La Corte europea bacchetta il Tas

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Breaking news in arrivo da Strasburgo riguardo alla sua squalifica per doping per l'Alex Schwazer, il marciatore altoatesino che solo pochi giorni fa, a 40 anni, aveva firmato la quarta prestazione italiana di sempre nella 10 km. A tre anni dalla presentazione del ricorso (maggio 2022) La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha, infatti, aperto un procedimento contro il rifiuto del tribunale federale svizzero di ammettere la revisione della sentenza arbitrale del Tas del 30 -01-2017. "Ora - spiega l'avvocato Gerhard Brandstātter - c'è un lasso di tempo entro il quale le parti possono trovare un accordo, ma non sappiamo se ci siano le condizioni. Già l'apertura del procedimento è comunque un passo molto importante".
La Corte, con provvedimento del 21-08-2025, ha deciso di aprire ufficialmente il procedimento contro il governo svizzero sulla base del ricorso presentato nel 2022 dal campione di marcia, per il no da parte del tribunale federale svizzero di consentire la revisione della sentenza arbitrale a seguito dell'archiviazione da parte dell'autorità giudiziale italiana del procedimento penale contro Schwazer per non aver commesso il fatto. "La comunicazione del ricorso al governo - fanno sapere i legali dell'ex campione - rappresenta un passaggio cruciale nello sviluppo della procedura e nell'esame delle doglianze prospettate dall'atleta di marcia".L'allora sentenza del Tas tarpò le ali alla carriera di Schwazer confermando la colpevolezza del marciatore altoatesino oro olimpico nella 50 km di marcia a Pechino 2008 con una squalifica di ben otto anni.
Raggiunto (venerdì pomeriggio) all'Eurac dove è protagonista di un "talk", il marciatore ha detto: "Noi, come abbiamo sempre detto, andremo fino in fondo e quindi abbiamo fatto anche l'ultimo tentativo possibile per quanto riguarda la giustizia sportiva davanti alla Corte Europea di Strasburgo. Era maggio del 2022 e adesso abbiamo passato un altro scoglio, però il finale è tutto ancora da scrivere. Di rimpianti non ne ho, perché io, così come tutte le persone che sono state al mio fianco, abbiamo sempre dato tutto e siamo riusciti ad arrivare dove potevamo arrivare. Questo è un tassello che dà la possibilità di chiarire se ho avuto un processo equo oppure no. Nel merito non si entra più. Se sono più sereno? Io sono sempre stato sereno. Con la chiusura del processo penale per me si è chiuso tutto e ho seguito poco questi sviluppi. L'ho appreso oggi da Gerhard (l'avvocato Brandstātter, ndr) ma per me non cambia nulla".
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