Non solo a Messina, ma anche in altre città siciliane l’acqua potabile non è garantita in continuità. A fare la coda alle fontanelle sono peraltro i cittadini più poveri. Si verifica esattamente la situazione che i promotori del vittorioso referendum contro la privatizzazione della gestione dell’acqua volevano evitare ed evocavano come possibile nefasto esito delle privatizzazioni stesse. Tutto in mani pubbliche per evitare le speculazioni. L’azienda idrica di Messina e quelle di molte altre città siciliane e non sono rimaste rigorosamente pubbliche, ma con la loro gestione non sono riuscite a garantire a tutti i cittadini il diritto fondamentale all’accesso all’acqua potabile. Un fallimento dello Stato, un grande affare del Mercato (dell’acqua minerale).
www.albertostenico.it