Chronik | Codice della strada

Le multe per i seggiolini anti-abbandono

Dal 6 marzo scattano le sanzioni fino a 333 euro. Le mamme di Appiano e le 11.300 firme contro la legge: “La norma non salva i bambini, ecco perché”. Incontro con l’Svp.
seggiolini
Foto: Sicurauto

Nel pieno dell’emergenza coronavirus che ha richiesto la chiusura delle scuole in tutta Italia (decisa ieri, fino al 15 marzo) c’è un’altra data da tenere a mente. Da domani, 6 marzo, scattano le multe per chi trasporta in auto bambini al di sotto dei 4 anni e non si è dotato di un seggiolino con sistema anti-abbandono. Mentre il Centro tutela consumatori e utenti di Bolzano fornisce alcune raccomandazioni - e ricorda che si può chiedere il bonus per l’acquisto al sito del ministero dei trasporti (qui la pagina) - continua la protesta delle mamme altoatesine che hanno dato vita alla petizione online contro l’obbligo, giunta ad oltre 11.363 firme di cui circa 8.000 in Alto Adige. “Nessun bimbo dovrebbe morire in auto, ma questa legge è una follia. Nasce il sospetto che la stessa persegua un fine economico e non di tutela dei bambini” dicono Manuela Stuefer, Monika Bernard e Petra Scherlin, le tre mamme di Appiano, promotrici dell’iniziativa, che oggi in mattinata incontrano il capogruppo Svp Gerhard Lanz in consiglio provinciale a Bolzano.

 

L’obbligo

 

Cosa prevede la norma e chi si deve adeguare? Dopo il rinvio deciso con un emendamento al decreto fiscale nel dicembre 2019, rispetto alla data originaria del 7 novembre, scattano le sanzioni previste dalla legge 117 dell’ottobre 2018. Oggetto, la modifica all’articolo 172 del codice della strada, “sull’uso delle cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta e sicurezza per bambini”.

L’obbligo in realtà è partito il 7 novembre 2019, riepiloga il Ctcu: chi trasporta in auto bambini al di sotto dei 4 anni deve infatti avere un seggiolino con sistema anti-abbandono conforme alle prescrizioni. Coloro che non si adeguano sono in teoria soggetti alla sanzione amministrativa da 83 a 333 euro, oltre alla decurtazione di 5 punti patente. Per essere in regola bisogna avere con sé la dichiarazione di conformità del produttore, in forma di auto-dichiarazione, aggiunge il Ctcu. Con tale documento il produttore deve confermare che i requisiti tecnici e funzionali del prodotto rispettano le normative vigenti. I dispositivi possono essere integrati nel seggiolino oppure essere acquistati a parte. Prima di acquistare il centro consiglia di verificare la presenza della dichiarazione di conformità, in particolar modo per acquisti fatti via internet, al di fuori della Ue. 

 

Come chiedere il bonus?

 

Quanto al bonus di 30 euro per l’acquisto, è possibile richiederlo collegandosi a questo indirizzo web del ministero dei trasporti. Per registrarsi è necessario avere un’identità digitale (SPID). Il contributo è unico per bambino, e pertanto solo un genitore potrà richiedere il buono. Quest’ultimo viene erogato sotto forma di voucher elettronico, ovvero si può spendere unicamente nei negozi registrati presso il ministero.

 

La petizione continua 

 

A criticare la norma nazionale sono i sottoscrittori della petizione online promossa dalle mamme altoatesine, che criticano quella che considerano la disparità tra la stesura dell’articolo e il suo obiettivo dichiarato. “Fare una legge a seguito della morte incidentale di 8 bambini avvenuta nell’arco di 20 anni (dal 1998 al 2018) è una follia, considerando che nello stesso periodo ne sono venuti al mondo ben oltre 11 milioni e che mediamente viaggiavano sulle nostre strade ogni anno 2.226.441 di bambini tra i 0 e i 4 anni”, si legge nell’appello. Secondo le promotrici, non è con i sistemi installati sui seggiolini a carico dei genitori che si persegue la maggiore tutela dell’infanzia. “L’introduzione di un sistema di sicurezza dovrebbe essere richiesto all’industria automobilistica”, dicono, e per l’infanzia serve un sostegno alle famiglie, o meglio “una politica familiare ingaggiata che prepari i genitori ai loro compiti e li sostenga in situazioni di crisi”.

Neanche negli Stati Uniti, dove negli ultimi anni sono morti diversi bambini per abbandono, danno la responsabilità per installare gli allarmi ai genitori, ma alle case automobilistiche

“La legge - dice a salto.bz Petra Scherlin - non c’entra nulla con quello che i genitori avevano chiesto sette anni fa, nella petizione nata dopo la morte del piccolo Luca di Piacenza, dimenticato in auto dal genitore, e firmata da 98.000 persone. Con quella iniziativa si chiedeva appunto l’installazione di allarmi anti-abbandono sulle automobili, non di allarmi da montare sui seggiolini. Che sono inutili, nessuno infatti è in grado di dire se il prodotto in commercio risponde agli obblighi di legge. Quale si compra? Non si sa, non si trova un prodotto che soddisfa tutte le prescrizioni. E neanche gli operatori delle forze dell’ordine sanno cosa controllare”. 

Secondo Scherlin, la norma attuale così formulata “non ha senso”: “Neanche negli Stati Uniti, dove negli ultimi anni sono morti diversi bambini per abbandono, danno la responsabilità per le installazioni ai genitori, ma alle case automobilistiche e c’è l’allarme attivo nel mezzo ad ogni spegnimento, come per le cinture”. Oggi in mattinata l’incontro con Lanz: “Portiamo la nostra documentazione per sollecitare una modifica della legge” conclude la promotrice.