"Era un sogno, sì, ma..."
-
SALTO: Quando compone, utilizza il pianoforte, il computer, o le sono sufficienti carta e matita? Ha bisogno di avere silenzio attorno a sé?
Silvia Colasanti: Scrivo, come si usa dire, “ a tavolino”, senza pianoforte. Il mio pensiero è “sinfonico”, mi piace immaginare da subito i timbri degli strumenti per i quali vado a scrivere. Carta e matita dunque, il computer solo al termine, per i dettagli. Ho bisogno di silenzio, e comunque di isolarmi.
L’orchestra Haydn con Donato Renzetti alla direzione interpreterà il suo “Cede pietati, dolor – Le anime di Medea”. Ci presenta questo suo lavoro?
E’ un lavoro del 2007, commissionato dall’Orchestra della Toscana. Sono molto felice che sia ripreso, che i miei lavori abbiano una loro vita, non termini con la loro prima esecuzione.
Nella stessa serata della sua prima esecuzione era in programma anche la Medea di Jiří Antonín Benda. Per questo avevo pensato di proporre un brano senza parola, senza voce, raccontando il dramma interiore di Medea attraverso una drammaturgia di suoni. Mi sono rifatta alla Medea di Seneca, a quando è dilaniata tra il suo ruolo di madre e quello di moglie, tra il vendicarsi con Giasone colpendolo in quanto ha di più caro, cioè i figli, e il suo amore verso i figli, il suo sentimento per la maternità. Una contraddizione in cui , come dice il titolo “Cede pietati, dolor”, l’odio e il dolore prevalgono sulla pietas.
Ho affrontato spesso il tema del mito, anche con melologhi e Opere. Credo che le figure del mito riescano a raccontare in modo esemplare, ancora oggi in maniera molto forte, chi siamo noi, oggi, con i nostri dubbi, le nostre ombre e lacerazioni. Medea è una di queste.
-
In occasione delle esecuzioni della sua musica preferisce lasciare “carta bianca” agli interpreti o proporre un confronto?
Il compositore non vive senza l’interprete. Tutto quello che noi scriviamo resta sulla carta fino a quando gli interpreti non gli danno vita. L’interprete per me è una figura fondamentale, che sia il direttore, il solista, oppure l’orchestra, o i cantanti. Un brano di musica parte dal compositore, passa attraverso la lettura dell’interprete, e vive attraverso il pubblico. Solo attraverso queste tre figure un pezzo di musica è “vivo”. A me piace che l'interprete porti la sua esperienza artistica e umana nella lettura di un pezzo. Amo moltissimo il confronto con gli interpreti. Non credo sia il compositore a sapere come vada interpretato un pezzo. Il compositore lo scrive e poi il pezzo non è più suo, diventa di chi lo suona e di chi lo ascolta.
Crediamo che anche il mestiere di compositore si trasformerà con le sempre maggiori possibilità offerte dall'intelligenza artificiale. Lei è titolare dal 2022 della cattedra di Composizione presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Come immagina sarà il lavoro di compositore per i giovani a cui lei oggi insegna?
Le possibilità offerte dall'intelligenza artificiale saranno strumenti sempre più importanti nelle nostre vite, saranno dei mezzi importantissimi, ma sono convinta non arriveranno a sostituire l’umanità che ci portiamo dentro, con le sue imperfezioni e imprevedibilità. Pensando al futuro dei miei allievi, credo che quello del compositore sia un mestiere che non morirà mai. Avremo sempre voglia di raccontare delle storie, e credo e spero ci sarà sempre un pubblico desideroso di rispecchiarsi in queste storie e di riconoscersi.
Comporre musica era il suo sogno di bambina?
Non provenendo da una famiglia di musicisti, non avevo mai pensato che la musica potesse diventare un lavoro. Era un sogno, sì, ma non mi sembrava troppo realizzabile. Ho cominciato a suonare presto, e attraverso le figure che ho incontrato negli anni di studio ho scoperto che mi piaceva scrivere, mi sembrava una passione fortissima. E’ un privilegio quello di riuscire a vivere attraverso quello che era una nostra passione grande, una nostra esigenza, anche un nostro modo di conoscerci e di prendere consapevolezza di chi siamo.
Pensa con Dostoevskij che “la bellezza salverà il mondo?”
Credo anch’io che la bellezza salverà il mondo, perché la poesia, la letteratura, l’arte in genere, hanno proprio questa capacità di trasformare anche le cose più dolorose in bellezza. Questo è meraviglioso per chi scrive, sia letteratura oppure musica, e per chi ne fruisce.
-
Martedì 10.12.2024 alle 20.00
ORCHESTRA HAYDN
Donato Renzetti, direttore
musiche di Silvia Colasanti e Anton BrucknerBolzano, Auditorium
I biglietti, il cui costa varia da 28 a 3 Euro, si possono acquistare online o alla biglietteria del Teatro Comunale di Bolzano. +39 0471 053800 / [email protected].