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Truffati o traditi?

Gli azionisti delle banche vittime della crisi aspettano la risposta del governo, che mistifica la realtà e prova a far fruttare anche questa vicenda in chiave elettorale
Risparmiatori
Foto: upi

Nella neolingua sovranista, quando il cittadino incontra la banca e ne subisce un danno, quel cittadino è stato truffato. Perché la banca è cattiva, e il popolo è - per natura, specie in campagna elettorale - buono. Così, sarebbero «i truffati delle banche» (così li definisce il vicepremier Luigi Di Maio) quelli che martedì 8 aprile hanno incontrato a Roma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria

E a loro vantaggio va il decreto che avrebbe dovuto essere licenziato il 9 aprile del consiglio dei ministri, ma che è slittato: l'accordo raggiungo prevede un rimborso diretto per chi (circa il 90% della platea) abbia imponibile entro i 35 mila euro o patrimonio mobiliare entro 100.000 euro, con arbitrato semplificato per gli altri.   

Ecco come il Paese aiuta le famiglie «truffate», non lascia soli gli italiani (parafrasando uno dei claim leghisti). Tra le sigle che hanno partecipato al vertice, però, ci sono gruppi e reti che fin dal nome richiamano altri concetti, come il Movimento Risparmiatori Traditi.
Traditi o truffati, quindi? È corretto che questi soggetti si sentano traditi, perché l'azzeramento del valore delle banche via via «commissariate» dai governi Renzi e Gentiloni - Banca Marche, Carife, Cassa di risparmio di Chieti, Popolare dell'Etruria, Veneto Banca, Popolare di Vicenza -rappresenta senz'altro un tradimento della fiducia riposta nella solidità degli istituti di credito, in tanti casi minata dal comportamento del management. I traditi, però, non sono semplici risparmiatori, perché sono persone che (anche) avevano investito nel capitale delle banche dopo avevano depositato i propri risparmi, e quindi si erano trasformati (anche) in azionisti.


Al lettore dev'esser chiaro che le banche non sono tutte uguali

Ecco perché è scorretto affermare, come fa il ministro Luigi Di Maio, che l'8 aprile era al Vinitaly e non ha partecipato alla riunione romana, «tutto quello che si farà per i truffati delle banche deve avere il loro assenso, altrimenti non si va da nessuna parte», reiterando che «l'unica linea che può passare è quella dettata dagli stessi truffati, non passa né la mia né quella di un altro altrimenti è inutile che facciamo i rimborsi». Non è corretta nemmeno la lettura del presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che dal Salone del Mobile di Milano ha puntellato la maggioranza: «Credo che si debba trovare una soluzione per pagare tutti i clienti delle banche, i risparmiatori che hanno subito un danno per responsabilità altrui. Che si trovi una soluzione che sia seria».

I risparmiatori-azionisti non possono essere considerati tutti uguali, né il criterio per classificarli può essere quello del reddito imponibile. E poi, le sei banche di cui sopra non sono le uniche che hanno visto un tracollo dei corsi azionari negli ultimi anni: ci sono anche Cassa di Risparmio di Cesena, CARIGE, Monte dei Paschi di Siena. Come si porrà il governo nei confronti dei risparmiatori traditi da questi istituti? Si andrà a creare un precedente?

Al lettore dev'esser chiaro che le banche non sono tutte uguali. In Italia esiste -da vent'anni una Banca popolare Etica: è un istituto di credito solido e trasparente, forte di una raccolta di quasi 1,6 miliardi di euro e di oltre 42mila soci. Banca Etica è l'unica a pubblicare sul proprio sito un elenco di tutti i soggetti giuridici a cui ha accordato un finanziamento, con impieghi complessivi pari a 961 milioni di euro al 31 marzo 2019.
Il bilancio sociale dell'istituto riporta un dato interessante (si fa riferimento all'anno 2017): il tasso di sofferenze nette era pari allo 0,89%, contro una media del sistema bancario italiano nello stesso anno del 3,74%.

Le «sofferenze» (quei crediti che difficilmente potranno essere restituiti dai soggetti cui sono stati erogati, primo motore delle crisi bancarie) stanno in chiaro nei bilanci delle banche, quelli che i risparmiatori-azionisti traditi avrebbero potuto e dovuto leggere, quelli che molti di loro hanno anche votato. Salvo poi cavalcare l'onda, e accodarsi alla grancassa di governo.

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Martin Daniel Fr., 12.04.2019 - 16:19

Finalmente un articolo che differenzi un pò! In effetti, le parole di Tajani sono del tutto fuorvianti: «Credo che si debba trovare una soluzione per pagare tutti i clienti delle banche, i risparmiatori che hanno subito un danno per responsabilità altrui...». I risparmiatori veri e propri non hanno subito danno alcuno, in quanto nessun correntista o detentore di depositi bancari ha sofferto delle perdite. Sono stati obbligazionisti e azionisti ad aver subito delle perdite, i primi delle perdite parziali, i secondi anche totali. È chiaro che molti di essi non erano coscienti dei rischi che correvano e perciò va appurato caso per caso se c'é stata truffa da parte delle banche nel piazzare questi prodotti. Ma è chiaro anche che non pochi avranno fatto una scelta ben precisa facendo un investimento per ottenere dei ritorni più alti rispetto alle varie forme di conti bancari. E che per diversi anni hanno percepito cedole e dividendi di cui ora in sede di rimborsi andrebbe tenuto conto. In questa luce la risposta del Governo precedente appare molto più differenziata ed equa (nonchè compatibile con le regole UE).

Fr., 12.04.2019 - 16:19 Permalink