Museion 2.0
Il Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano ha presentato a Milano alcuni giorni fa il suo programma 2022, senza limitarsi ad elencare gli eventi in calendario ma dando piuttosto alla stampa un’idea molto chiara di quali sono i suoi intenti programmatici.
Il nuovo direttore Bart van der Heide affronta la “crisi d’identità” dei musei contemporanei proponendo il suo Museion come una piattaforma civica capace di ricercare e realizzare nuovi format. Nelle sue parole si legge il desiderio di trasformare il museo in un polo d’attrazione per le diverse comunità culturali, dove condividere idee e incentivare l’attività degli attori culturali.
Un vero e proprio manifesto che trova applicazione in idee concrete come il Museion Forum, un gruppo di nove giovani creativi e creative voluto da Bart van der Heide, con un ruolo di consulenza ed una voce effettiva in capitolo sulla programmazione pubblica del museo.
Attraverso il Museion Passage il museo si apre anche architettonicamente alla città, proponendosi come spazio accessibile gratuitamente che offre al pubblico approfondimenti sulle opere della collezione permanente.
Dal 25 marzo al 18 settembre sarà protagonista di questo spazio l’artista Jorge Otero-Pailos (Madrid, 1971) con la sua serie The Ethic of Dust, parte di un progetto site-specific basato su una riflessione sul restauro dei monumenti dalle polveri e residui dell’inquinamento.
Dal 25 marzo al 12 giugno sempre Passage ospiterà Welcoming Persones Persons, una mostra che anticipa con una selezione di lavori dalla collezione del museo i temi dell’ottava edizione della Biennale Gherdëina. La rassegna gardenese segue quest’anno due filoni tematici: il primo si interroga sul modo in cui l’arte contribuisce al riconoscimento dei diritti della Terra ed il concetto stesso di personalità giuridica e non della Natura; il secondo invece ruota intorno al tema della migrazione, degli spostamenti stagionali di persone, animali, piante e materie nella regione alpina.
Dal 17 giugno al 18 settembre invece si renderà omaggio all’architetto di origini altoatesine Walter Pichler, morto nel 2012, con una mostra curata da Andreas Hapkemeyer il cui cuore è un corpus di 11 disegni conservati a Museion dal titolo Casa nella gola (1991), nei quali l’architetto progettava la realizzazione di un edificio in cui poter vivere in Val d’Ega, suo luogo natale.
Sempre a Passage il 26 maggio alle ore 19.00 si terrà una “public lecture” dell’artista ghanese Ibrahim Mahama. Mahama durante il suo semestre di insegnamento presso la Libera Università di Bolzano sarà anche ospite di Museion con una breve residenza presso la casa atelier. Questa importante collaborazione tra il museo e l’università fa parte di un programma a lungo termine di Museion, chiamato Museion Academy, che prevede una serie di collaborazioni con centri di ricerca e istituzioni universitarie per offrire agli studenti approfondimenti e nuovi percorsi didattici.
Ma veniamo al fulcro del programma. L’8 aprile apriranno contemporaneamente due mostre di più ampio respiro. La prima titola Bird Flight. Erika Giovanna Klien in dialogo con posizioni artistiche contemporanee, a cura di Bart van der Heide, Andreas Hapkemeyer e Brita Köhler. Come il titolo suggerisce la mostra ruota intorno alle opere di Erika Giovanna Klien, artista austriaca trascurata dalla storia dell’arte ed esponente del Cinetismo, fondato a Vienna da Franz Cizek dopo la Grande Guerra. Le opere della Klien saranno messe a confronto con lavori di altri artisti tra cui Max Oppenheimer, Ludwig Hirschfeld-Mack, Fortunato Depero, Dadamaino, Otto Piene e alcuni altri.
La seconda mostra che inaugura l’8 aprile è invece David Medalla: Parables of Friendship, a cura di Steven Cairns e Fatima Hellberg con Bart van der Heide. Si tratta della prima grande mostra internazionale dedicata a David Medalla, artista, poeta e attivista filippino. In collaborazione con il Bonner Kunstverein e con il David Medalla Archive di Berlino, la mostra espone disegni, dipinti, collage, sculture, neon, opere di arte cinetica e performance realizzate negli oltre settant’anni di carriera dell’artista.
Il programma 2022 termina con il progetto più ambizioso: il secondo capitolo del progetto a lungo termine Techno Humanities. Quest’ultimo, creatura del direttore van der Heide, si pone l’obiettivo di esaminare attraverso una serie di mostre ed eventi collaterali che coinvolgono il museo nella sua interezza, come alcuni fenomeni macroscopici legati alla tecnologia, all’ecologia e ai meccanismi della società globale siano intrecciati tra loro ed influenzino le nostre identità. Kingdom of the Ill, a cura di Sara Cluggish e Pavel S. Pyś , inaugura il 30 settembre, mettendo al centro del dibattito il tema della salute e della malattia, con opere di artisti internazionali.