Sospeso il decreto sul CBD
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I giudici del Tar del Lazio hanno sospeso il criticatissimo decreto ministeriale, emanato il 7 agosto scorso, che aveva disposto l'inserimento nella tabella dei medicinali dei prodotti a base di cannabidiolo per uso orale, vietandone la vendita.
I magistrati amministrativi hanno accolto un ricorso presentato il 3 ottobre dall'associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici) disponendo la sospensione del decreto e rendendo, quindi, di nuovo consentito il commercio al pubblico dei prodotti. Il provvedimento del Tar stabilisce l'inefficacia del decreto fino alla camera di consiglio che è stata fissata pe il prossimo 24 ottobre. Già in passato era stata sospesa l'efficacia del provvedimento in quanto servivano ulteriori approfondimenti tecnico-scientifici. I ricorrenti contestano il mancato parere dell'Iss che è richiesto dalla vigente normativa.
Il ricorso inoltre contesta, in via generale, la decisione di ricondurre il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti o psicotrope. Decisione che si pone in contrasto con la giurisprudenza comunitaria che ha escluso che il cannabidiolo possa costituire uno stupefacente ai sensi del diritto europeo e con le posizioni assunte dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La misura di sospensione fa tirare intanto un sospiro di sollievo ai produttori di cannabis legale (a bassissimo contenuto di THC) perché, incredibilmente, dopo l'entrata in vigore del provvedimento, si erano registrate ispezioni e accertamenti al termine dei quali sono state contestate violazioni della legge sugli stupefacenti ed è stato disposto il sequestro della merce presente in alcuni negozi.
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