La befana ha sempre esercitato un fascino primordiale su di me, una figura mitologica slegata da stereotipi di genere. Una donna forte e indipendente da ogni punto di vista. Una donna cosciente di ciò che spesso ci sfugge in una società patriarcale, vale a dire: non importa quanto tu donna ti impegni a fare “tutto giusto”, visto che non è possibile sfuggire alle molteplici forme di ingiustizia patriarcale, e quindi tanto vale essere te stessa.
Mi riferisco all’illusione con la quale cresciamo in una società che fin da bambine ci racconta che facendo “tutto giusto” vivremo in sicurezza. Per esempio, come ricopriamo i nostri ruoli di madri e figlie sacrificando indipendenza economica e passioni per corrispondere a un modello di cura stereotipato. Come impariamo a vestirci in modo consono per scampare a molestie e abusi sessuali. Come adottiamo atteggiamenti gentili e accondiscendenti per evitare conflitti e per essere accettate. Come ricorriamo a faticose routine estetiche per sembrare eternamente giovani. Sono innumerevoli le strategie che mettiamo in atto più o meno consapevolmente per conformarci alle aspettative sociali nell’illusione di tutelarci da discriminazioni e violenza.
Sono certa anche Giselle Pelicot abbia adottate queste strategie per tutti quegli anni in cui è stata violentata e abusata da suo marito e numerosi uomini. Le ha adottate certamente Eliza Stefania Feru, sposata da poco con l’uomo che l’ha resa la prima vittima di femminicidio del 2025. Le adottano le donne che si rivolgono ai Centri d’Ascolto Antiviolenza. Le adottano le donne che guadagnano meno. Le adottano le donne sottorappresentate in politica...
Fare “tutto giusto”, essere belle, brave e buone non ci protegge dalla tossicità di una società patriarcale.
Per il 2025 ci auguro questa consapevolezza e ci auguro di essere più noi stesse, di essere più befane!