“Un progetto sudtirolese per sudtirolesi”
Emozioni Alto Adige, “un progetto di sudtirolesi per sudtirolesi” affermano dal palco gli addetti ai saluti iniziali. Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori: “Il nostro progetto va alle origini della tradizione millenaria di Bolzano, che ha la vocazione di città punto d'incontro, riconosciuta in Europa e anche oltre l'Europa”. “Il verde di Bolzano è importante – continua Pan –, per questo diciamo no alla cancellazione del parco della stazione di 12mila metri quadri. Sarà un parco delle emozioni, perché abbiamo bisogno dell'emozione - cioè emozioni intelligenti, l'intelligenza emozionale - e non di luoghi anonimi bensì d'incontro, per una città che continui a vivere, pulsare”. A chi accusa i promotori di guardarsi l'ombelico, Pan replica secco: “Guardiamo anche agli altri, non siamo altezzosi”. Ma “quell'area non è un biglietto da visita, com'è ora si entra e ci si prende uno spavento, noi vogliamo invece che sia una porta di apertura”, conclude Pan.
Un'apertura soprattutto per i giovani, aggiunge Georg Oberrauch: “Per il benessere dei nostri giovani dobbiamo porre accenti innovativi per Bolzano, incentivando giovani imprenditori altoatesini attraverso affitti sostenibili. Coì eviteremo la Ausverkauf der Heimat”. All'interno dell'Erlebnishaus trovano posto un centro congressi, un residence per anziani, la possibilità (solo in astratto) di una nuova funivia per il Virgolo, uno spazio “Eatyrol” sulla falsa riga di “Eataly”, con 1500 mq per prodotti bio e locali.
E infine arriva Boris Podrecca, intervenendo un po' in italiano e un po' in tedesco (ha minacciato di parlare pure in sloveno, da buon triestino a Vienna) e descrivendo il parco della stazione come “una spugna verde piena d'acqua che consegna dei rii ad altre parti: questo non può né deve rompersi. Un parco non fa mai schifo, persino nel turbocapitalismo americano si ecologizzano le grandi città, si pensi ai common garden del Bronx.” Podrecca è un fiume in piena: “In Sudtirolo non si viene a giocare a Las Vegas, né per vedere le piazze della Toscana; si ha sete della natura, della plasticità di questa geografia culturale. Perciò Benko non può pensare di risolvere quell'area con una zampata di leone, costruendo una cinta muraria dove il verde pubblico diventa verde privato.” E inoltre “non ha alcun senso interrare la stazione delle autocorriere, sono cubature perse”.
Il manufatto ideato da Podrecca è a forma di elica, con una loggia che ricorda il vecchio teatro nel parco della stazione (distrutto dopo il secondo conflitto mondiale) e vari “camminamenti” - così li definisce l'architetto - adatti anche per le persone anziane. “Non vogliamo fare il panettone esperanto in una città storica” chiosa Podrecca, in quanto l'obiettivo è “mettere in relazione questo oggetto con il Masterplan 'ARBO' di riqualificazione dell'areale ferroviario”. Progetto che porta la sua stessa firma.