Umwelt | Il dibattito

Tutti i rifiuti portano a Bolzano

Con il nuovo inceneritore tutta l'immondizia della Provincia arriverà nel capoluogo. Vedovelli (M5S): “Costi ambientali importanti”, Fattor (Ecocenter): “No, solo qualche camion in più”.
Kommt heuer erneut nach Steinegg: Ausnahmegitarrist Mike Stern.
Foto: Sandrine Lee

Dopo anni di lavori – e di polemiche – entro la fine del giugno il nuovo inceneritore verrà acceso, con un periodo di prova di sei mesi. Tra le novità di rilievo, l'impianto gestirà tutta l'immondizia prodotta sul territorio, inclusa quella di Venosta e Pusteria che finora utilizzavano discariche locali, come è stato confermato dal vertice tenuto tra il presidente della Provincia Luis Durnwalder e quello del Consorzio dei Comuni Arno Kompatscher. E qui sorge un problema: come verranno trasportate le tonnellate di rifiuti prodotte da queste valli fino al capoluogo? “Dai calcoli che abbiamo fatto usciva una cifra importante in fatto di autocompattatori carichi di rifiuti che devono arrivare fino a Bolzano e poi tornare indietro vuoti, con costi ambientali da valutare” sostiene il consigliere comunale bolzanino del MoVimento 5 Stelle Claudio Vedovelli, da anni fiero avversario del progetto. C'è poi il problema della quantità di rifiuti. Continua Vedovelli: “Se si spinge con maggiore convinzione sulla differenziata, se si considera che la crisi ha contratto i consumi e di conseguenza l'immondizia che ne deriva e si considera anche che i calcoli fatti per giustificare un'opera come l'inceneritore prevedevano cifre in crescita nel tempo, ci rendiamo conto che i rifiuti prodotti in provincia rischiano di non bastare ad alimentare l'impianto, anche nell'ottica – lucrosa – del teleriscaldamento”. E lo smantellamento del vecchio impianto con i relativi costi, compresi quelli per la bonifica del territorio? “Finora non ho sentito una parola su questo in Consiglio – sostiene il consigliere 5 Stelle – ma credo che questa spesa sarà a carico del Comune e comunque finirà per pesare sulle tariffe pagate dai cittadini”.

La differenza nell'analisi con il presidente di Ecocenter – da poco riconfermato nella carica – Stefano Fattor è macroscopica. “Di autocompattatori carichi di rifiuti ne girerà qualche unità in più rispetto a quanto accade oggi – replica –. La catena di trasporto tra i Comuni di tutti i comprensori va a razionalizzare il trasporto dei rifiuti, che verranno convogliati in pochi punti e poi verso Bolzano partiranno pochi mezzi con grande capacità di carico”. Gli oppositori al progetto sostengono che l'impianto è sovradimensionato rispetto alle necessità del territorio, si finirà per importare immondizia da utilizzare come “combustibile”? “Questa è una leggenda metropolitana – risponde Fattor –. Le quantità di rifiuti da smaltire aumentano di anno in anno o comunque restano almeno costanti. Le 115-120mila tonnellate annue di capacità verranno raggiunte”. Intanto però si moltiplicano le iniziative dal basso per arrivare all'obbiettivo “rifiuti zero” e le direttive europee prevedono il bando per l'incenerimento dei rifiuti già dal 2020, considerandola una pratica di gestione del problema ormai obsoleta. Fattor è poco convinto: “Se non cambiamo la legge sugli imballaggi, ad esempio, il problema non lo risolviamo. In generale poi non esiste un modello buono per tutti e a Bolzano c'è un problema di densità abitativa: quando ci sono 20mila persone per chilometro quadrato, dover prevedere bidoncini differenziati per ogni tipo di materiale diventa un'impresa da gestire”. Tutto bene quindi? Non proprio. Il presidente di Ecocenter è preoccupato per un altro aspetto della complessa questione. “La realizzazione della rete di teleriscaldamento è ancora molto indietro e la mancata messa in funzione nei termini comporterà una perdita economica cospicua e anche un danno ambientale se si considera lo stimato -20 per cento del carico di inquinanti nella conca bolzanina dovuta allo spegnimento delle caldaie per riscaldare gli edifici, sostituiti appunto dal teleriscaldamento”.