Umwelt | Mobilità pubblica

Sasa, carissimi bus elettrici polacchi

L’assegnazione dell’appalto per i quattro bus elettrici non è una sorpresa. Dopo l’idrogeno si perfeziona la “foglia di fico” verde sulla scalcagnata flotta di Sasa.
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Foto: www.facebook.com/solarisbusandcoach

Solo dal sito web della rivista Autobus si viene a sapere che i quattro bus elettrici per una spesa di 3,1 milioni di Euro (finanziati dalla Provincia…) sono stati affidati al costruttore che fece “un giro di visite” ad aprile 2017 sia a Bolzano che a Merano.

Già si era un po’ intuito allora che era il principale candidato ad aggiudicarsi la fornitura come era avvenuto nel 2012 per la fornitura di bus a puzzolio - una parte di quelli gialli circolanti a Bolzano e Merano, per intenderci - e della stessa casa i 4/5 bus usati da 18 metri, sempre a puzzolio, acquistati ad inizio 2017, mai presentati pubblicamente (come mai?) e tuttora fantasmi nell’elenco bus della Sasa. Con altrettanta presenza “elettrica” in occasione della presentazione delle giornate senz’auto sul passo Sella a settembre 2016. Preciso che non sottintendo nulla ma prendo semplicemente solo atto di quanto letto e visto sui media.

La gara è stata pubblicata sul Sistema Informativo Contratti Pubblici, ma a gara terminata i relativi documenti sono stati posti off-line. Non certo una bella operazione di trasparenza se si avesse la voglia di andare a vedere le caratteristiche della gara.

Sull’acquisto dei quattro bus:

...Il tutto per un importo base di 3.105.000 di euro. Le regole di aggiudicazione prevedevano 70 punti ‘tecnici’ e 30 ‘economici’, termini di una gara che Solaris ha vinto senza neppure scendere in campo. L’unica offerta arrivata in via Buozzi 8 a Bolzano, sede di Sasa spa, è stata solo quella di Solaris che così si è aggiudicata la gara...

Lo scrive la rivista Autobus e quindi fonte più che autorevole del settore. Di recente pure a Bergamo il costruttore polacco si è aggiudicato un appalto in corsa solitaria.

Come era chiaro, ad esempio, a Torino quando sono stati acquistati i 20 bus elettrici (più tre per Novara). Anche in quel caso bastava leggere il numero di bus da acquistare, la base d’appalto e si capiva subito chi si sarebbe aggiudicato il tender. Nel capoluogo piemontese i bus della cinese Byd (anche lì unica a presentare offerte) sono stati aggiudicati a circa 369mila Euro nella versione con un’autonomia da 310 km (comprensivo dei costi della stazione di ricarica) e contratto full-service da 10 anni.

Sono cari quelli di Bolzano? Considerando che nell’articolo in cui se n’è parlato ad aprile si parla di un’autonomia di soli 200 km e prendendo buoni i costi che già erano noti a fine giugno 2016, si parla di 550mila Euro per ogni bus da 12 metri (senza i costi della stazione di ricarica) e ben 690mila per quelli da 18 metri che sono i primi del produttore polacco in Italia.

Che a Bolzano si debbano pagare circa 200mila Euro in più per bus elettrici da 12 metri con autonomia ridotta di un terzo rispetto agli e-bus torinesi, questo solo i diretti responsabili possono spiegarlo e li invito a farlo.

Sulla questione bus elettrici e sulla loro presunta convenienza economica mi sono già espresso dettagliatamente in questo articolo qui su salto.bz (la foto del bus utilizzata allora non era stata scelta a caso...) su cui, come sempre, nessuno ha ritenuto di controbattere, soprattutto i diretti interessati che evidentemente si esprimono “ipse dixit”.

Poi, ovviamente, l’elettrizzato presidente Sasa Pagani e l’elettroentusiasta direttrice Piffer dovrebbero spiegare quale sia la logica di affiancare questi ipertecnologici e carissimi bus elettrici ai prossimi 38 bus a gasolio. Una contraddizione in termini e, soprattutto, in piena violazione del “Piano Clima 2050”. Come possa Sasa parlare seriamente di “mobilità sostenibile” non si sa. Vale la pena di ricordarlo.