Film | BFFB 2025

“Mi piace spostarmi da me”

L'attrice Alba Rohrwacher ha ricevuto il Premio alla carriera al Bolzano Film Festival Bozen. A SALTO racconta le scelte della retrospettiva, il suo rapporto con le lingue – e con il personaggio di Elena Greco.
Alba Rohrwacher
Foto: Bolzano Film Festival Bozen
  • SALTO: Sabato scorso (5 aprile) le è stato consegnato il Premio d'Onore alla Carriera 2025 al Bolzano Film Festival Bozen. Che significato dà a questo riconoscimento?

    Alba Rohrwacher: Sono molto onorata e grata al Bolzano Film Festival per questo riconoscimento, in particolare a Vincenzo Bugno. Quando m’ha contattata per questa possibilità, m’è sembrata molto bella: abbiamo ripercorso insieme tutta la mia filmografia per scegliere i film che saranno proiettati in questi giorni. Purtroppo poi avevamo già deciso la data (per la premiazione, ndr) ma ho iniziato a girare un film su Roma ed era troppo complicato raggiungervi, perciò abbiamo optato per un video-collegamento. Quel giorno Vincenzo e il suo gruppo mi hanno mandato questi premi bellissimi. E quindi, ecco, anche a distanza è stata comunque una festa.

    A proposito dei tre film scelti per il programma del BFFB, “Hungry Hearts”, “Mi fanno male i capelli” e “Le occasioni dell’amore (Hors-saison)”. Perché la scelta è ricaduta proprio su questi tre film?

    Abbiamo valutato tante possibilità, ma ci sembravano i tre film più adatti. Due sono abbastanza recenti, anzi, uno è recentissimo, il film del grande regista francese Stéphane Brizé “Le occasioni dell’amore”, uno dei miei ultimi lavori e comunque un film “romantico”. Poi un film, “Mi fanno male i capelli” di Roberta Torre, che con intelligenza e grazia rendeva omaggio a una grande attrice del cinema italiano, Monica Vitti, usando un tono però completamente diverso, quindi andando nel fantastico, con dei toni da commedia che sono veramente diversi dal film di Brizé. Per poi arrivare a un film del 2014 di Saverio Costanzo, dove invece i toni sono ulteriormente diversi, perché è un film pieno di tensione, dove si mette in scena un personaggio nero, pericoloso, con una problematica molto importante. Mi sembravano tre donne diversissime ed era interessante poterle unire in una retrospettiva. 

     

    Il plurilinguismo nel mio lavoro? Da un lato c'è un'abitudine a un idioma che non sia la mia lingua madre, dall'altra mi piace spostarmi da me.

  • L'attrice Alba Rohrwacher premiata al BFFB 2025: le motivazioni del Premio alla carriera lette dal direttore artistico del festival, Vincenzo Bugno. Foto: Daniele Fiorentino/BFFB
  • Nella sua storia personale e familiare sono presenti più lingue. Ne “Le occasioni dell’amore" lei recita in lingua francese, in "Le meraviglie” è presente la lingua tedesca. Quale ruolo gioca nel suo lavoro la conoscenza di altre lingue, così come il plurilinguismo?

    Sicuramente mi sento a mio agio anche recitando in lingue che non sono la mia lingua madre, un po' perché sono stata abituata a confrontarmi con lingue diverse: tutti i miei parenti parlano il tedesco, il tedesco lo parlo ma non bene come l’italiano. Quindi da una parte c'è sicuramente un'abitudine a un idioma che non sia il mio, ovvero la mia lingua madre, e dall'altra anche perché mi piace comunque spostarmi da me.

    Con “Vergine Giurata” le è capitato di girare in Sudtirolo. Qual è il suo rapporto, se c'è ovviamente, con questo territorio?

    Abbiamo girato il film di Laura Bispuri proprio a Bolzano, infatti è stato un film che è già stato proiettato tante volte lì e perciò alla fine abbiamo deciso di saltarlo per il BFFB. L’Alto Adige è stato un luogo meraviglioso in cui lavorare, e sono legata a questo luogo soprattutto perché quel film è un film a cui tengo particolarmente.

    Poc’anzi accennava che sta lavorando a Roma al film tratto dall’ultimo romanzo di Michela Murgia, “Tre ciotole”.

    Siamo girando con la regista spagnola Isabel Coixet, che – per chi non conoscesse la sua cinematografia – ha realizzato moltissimi film belli. È molto bello il lavoro con lei, così come lavorare insieme a Elio Germano.

    In questi giorni è uscito su Vogue Italia il bellissimo dialogo tra l’attrice Isabella Rossellini, lei e sua sorella, la regista Alice Rohrwacher. Quest’ultima afferma a un certo punto che lei “si tiene sempre qualcosa dai film che fa”. Lì si parlava di vestiti, ma cosa s’è portata dietro, si è tenuta in qualche modo del personaggio di Elena Greco, cui ha dato voce e che ha interpretato nella serie de “L’amica geniale”.

    Guardi, è stato un lavoro totalizzante: è stato più che un lavoro, perché ha riguardato tanti anni della mia vita, è iniziato con le voci fuoricampo di questo personaggio, voce pensiero, ed è terminato con il far coincidere la voce e il volto. È stata una traversata, forse ancora non so... mi porto la consapevolezza di aver raccontato uno dei personaggi più complessi che mi siano mai stati affidati, complesso in un modo molto sotterraneo, in un modo non immediato, in un modo complesso nella sua profondità e nella sua contorsione interiore. È un personaggio pieno di contraddizioni che mi ha sedotta, mi ha sedotta e mi ha stregata. E mi ha totalmente vinta, nel senso che la guardavo da lontano, non capendola, e poi invece l'ho capita talmente tanto da perdermi in lei. Quindi è stato veramente un viaggio attoriale importante, quello fatto con il personaggio di Elena Greco.

     

    Elena Greco de L'amica geniale è un personaggio pieno di contraddizioni che mi ha sedotta e mi ha stregata. E mi ha totalmente vinta.

  • La cover di Vogue Italia di aprile 2025: Alba e Alice Rohrwacher intervistate da Isabella Rossellini e fotografare da Bea De Giacomo. Foto: SALTO
  • In molti casi c'è un legame tra cinema e letteratura: in questo caso con i romanzi di Elena Ferrante, prima parlavamo di Murgia, e poi c’è “La solitudine dei numeri” tratta dal libro bestseller di Paolo Giordano – mentre il film “Hungry Hearts” è tratto dal romanzo “Il bambino indaco” di Marco Franzoso. Com’è lavorare al romanzo che poi diventa film?

    Di sicuro dà la possibilità di un materiale – per quanto riguarda l'approccio al personaggio e lo studio del personaggio – ancora più vasto, in quanto nella scrittura del libro uno può trovare delle intuizioni, dei dettagli, delle immagini che possono poi arricchire quello che invece rimane nella sceneggiatura. Quindi penso proprio a un lavoro che dà una possibilità in più. Rispetto a “L’amica geniale” penso a qualcosa d’ulteriore, penso proprio a quel romanzo come a una sorta di bussola. Perché negli altri due casi – come anche in questo tratto da “Tre ciotole”  – le sceneggiature partivano dal romanzo ma poi volavano da un'altra parte. Ne “L'amica geniale” invece sentivo che il romanzo era la nostra bussola. E ce lo mostrava ogni giorno: quando noi rischiavamo di perderci, il romanzo ci riportava sulla giusta via.

    L’altro Premio alla Carriera 2025 al BFFB è stato assegnato al regista Christian Petzold.

    Sì, sono grata al festival per questo riconoscimento che tra l'altro arriva proprio insieme a un artista che stimo molto. E quindi mi fa piacere che questo festival ci unisca, mi fa piacere perché è un artista che seguo dall'Italia, seguo il suo cinema. Che il Bolzano Film Festival Bozen c’abbia uniti mi sembra una cosa molto bella.

  • L'arte della trasformazione

    Alba Rohrwacher (*1979) è una delle attrici più versatili e apprezzate del panorama cinematografico europeo. Dapprima studentessa di medicina, scopre la sua vocazione per la recitazione e si forma all'Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma.

    Il suo debutto cinematografico risale al 2004 con L'amore ritrovato di Carlo Mazzacurati, ma è con Giorni e nuvole (2007) di Silvio Soldini che si afferma definitivamente.

    La sua carriera è costellata di interpretazioni memorabili che ne rivelano la straordinaria versatilità e sensibilità interpretativa: da Io sono l'amore (2009) di Luca Guadagnino a La solitudine dei numeri primi (2010) e Hungry Hearts (2014) di Saverio Costanzo, fino a Vergine giurata (2015) di Laura Bispuri. In ognuno di questi film, l'attrice ha dato prova di una capacità unica di incarnare personaggi complessi e di grande intensità emotiva.

    Ha instaurato una proficua collaborazione artistica con la sorella regista Alice Rohrwacher, contribuendo a numerosi progetti di grande valore artistico, tra cui Le meraviglie (2014) e Lazzaro felice (2018), entrambi premiati a Cannes. Il loro più recente lavoro congiunto, La Chimera (2023), è stato accolto con entusiasmo alla Croisette, confermando la sua capacità di attraversare epoche e narrazioni con una naturalezza straordinaria.

    Foto: Harald Krichel/Wikimedia

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