Un intervento di Codice rosso al giorno
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I dati diffusi dai Carabinieri sono implacabili: quasi un intervento al giorno per casi legati al Codice Rosso. Nei primi 8 mesi del 2024, il Comando provinciale ha registrato un totale di 235 interventi e 262 denunce oltre a 38 arresti, 65 divieti di avvicinamento e 18 ammonimenti proposti e accolti dalla Questura. Il Codice Rosso, introdotto nel 2019, ha accelerato i tempi della giustizia, consentendo di adottare misure cautelari più rapide ed efficaci. “Da quando è cambiata la legislazione – spiega il comandante del Reparto operativo, il tenente colonnello Piermarco Borettaz – sono aumentate le denunce ed intervenire per noi è diventato più semplice”.
Allontanamenti dal domicilio, divieti di avvicinamento e braccialetti elettronici sono solo alcuni degli strumenti a disposizione delle autorità per proteggere le vittime. Per seguirle al meglio i militari si sottopongono a corsi di formazione specifici. “Ogni caso diventa in un certo senso anche una seduta di terapia psicologica – prosegue Borettaz – seguire le donne e le famiglie in questo percorso è diventato una priorità”.
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A livello di distribuzione dei casi Bolzano si conferma un punto critico con 93 denunce, 10 arresti, 20 divieti di avvicinamento e due ammonimenti, seguita da Merano e Bressanone. Al momento le stanze protette di ascolto per chi è vittima di violenza sono a Laives, Bressanone, Silandro e Brunico ma l’obiettivo è di adeguare tutte e nove le compagnie sul territorio.
“Quando una donna viene da noi per denunciare la violenza subita, la gestione del caso diventa la nostra priorità assoluta e spesso coinvolge l’intera stazione”, spiega la maresciallo Alessia Paolini, comandante della stazione di Cornedo all’Isarco, nella cui area i casi da Codice Rosso sono stati già 3 dall’inizio anno. L’appello dei Carabinieri alla cittadinanza è chiaro, le forze dell’ordine offrono diversi servizi e protezione alle vittime, anche attraverso la collaborazione con servizi sociali e strutture di accoglienza sul territorio. “Non serve per forza la denuncia – conclude il capitano Ferdinando Nasta, comandante del Nucleo investigativo – spesso anche con una semplice segnalazione si riesce a prevenire una conseguenza più grave”.
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