Gesellschaft | Francesco Palermo

Partecipazione e modello cooperativo

Riportiamo di seguito una sintesi dell'intervento del prof. Palermo in occasione del nostro congresso del 22 ottobre 2021.
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Foto: Coopbund

Il mondo cooperativo è caratterizzato da un aspetto di fondamentale importanza per la società nel suo complesso, un aspetto che forse non è ancora stato sottolineato a sufficienza: la partecipazione.

Elemento ad oggi imprescindibile dei processi decisionali, la partecipazione è espressione delle esigenze di una cittadinanza che non si accontenta più di rispondere in modo acritico a decisioni calate dall’alto, top down, ma vuole essere parte attiva del processo democratico. Se gestito bene, tale desiderio può sviluppare un potenziale straordinario ad oggi non ancora del tutto noto.

A tal fine è necessario un sistema di regole che agevoli la partecipazione sia nel modo di fare le leggi che nel modo di applicarle. Questo è importante anche per evitare che le decisioni, buone o cattive che siano, vengano boicottate - generando situazioni potenzialmente conflittuali - da chi non ha avuto la possibilità di partecipare alla loro elaborazione. Una società conflittuale è infatti una società meno efficiente.

Come procedere dunque, nell’elaborazione di tali norme?

Guardare, ancora una volta, al mondo della cooperazione, può diventare la chiave per affrontare nel modo migliore un tema altrimenti non privo di insidie e contraddizioni. Al giorno d’oggi, infatti, il modo in cui le norme sono prodotte è forse ancora più importante del loro contenuto. Perché se elaborate in astratto, per quanto buona possa essere la loro qualità, restano deficitarie sotto il profilo dell’inclusione dei diversi segmenti di una società plurale, che le assemblee elettive non possono più rappresentare interamente.

Le norme devono garantire sia qualità che democraticità. E il mondo della cooperazione ha dimostrato, fin dalle sue primissime manifestazioni, di essere in grado di saper mantenere il giusto equilibrio tra democrazia e partecipazione ed è per tale ragione che, a mio avviso, è da considerarsi la matrice cui ispirarsi per predisporre delle regole che valgano per tutta la società.

Il compito della cooperazione è quindi oggi più sociale che mai: perché, con i suoi principi mutualistici e cooperativi, e dunque partecipativi, ha una funzione di ispirazione per la società nel suo complesso, ben oltre la sola sfera degli associati.

Naturalmente l’auspicio è che anche i decisori politici guardino al mondo della cooperazione come ad una delle più valide fonti di ispirazione per ammodernare il sistema decisionale prima che diventi troppo complesso e quindi ingestibile.

Un proverbio norvegese che mi ha sempre colpito molto fa notare come non esista il cattivo tempo, ma solo l’abbigliamento sbagliato. Se un problema è troppo complicato normalmente non significa che non si possa risolvere, ma semplicemente che si stanno usando gli strumenti sbagliati per farlo, e questo è valido in montagna così come nel mondo istituzionale e normativo.

Da quando le regole hanno, per fortuna, smesso di essere scritte dal sovrano e sono diventate la base della vita sociale organizzata, si sono inventati strumenti, nel corso del tempo, sempre più articolati: parlamenti, amministrazioni, corti costituzionali e molti altri. Uno dei principali strumenti della democrazia contemporanea è la partecipazione, e uno dei luoghi in cui è maggiormente esercitato è la cooperazione.