Roma, pronte le sanzioni per i vigili assenteisti
Non è passata inosservata la negligenza dei vigili urbani che a Roma lo scorso 31 dicembre non hanno prestato servizio in massa, del resto, 767 assenti su 905 sono un numero impossibile da ignorare; nello specifico: 571 sono rimasti a casa per malattia, 81 per la legge 104, 63 che in un moto di irrinunciabile altruismo hanno deciso – guarda caso – di donare il sangue proprio il giorno di Capodanno e 52 per altri motivi (congedi parentali, ad esempio), con 44 agenti che devono ancora fornire una giustificazione per la loro assenza durante il turno in questione.
“È meglio che ti ci abitui da piccolo alle ingiustizie, perché da grande non ti ci abitui più!”, chiosava Alberto Sordi nel film "Il Vigile" di Luigi Zampa, ingiustizie che il sindaco Marino non ha alcuna intenzione di assecondare, “è un tradimento nei confronti della città — ha fatto sapere il primo cittadino -, credo che il primo pensiero della polizia locale dovrebbe essere la sicurezza dei propri concittadini. Se non entriamo nella convinzione che fare servizio pubblico debba essere legato all’idea di responsabilità e di amore ogni regola può essere infranta. Insomma quello che dobbiamo recuperare in una città come Roma e anche nel nostro Paese è il senso di responsabilità e di servizio pubblico”. Nel frattempo è stata avviata un’indagine interna e sono stati proposti dal Corpo della polizia locale alla Commissione disciplinare del Campidoglio i primi 30 provvedimenti disciplinari che prevedono sanzioni che vanno dalla sospensione per 11 giorni fino al licenziamento.
I rapporti fra il sindaco e i vigili, è opportuno ricordarlo, si sono inaspriti negli ultimi mesi, specie da quando il Comune ha voluto la riforma del salario accessorio e cioè le indennità per gli straordinari che i sindacati non hanno preso affatto bene, senza contare che i “fischietti” nella capitale sono innegabilmente pochi, come ammesso anche dal sindaco stesso: “Sono 6.200 ed effettivamente il numero assoluto è basso, per una città come Roma ne occorrono di più”.
In prima linea a difendere i vigili è sceso Beppe Grillo che ha lanciato su Twitter l’hashtag #forzavigili accusando il sindaco di voler “1) Distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla vicenda di mafia capitale collusa con i politici del Comune, a proposito Marino e Poletti quando vi dimettete? 2) Criminalizzare una categoria sul piano mediatico per agire con misure sempre più restrittive nei confronti di una parte del pubblico impiego”.
Il leader del M5S pubblica anche la lettera di David, vigile urbano, apparsa su Fanpage, in cui si legge:
“Non vi raccontano che i vigili sono in agitazione, insieme agli altri comunali, da un mese. Non vi raccontano che Marino, mostrando insofferenza e un po’ di schifo verso la categoria, non si è mai presentato agli incontri con i sindacati. Non vi raccontano che dal primo gennaio è entrato in vigore un nuovo contratto, imposto unilateralmente che prevede riduzioni di stipendio per tutti, su un contratto fermo già da 8 anni”.
La risposta del partito democratico non si è fatta attendere: “dopo essere arrivato a giustificare addirittura la mafia, dicendo che aveva una sua morale, ora Beppe Grillo difende i vigili assenteisti di Roma: ormai non ne azzecca più una”, inveisce Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd Lazio. Schermaglie a parte intanto il ddl Madia sulla riforma del pubblico impiego prosegue il suo iter e verrà esaminato domani pomeriggio, 8 gennaio, in commissione Affari costituzionali al Senato.
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