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Design #6 – COSMO

Sesto appuntamento per il design locale a Merano Arte: lo studio di design di Bolzano Lupo & Burtscher col nuovo progetto Time to relight
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Foto: Cosmo

La differenza è potenzialità! Dice così il titolo di uno dei tanti appuntamenti organizzati dall’associazione culturale Lungomare con sede a Bolzano per fare formazione e stimolare il dialogo interculturale in vari ambiti. Così lo Studio di design Lupo & Burtscher, una costola della stessa, essendo per di più direttamente referenziale ai due fondatori di Lungomare, Daniele Lupo e Angelika Burtscher, si è inventato un nuovo progetto: Cosmo. “Un marchio che produce oggetti realizzati a mano in dialogo con designer e artigiani in fuga dal loro paese di origine”, leggiamo sul flyer distribuito all’inaugurazione di Design #6 presso lo Shop di Kunst Meran/o Arte. La curatrice della galleria meranese Christiane Rekade, con il suo abituale savoir faire tra conoscenza, sapere e la giusta dose di umorismo ha presentato questa iniziativa, in cui ogni due/tre mesi viene messo il focus su un artigiano-artista-designer che opera nella realtà alto-atesina.

 

Dunque, cosa produce Cosmo? Sul banco in vetro vediamo diversi oggetti nei colori beige-naturale, nero e rosso: caratteristiche in comune di tutti sono che le forme hanno tante sfaccettature irregolari e il materiale è legno. Impariamo che questa prima edizione si chiama Time to relight ed è a cura della stessa coppia Lupo & Burtscher per quanto riguarda le linee del design, mentre l’artigiano “in fuga” è Bakary Darboe proveniente dal Gambia, dove si era formato come falegname e aveva aperto un proprio laboratorio. Nato nel 1981, la sua fuga era iniziata nel 2014, quando ormai aveva 33 anni, e dopo aver attraversato l’Africa e il Mediterraneo era approdato in Italia per chiedere asilo politico. Risiede attualmente nella città di Torino, è in attesa del riconoscimento del suo status sociale e sogna di poter lavorare anche qui come falegname per poi riuscire a tornare nel suo paese di origine e riunirsi nuovamente alla sua famiglia.
Nel corso del dialogo con Rekade, Daniele Lupo racconta che risale al 2016 l’idea di individuare persone di diversi paesi, identificarne le potenzialità e saperle (far) utilizzare a fini di nuovi progetti, nuove realtà produttive, nuove strade di vita. Il test con Bakary era di dare in mano a lui altri tipi di utensili, come ad esempio una sega di tipo giapponese, con cui si lavora a traino e non a pressione come con le seghe in uso dalle nostre parti. Lui porta con sé una manualità imparata sul e con l’artigianato africano, ed era interessante osservare cosa ne sarebbe uscito. Poi, una volta confermato il suo estro creativo, gli era stato consegnato un cubo di legno di noce e lui, grazie a tagli e intagli fatti ad arte, ne ha tirato fuori una forma tutta particolare, piena di angoli e facciate di diverse dimensioni, simile a una scultura: un portacandele. Ognuno di questi ovviamente è diverso, essendo fatti a mano, molto accattivanti nel loro presentarsi come tali. Ed essendo tutte le opere così create, pezzi unici, hanno anche un prezzo leggermente più caro, perché dietro c’è molta cura e molto lavoro a mano, anche di diverse persone – come vedremo per le altre forme sviluppate per questa prima serie, erano partecipi la falegnameria Christian Mitterdorfer e i tornitori della Drechslerei Fritz e Benno Vinatzer.

 

Una seonda forma è stata estratta da un pezzo tubolare di legno di cirmolo: svuotata all’interno e nuovamente sfaccettata all’esterno, essa si presenta come vaso; e ulteriormente tagliata in due metà perpendicolari risulta un porta-oggetti. Qui i colori sono il rosso e il nero. Abituato alla sua tradizione, Bakary ha usato il carbone per colorare di nero e l’ossido di ferro per creare quel tipico rosso-bordeaux delle sculture africane, poi li ha fissati con una lacca. Piccola nota a margine: in Africa usano una lacca sintetica, più nociva per l’ambiente, a Bolzano ne hanno usato un altro tipo più neutro. Questi vasi sono disponibili con 6, 8 o 12 sfaccettature, mentre il “vaso-scultura” – lo chiamo così essendo, secondo me, un vero capolavoro di fusione tra tecniche e linee artigianali africane e altoatesine nel lavorare il legno – è un pezzo davvero unico. Il legno stavolta è di rovere, più duro, dapprima è stato lavorato dal tornitore e poi è intervenuta la mano esperta di Bakary Darboe per creare quella serie di anelli con tanto di fini incisioni parallele che danno corpo e finezza al vaso, e che lui era solito fare per farle sembrare le linee dei capelli nelle sculture africane del suo paese.
Interessante da sapere inoltre è che Bakary, nel creare le forme, le linee e i colori dei suoi meravigliosi oggetti - per non dire opere d’arte - aveva in mente la metodologia di costruzione delle capanne tipiche nei villaggi in Gambia. Elementi architettonici e colori della terra.
In un primo momento, ricorda Daniele Lupo alcuni passaggi del progetto iniziato tre anni fa - anche per spiegare il lungo tempo trascorso prima di arrivare al decollo vero e proprio - si pensava di far realizzare le opere direttamente in Africa. Ma: si erano resi conto che ne sarebbero uscite forme troppo tondeggianti ed era meglio contaminare anche la parte artigianale.

 

Ora si pensa già a nuove serie, con nuovi artigiani e nuovi artisti locali. Uno è già stato annunciato: creare oggetti con la tecnica dell’intreccio. Come riferimento artigianale locale lo Studio di design Lupo & Burtscher ha chiamato Annemarie Kaser di Merano, nota per le sue ceste in fibra naturale intrecciata a regola d’arte, tenendo d’occhio da una parte le forme naturali e dall’altra la loro espansione o ritrazione o deviazione per crearne continuamente di nuove, inaspettate, insolite. L’impronta artistica da design per questo nuovo progetto sarà quella di Martino Gamper, mentre per la realizzazione verrà selezionato un altro o un’altra migrante.
Infine, Lupo aggiunge che hanno già in mente un nuovo modello, ossia di esporre questo progetto come tale facendosi invitare da altre realtà locali e da altre strutture. Un primo partner dovrebbe già esserci, a Bayreuth in Germania.
Le opere di Bakary Darboe sono visibili dal vivo (e acquistabili) allo Shop di Merano Arte fino al 12 gennaio 2020, oppure – assieme a ulteriori informazioni - sul sito www.meet-cosmo.it .