Wirtschaft | Lavoro

“Aumentare il costo del lavoro non è la soluzione”

Corrarati, presidente della CNA-SHV, propone il welfare d’area rilanciando il modello contrattuale territoriale. “Risposte concrete a problemi reali”.

Suscita perplessità la contraddizione emersa fra i dati contenuti nel rapporto della Camera di commercio di Bolzano e in quello dell’AFI-IPL diffusi ieri, 7 aprile. È quanto dichiara Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV. L’Ire (l’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio) indica per il 2016 una crescita del Pil altoatesino pari all’1,5% e l’87% di aziende con una previsione di redditività positiva. L’Ipl replica auspicando che buona parte degli incrementi di redditività vengano tradotti in aumenti salariali. “Non possiamo immaginare che le relazioni sindacali rimangano immutate e immutabili anche dopo la crisi. Come associazione datoriale siamo pronti a un confronto territoriale con i sindacati che si basi su una nuova stagione di rapporti che tenga conto delle esigenze dei datori di lavoro e dei lavoratori inserite in un contesto sociale che necessita più di welfare e servizi alla persona che di semplici aumenti salariali”, commenta Corrarati.

Necessario, a questo punto, sviluppare la contrattazione territoriale con i sindacati stessi per coinvolgere le micro e piccole imprese. “Non è possibile pensare - dice il presidente della Cna-SHV che i dati favorevoli della congiuntura nel 2016, dopo una crisi che dura dal 2008, si traducano in aumenti salariali automatici. Molte piccole imprese hanno dovuto far fronte a crisi di liquidità e ristrutturazione dei debiti, oltre alla mancanza di ordinativi, mentre la pressione fiscale è salita al 63%, secondo i dati dell’Osservatorio CNA”.

Alla luce di queste considerazioni, dunque, e tenendo conto dei primi segnali di stabilità, “aumentare il costo del lavoro non è una soluzione sostenibile”. La strada da seguire, piuttosto, è quella della revisione del modello di contrattazione territoriale “coinvolgendo le aziende nello sviluppo di forme di welfare di area che vadano incontro alle esigenze dei lavoratori e dei datori di lavoro nel campo della conciliazione lavoro-famiglia, dell’assistenza sociale e del tempo libero attraverso agevolazioni fiscali alle stesse aziende che aderiscono a tali iniziative”, spiega ancora Corrarati. Si tratta di un modello innovativo - sottolinea infine il numero uno dell’associazione degli artigiani - “che, con il sostegno dell’ente pubblico, può dare risposte concrete ai problemi reali delle persone senza gravare le aziende di costi aggiuntivi”.