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I Polemici al Sudwerk

Tanti ospiti e sonorità diverse in uno show del gruppo Polemici con il loro “E’ solo questa data Tour“ che celebra la voglia di fare musica a Bolzano. In apertura i due bolzanini Yomer e Thomas Traversa.
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Foto: Alessandro Farina
  • “E’ solo questa data Tour” dei Polemici si apre e si chiude giovedì 7 dicembre al Sudwerk di Bolzano. Lo storico gruppo HipHop/Crossover si è esibito nella suggestiva location sotto al Batzen in una performance coinvolgente. La fine e l’inizio della serata sono accompagnate dal dj set di Comet, dalle sonorità funky ma allo stesso tempo energiche. 
    Il concerto è stato aperto da Yomer, performer e scrittore, accompagnato alla chitarra da Thomas Traversa. I due si sono esibiti su un tappeto di basi di Traversa, che ha anche curato l’arrangiamento dei brani più recenti di Yomer, tra cui "Imacouch" uscito questo gennaio. È difficile collocare in un genere musicale la produzione di questo artista: ci sono influenze punk, indie, pop, ma è anche arte performativa quella a cui ha assistito il pubblico del Sudwerk. L’esibizione, durata un’oretta, ha come centro i testi di Yomer, in cui traspare tutta la tragicomicità di essere adulti. Amore, precarietà, terapia, diffidenza verso il mondo che i boomer ci stanno, a fatica, lasciando, sono i temi di canzoni come "Chandler Bing" o "L'immutabilità di essere stronzo". Le basi sono lo sfondo di una voce tagliente che canta “Una volta mi sono divertito senza droghe ed è stato terribile”, “Meno male che Trenitalia non ha imparato dai suoi errori”, “La vita è una merda e tu sei la vita mia”. Traversa ci mette la chitarra e delle doppie voci molto divertenti ed in linea con la performance, i due si scambiano battute sul palco e lasciano il pubblico divertito per gli artisti principali della serata. 

  • Yomer e Thomas Traversa: In apertura ai Polemici. Foto: Alessandro Farina
  • Il concerto dei Polemici è iniziato con uno dei loro pezzi iconici: Mai sentito. La band è composta da Tachi alla voce, Gowashj Razon ai sintetizzatori e tastiera, Marco Cravedi alla chitarra, Jacopo Schiesaro al basso, Diego Baruffaldi alla batteria e Andrea Husk, dj che si occupa di sample e scratch. Il suono è molto ricco e complesso, il pubblico molto coinvolto. Tachi si esibisce da sopra una piccola piattaforma che lo alza rispetto al resto della band, e rappa con costanza e capacità. Il live è piuttosto vario, ci sono momenti di divertimento con i testi più leggeri e dissacranti come: “La gente normale normalmente mi sta sul cazzo” o “Non credo in me stesso figurati se credo in Dio”. Il momento più intenso è sicuramente quello in ricordo di Fabio Danielli, in arte 2DPicche, il rapper bolzanino venuto a mancare nel 2015, che viene celebrato con la canzone "Gli racconterò". Tachi racconta durante la performance che lui e Fabio, tra i primi a fare rap a Bolzano, avevano iniziato assieme ad approcciarsi all'HipHop.

    Presenti anche diversi ospiti, come la cantante Greta Marcolongo, che inizia un duetto da infondo alla sala sulle note del brano “Senza mai cercarsi”, uscito questo maggio. C’è anche Dynamatt, che stupisce tutti con la beatbox e Laura Camaglia che suona la tromba su un altro pezzo. Non mancano veri e propri momenti di comicità, come quelli offerti dal batterista della band che si presenta vestito da fatina sotto le note di "I sogni son desideri". Le sonorità sono diverse, sicuramente la base solida è l’HipHop da cui proviene Tachi, ma ci sono anche scelte di sonorità rock ed RnB più contemporanee nei pezzi recenti. Questo cambiamento è anche merito del nuovo bassista, Jacopo Schiesaro in arte Fanchi, come anche di Thomas Traversa, che ha curato la produzione degli ultimi brani della band. Viene anche suonato in anteprima il nuovo singolo “Selezione all’ingresso”, uscito proprio l’8 dicembre. I Polemici suonano per circa due ore davanti ad un pubblico di persone che li conoscono ma davvero molto eterogeneo, sia a livello di età che di tipologia di persone. 

  • La piccola piattaforma durante il concerto su cui si è esibito il frontman: Tachi, i rapper/cantante dei Polemici. Foto: Alessandro Farina
  • La sala si svuota, le persone si salutano, il clima è quello di una festa tra amici ma quello che tutti si portano dietro è, forse, un senso di comunità. Quello a cui il pubblico ha assistito al Sudwerk pare, più che uno spettacolo, un’esigenza: quella di esprimersi e di comunicare con l’arte. Più che le singole performance ciò che ha prevalso è stato il senso di comunità artistica, del bisogno di un palco, la presenza di artisti di diverse età e sonorità ne è la prova più evidente. Il post pandemia ha cambiato tante cose e sembra che, in un certo senso, abbia svegliato la sopita necessità di fare cultura non perché è bello ma perché è il modo vero e trasversale per esprimersi, è un’urgenza. 

  • Era uno dei primi a fare HipHop a Bolzano: Tachi durante il concerto con il suo gruppo HipHop/Crossover al Sudwerk sabato scorso. Foto: Alessandro Farina