Wirtschaft | contrattazione

“Non siamo dei passacarte”

Se i contratti attuali non bastano più, quelli in via di definizione non sarebbero all’altezza delle sfide del presente. I sindacati si preparano alla mobilitazione
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Foto: Facebook

Un aumento salariale contro il carovita. Questa la richiesta unitaria dei sindacati confederali, Cgil, Cisl, Uil e Asgb, annunciata ieri nel corso di una conferenza stampa. I contenuti principali della neonata piattaforma rivendicativa verranno illustrati nel dettaglio nel corso di otto assemblee in diverse cittadine del territorio provinciale (Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Silandro, Vipiteno, Egna e San Candido) e riguarderanno il minimo retributivo di 150 euro lordi mensili in ogni contratto collettivo, più risorse per l’adeguamento dei salari nel pubblico impiego e prestazioni mirate che tengano in considerazione anche gli anziani.  La mobilitazione culminerà in una manifestazione prevista per il prossimo giugno a Bolzano.  “Le risposte al forte aumento dei prezzi e alla perdita di potere d’acquisto non sono più rinviabili – hanno sottolineato le quattro organizzazioni – impegniamo la controparte datoriale e la politica ad assumersi le proprie responsabilità aumentando le retribuzioni e prevedendo misure appropriate a favore di lavoratori e pensionati, soprattutto a reddito medio-basso”.
 

 

I sindacati puntano a un accordo con i datori di lavoro che preveda l’introduzione, o innalzamento, retributivo in ogni contratto collettivo applicato a livello provinciale nonché la disponibilità a rinnovare ogni due anni la parte economica dei contratti locali, indipendentemente dalle scadenze dei contratti collettivi nazionali di riferimento. Finora, lamentano i sindacati, "questa proposta è rimasta inascoltata” e fanno appello alla politica per la concessione di agevolazioni fiscali e contributi pubblici subordinati all’applicazione integrale dei contratti nazionali e locali. Preoccupa infine la condizione dei dipendenti del pubblico impiego: fondi insufficienti sono quelli destinati agli aumenti per il triennio contrattuale 2022-2024 mentre reputano “insoddisfacente” il bonus una tantum proposto per anticipare gli aumenti inflazionistici: “Non è inoltre tuttora conclusa – ricordano i sindacati – la trattativa per il recupero dell’inflazione per il triennio 2019-2022 sia del contratto di  intercomparto che del contratto collettivo provinciale per i docenti delle scuole statali”.  
 

“Non firmeremo quel contratto”
 

Lo stesso giorno dei confederali, le sigle sindacali autonome Ago e Gs lanciano a loro volta un’ulteriore conferenza stampa per lanciare una nuova mobilitazione del pubblico impiego, prevista il prossimo venerdì, 12 maggio con una marcia di protesta che partirà da Via Museo e si concluderà di fronte a palazzo Widmann. I rispettivi segretari Stefano Boragine e Gianluca Moggio non risparmiano critiche alle organizzazioni principali per via della mancata adesione alla mobilitazione contro le condizioni per il rinnovo del contratto di intercomparto, che in Alto Adige interesserà fino a 33 mila persone.

La nostra protesta è legata a un atteggiamento di alta responsabilità

Un contratto, spiegano i segretari, che non verrà firmato dai sindacati autonomi: “La nostra protesta è legata a un atteggiamento di alta responsabilità – afferma Boragine –. Non vogliamo firmare un contratto che peserà sulle prossime generazioni. La Provincia parla di un contratto per i giovani, ma quello che sta facendo è prevedere un sistema binario dove i vecchi contratti mantengono le loro caratteristiche, anche in termini di scatto di anzianità, mentre in quello nuovo di attrattivo non c'è nulla. Secondo il nuovo schema, se una persona entra con un determinato stipendio rischia di trovarsi 20 anni dopo con lo stesso salario. Nella nostra controproposta – aggiunge il sindacalista – vogliamo venga esplicitato il benessere lavorativo, la chiara visibilità del percorso di carriera, la formazione per i giovani e il relativo riconoscimento dell'aumento delle competenze. La protesta, per cui ci  aspettiamo un’ampia adesione, sarà contro la politica, che in questo momento non sta dando alla controparte la giusta attenzione e il meritato riconoscimento. Non siamo dei passacarte – conclude Boragine – ma dobbiamo contribuire attivamente alla costruzione di un contratto per il futuro che sia davvero dalla parte dei lavoratori”.