Noi
“In Italia noi accettiamo troppi immigrati e profughi: poi questi chiedono assistenza e non lavorano”, commenta la badante Moldava di mia madre davanti ad un telegiornale di questi giorni. Lei, extracomunitaria, lavora a Bolzano da alcuni anni. Ha assunto, in negativo, un senso di appartenenza, un nuovo sorprendente “noi”. È uno dei effetti del fenomeno delle immigrazioni di massa di queste settimane: cambia la percezione del noi e del loro. In Sudtirolo, la tradizionale identificazione per culture locali (Dt, it, lad.) viene derubricata e lascia il primo posto a quella comune di “noi residenti”. In Europa cresce una percezione geopolitica nuova, “noi europei”, ininmmaginabile solo poche settimane fa. Le migrazioni bibliche in corso, cambiano il nostro continente nella sua (sue) identità. Con quali nuovi contenuti? È questa la sfida cui stiamo partecipando tutti, in questi giorni: sappiamo cosa siamo e cosa eravamo. Tocca urgentemente occuparci, di cosa diventeremo.
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