Alex Schwazer non potrà partecipare ai Giochi olimpici di Rio, la Iaaf (la federazione internazionale di atletica leggera) lo ha sospeso con effetto immediato. L’atleta era stato trovato positivo a un controllo antidoping effettuato a inizio anno, e ora le analisi del campione B hanno confermato i risultati. Il marciatore altoatesino era tornato alle gare a maggio, dopo aver scontato una squalifica di tre anni e mezzo sempre per doping. Gerhard Brandstätter, avvocato difensore di Schwazer punta sull'inquinamento esterno della provetta ma le speranze erano basse: “Non ci aspettiamo molto. Abbiamo eccepito irregolarità anche gravi nel trasporto al laboratorio convenzionato del campione di urina prelevato ad Alex”. Il legale, tuttavia, sembra non volersi dare per vinto: “Cercheremo immediatamente di impugnare la sospensione, probabilmente già lunedì - riferisce all'Ansa -. A questo punto reagiremo immediatamente. È triste vedere come la Iaaf abbia sospeso Schwazer, senza riconoscere in alcun modo i passi che erano già stati fatti. Abbiamo in mano la prova - aggiunge Brandstätter - che non si tratta di doping, e che nella condotta di Schwazer tutto è stato regolare. C'è stato un intervento esterno sul prelievo, è evidente, già nel mese di maggio e ciò è estremamente grave, ora ricorreremo contro la sospensiva con l'auspicio che si arrivi in tempo a stabilire la verità”. Duro il commento di Sandro Donati, allenatore di Schwazer: “I responsabili di questo omicidio sportivo devono essere ricercati all'interno della struttura della Iaaf”.