Gesellschaft | Sanità

“Non tagliate sulle cliniche private”

I direttori delle case di cura Bonvicini, Villa Melitta e Villa S. Anna prendono posizione sulla situazione dei posti letto in Provincia.

La questione è stata sollevata dal quotidiano Corriere dell’Alto Adige, nell’edizione di ieri, 11 ottobre: le cliniche private sarebbero costrette a tagliare 90 posti letto a causa della riduzione delle convenzioni prevista dalla Provincia. “Non è razionale in un momento di riorganizzazione della Sanità Provinciale, ridurre ulteriormente il contributo del privato convenzionato, perché esso garantisce un significativo risparmio di risorse che possono essere destinate alle attività più strategiche dell’Azienda Sanitaria”, fanno sapere  i direttori Paolo Bonvicini (clinica Bonvicini di Bolzano), Claudio Crespi (Villa Sant'Anna di Merano) e Rupert Waldner (Villa Melitta di Bolzano). Secondo la legge nazionale devono essere garantiti 7 posti ogni mille abitanti. Ciò significa che l’Alto Adige dovrebbe averne massimo 356 ma, secondo quanto riportato nell’articolo del Corriere, al momento sono 441 (ne andrebbero quindi eliminati 85). Stando a quanto riferito dalle case di cura Bonvicini, Villa Melitta e Villa S. Anna, invece, i posti letto di riabilitazione e lungodegenza ospedaliera rientrano nel limite stabilito per legge.


                             Claudio Crespi, Rupert Waldner e Paolo Bonvicini

Fra gli esempi riportati nell’articolo del Corriere c’è il Salus center di Prissiano, dove ci sarebbero in tutto 110 posti: 36 per la riabilitazione cardiologica e 74 per riabilitazione ex articolo 26, una categoria che non è più in linea con le attuali norme. Ma i posti in questione, precisano dalle case di cura, fino a ieri non sono mai stati conteggiati all’interno dei posti letto totali di riabilitazione ospedaliera. E ancora: riguardo la delibera del 2008 questa “è del tutto superata e non è stata attuata, nel caso del centro Salus, anche a causa di altre importantissime novità nel settore della riabilitazione che non erano minimamente prevedibili: in primis la riduzione del parametro posti letto per abitante da 1 per mille a 0,7 per mille (da 500 a 356 posti letto) e inoltre la creazione del IRRCS (Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico, ndr) di neuroriabilitazione di Vipiteno”.

Mentre il quadro nel Burgraviato è più intricato (23 sarebbero i posti offerti da due ospedali del comprensorio e quelli offerti dalle tre cliniche private della zona), nel capoluogo la situazione è sotto i livelli di guardia: 14 sono i posti di riabilitazione offerti dall’ospedale e ce ne sono 69 messi a disposizione da villa Melitta (in particolare per recupero funzionale e lungodegenti) e 86 dalla Bonvicini (metà per recupero funzionale e metà per lungodegenti). “la Provincia di Bolzano - dicono i tre direttori - ha la percentuale più bassa di servizi erogati da strutture private convenzionate d’Italia (solo il 2,5% della spesa totale rispetto al 97,5% del pubblico; nella vicina Provincia di Trento è quasi 4 volte tanto 8,5%)”. 

Una delle soluzioni avanzate dalla giunta provinciale è quella di trasformare ora le cliniche private in case di riposo, prospettiva accolta con freddezza dalle case di cura secondo cui tale conversione non sarebbe “uno scenario compatibile con l’elevata specializzazione medica e diagnostica” delle case di cura stesse le quali hanno inoltre impugnato la convenzione siglata con Andreas Fabi, già direttore generale dell'Asl, con il Salus. “Il ricorso nei confronti dell’Azienda Sanitaria - concludono i tre direttori - è stato promosso per segnalare una serie di grosse incongruenze presenti nel contratto 2014-2015 del centro di riabilitazione di Prissiano”.