Kultur | Numeri a caso

Dispersione scolastica e PNRR

Le dirigenti provinciali Martha Gärber e Claudia Weiler affermano candidamente: “Non abbiamo un dato preciso su quanti siano gli apprendisti e quanti studenti abbandonino gli studi"
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    Nell’articolo “Scuola, abbandono e fondi europei” del 2 ottobre si è voluto dare una risposta alla mia denuncia sull’uso dei fondi europei FSE+ e del PNRR per la lotta alla dispersione scolastica in provincia di Bolzano. Ringrazio molto per l’attenzione dedicatami, ma non posso esimermi dall’esprimere la mia delusione per come gli addetti ai lavori affrontino il problema. In primo luogo dai due assessori all’istruzione tedesca ed italiana, Achammer e Galateo, che cercano in tutti i modi di sminuire il fenomeno, il primo contestando i dati della dispersione forniti da Eurostat e Astat e il secondo confondendo, non si capisce se volutamente o per incompetenza, i termini “abbandono” e  “dispersione” con “evasione”: infatti – il vicepresidente della Provincia afferma “il tasso di abbandono scolastico nella scuola italiana per lo scorso anno si è ridotto a soli 3 allievi sotto i 16 anni”. In questo caso si tratta però di evasione scolastica, perché i tre allievi in questione erano ancora in età di obbligo scolastico e le famiglie hanno quindi violato gli obblighi relativi all’istruzione dei minori. Viene oltretutto da pensare che il dato reale dell’evasione scolastica sia maggiore visto che la Giunta provinciale ha finalmente deliberato due settimane fa l’obbligo, da parte delle scuole, di avvisare il sindaco in caso di assenze non giustificate superiori ai 15 giorni nell’arco di tre mesi. E poi – a detta dell’assessore Galateo – sarebbe la mia analisi a contenere imprecisioni e contraddizioni.

    Ma ancora più allucinanti le dichiarazioni delle dirigenti provinciali Martha Gärber e Claudia Weiler, preposte alla gestione dei contributi europei che affermano candidamente: “Non abbiamo un dato preciso su quanti siano gli apprendisti e quanti studenti abbandonino gli studi”. 

    Evidentemente per loro non si tratta di dati rilevanti per redarre bandi da milioni di Euro per progetti volti ad arginare il fenomeno della dispersione scolastica. Infatti, aggiungono, “Invece di aprire una discussione su come evitare che gli studenti abbandonino la scuola, ricordando l’importanza delle tante risorse che vengono investite, ci si perde a parlare di un numero”. Giusto, meglio ragionare su un’incognita con spirito pressapochista e arbitrario, come sempre più consuetudine delle pratiche di gestione delle ingenti risorse provinciali. 

    Al contrario io credo che vista l’importanza delle tante risorse che vengono investite, sia fondamentale analizzare i dati, visto che al giorno d’oggi ci si trova ad operare nella nostra società basata sull’IT e sempre più spesso sull’intelligenza artificiale. In una società sempre più complessa perdere la cognizione dei dati significa perdere il contatto con la realtà. 

    Le due dirigenti dichiarano anche che solo una minima parte dei fondi è affidata alle cooperative e che queste selezionano il personale attraverso linee guida stringenti. Sarà vero per la scuola tedesca, ma per quanto riguarda quella italiana la macro iniziativa per prevenire la dispersione scolastica nelle scuole secondarie di primo e secondo grado è il Progetto Successo Formativo realizzato con il finanziamento del Fondo Sociale Europeo da un’alleanza educativa territoriale di cui Irecoop è capofila, in partenariato con La Strada-Der Weg e Arciragazzi. Lo stesso assessore Galateo ha dichiarato che nello scorso anno scolastico “gli studenti coinvolti nei progetti delle cooperative sono 5.555”, non pochi per una scuola, quella italiana, che ne conta complessivamente meno di 20.000.

    Per realizzare i vari interventi nelle scuole - tra cui rientrano anche i corsi per preparare i dolci di Halloween - Irecoop ricerca nel proprio sito giovani curiosi con qualunque titolo di studio o esperienza e offre contratti a tempo determinato settore commercio. A quali linee guida farebbe riferimento?

    Mi lascia inoltre alquanto perplesso che le due dirigenti provinciali affermino che l’aumento dell’abbandono scolastico in provincia di Bolzano non sia legato all’efficacia o meno degli interventi volti a contrastare il fenomeno. Anzi, malgrado i progetti in corso, potrebbe aumentare ulteriormente. Buono a sapersi. Da profano, credevo che i progetti finanziati dai fondi FSE e, ancor di più, quelli finanziati dal PNRR, fossero soggetti a valutazioni intermedie volte a verificare il raggiungimento degli obiettivi e, conseguentemente, predisporre dei correttivi, onde non incorrere in sanzioni . Scopro invece che gli obiettivi non hanno alcuna finalità.

    Pertanto il fatto che da quando Irecoop gestisce i progetti della scuola italiana contro la dispersione scolastica, cioè dal 2019, questa abbia subito un’impennata enorme, sarebbe di poco conto. Non cambierà nulla e a partire dal prossimo anno scolastico – come ci ha tenuto ad annunciare recentemente l’assessore Galateo – saranno impiegati i “nuovi” youth worker altoatesini, giovani interessati a lavorare nella scuola, in possesso anche solo di una qualifica professionale di tre anni, appositamente formati presso l’istituto Lévinas attraverso un corso di 168 ore di lezione e 132 di tirocinio. Ecco, queste nuove figure uscite molto presto dal sistema scolastico, si occuperanno di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Auguri! Gli educatori o youth worker che dir si voglia, a livello nazionale, devono possedere la laurea (Legge 205/2017). Anziché impiegare dei fondi europei per contrastare il fenomeno degli educatori privi di titoli, o meglio ancora, anziché impiegare degli insegnanti con titoli, si è preferito abbassare gli standard o, per dirla con le direttrici provinciali Gärber e Weiler, seguire delle imprecisate linee guida.

    La scuola, a nostro avviso, è una cosa seria e i professionisti dell’educazione dovrebbero avere i titoli. Chi si farebbe curare da un medico che ha studiato fino ai 17 anni e che ha poi frequentato un corso di medicina di 168 ore? Invece - come ricorderà l’assessora all’Europa, Magdalena Amhof, tutte le mozioni e interrogazioni da me presentate nella passata legislatura, volte a stabilizzare i docenti precari, ma con i relativi titoli della scuola italiana alla stessa maniera di quelli della scuola tedesca, sono sempre state bocciate e il concorso straordinario 2022 bandito nel resto d’Italia proprio nell’ambito del PNRR e volto a stabilizzare i precari storici assegnando tutte le cattedre bandite, solo in provincia di Bolzano ha inserito la soglia di sufficienza, riuscendo perciò dei 71 posti disponibili a non assegnarne ben 28 ad altrettanti docenti che ovunque ora sarebbero di ruolo e, invece, qui sono dati per dispersi. Ma mi sa che mi verrà replicato che si tratta solo di un numero, anche se la Commissione europea, proprio in questi giorni, ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’abuso dei contratti a termine del personale scolastico.