consiglieri, perdendo la fiducia della popolazione”. E ora, denunciano, si tenta di introdurre “un nuovo automatismo degli stipendi” proprio “in un momento in cui la gente si aspetta più umiltà, rigore e trasparenza dalla politica”. Il legame tra stipendi dei consiglieri e retribuzioni dei dipendenti pubblici viene definito “una palese decisione sbagliata”, già criticata anni fa. “Il fatto che oggi ci si affidi ancora una volta a un meccanismo analogo dimostra che non si è imparato nulla dal passato”, afferma l’opposizione. “Serve una soluzione pulita, trasparente e credibile. Tutto il resto porta inevitabilmente a un’ulteriore perdita di fiducia”.
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I Verdi: “Un privilegio, nessuno ha automatismi così”
Particolarmente netta la posizione dei Verdi, che parlano di un metodo inaccettabile: “Questioni delicate come gli stipendi che ci assegniamo da soli vanno elaborate con trasparenza, condivise con parti sociali e minoranze. Le proposte mal preparate, negli ultimi 13 anni, sono sempre andate male”. Brigitte Foppa ribadisce in aula: “Le soluzioni arrivano sempre all’ultimo minuto, senza il tempo per calcoli approfonditi. Gli adeguamenti all’inflazione andavano sospesi: noi consiglieri possiamo permettercelo. Ciò che non possiamo permetterci è una nuova perdita di fiducia dell’opinione pubblica”. I Verdi elencano cinque motivi di contrarietà, tra cui il rischio di “un salto nel buio”, la mancanza di una valutazione seria e soprattutto l’introduzione di “un automatismo annuale: nessun’altra categoria professionale ha un simile privilegio”.
Dal Partito Democratico arrivano critiche altrettanto dure. Andrea de Bertolini parla di “metodo sbagliato, arrivato all’ultimo, che dimostra l’incapacità di affrontare il tema in modo serio”. Paolo Zanella rincara: “Il tema delle indennità è sempre affrontato con emendamenti di maggioranza. È un modo di agire che dovrebbe farci vergognare”. Chiara Maule (Campobase) definisce il testo “irricevibile”: “Avevamo presentato un ordine del giorno, ma questa proposta arrivata ora è inaccettabile”. Maria Elisabeth Rieder (Team K) ricorda che “gli adeguamenti automatici all’inflazione per i dipendenti sono stati aboliti da tempo” e accusa Kompatscher di voler mantenere un privilegio per i politici: “Il primo passo dev’essere interrompere il collegamento con gli stipendi dei dipendenti regionali. Solo così si potrà ragionare seriamente su una riforma credibile”. Anche Andreas Leiter Reber critica l’ennesima proposta dell’ultimo minuto: “Questo metodo non ha mai portato nulla di buono”.
Dalla maggioranza arrivano invece parole di difesa. Harald Stauder (SVP) parla di “posizione mediana rispetto agli altri lavoratori”, Walter Kaswalder (PATT-Fassa) definisce la nuova impostazione “sensata e comprensibile” mentre il presidente trentino Maurizio Fugatti bolla le polemiche come ricorrenti: “Ogni anno torna questo treno. La scelta di oggi mi sembra di buonsenso”, conclude il governatore.
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Das passt wirklich nicht …
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... auf der einen Seite 2/3 der Bevölkerung mit seit 2018 verfallenen Kolektiv-Verträgen aushungern, um das 1/3 zu stopfen + erst nachdem die -2/3- richtig giftig gemacht zu Maßnahmen greifen, einen Teil der GELD-ENTWERTUNG aus-zu-gleichen!
... + die eigene bereits zu hohe (besonders für die Hinterbänkler) Amts-Entschädigung + die SKANDAL-lösen Politiker-Leibrenten, bei jedem Hauch von Inflation -z u - v e r m e h r e n- ...!!!