Chronik | Corte d'Assise

Da Cim “oltre 3 mila messaggi”

Femminicidio di Silandro: secondo il perito informatico, il mese prima del delitto ci sarebbero stati continui scambi di messaggi con la vittima. Il medico legale ha ricostruito la dinamica dell'assassinio.
Stefan Tappeiner giudice corte d'assise
Foto: Seehauserfoto
  • Prosegue il processo per il femminicidio di Silandro. La vittima, Celine Frei Matzohl, venne uccisa con 9 coltellate dal compagno, Omer Cim, la sera del 12 agosto 2023, giorno prima del compleanno della vittima. Dopo il delitto Cim tentò la fuga: è ora accusato di omicidio volontario aggravato (dalla relazione sentimentale e dalla premeditazione), resistenza a pubblico ufficiale (un carabiniere rimase ferito nell’inseguimento che portò all’arresto), percosse e minacce aggravate (per un episodio denunciato dalla vittima). 

    Oggi, giovedì 12 dicembre, davanti alla Corte d’Assise di Bolzano, presieduta dal giudice Stefan Tappeiner, sono state ascoltate le analisi dei due periti: il maresciallo maggiore Graziano Sanna per la parte informatica e il dottor Dario Raniero, medico legale che ha eseguito l'autopsia sul corpo della donna

  • La prossima udienza nel 2025

    L’analisi del tabulati telefonici delle sei utenze in uso a Omer Cim, e delle due di Celine Frei Matzohl, hanno fatto emergere un rapporto «assiduo»: in meno di un mese, dal 20 luglio - quando i due hanno ripreso a sentirsi e frequentarsi in maniera clandestina dopo la denuncia di lei per maltrattamenti - al 12 agosto, giorno dell’omicidio, si contano «oltre tremila messaggi». 
    A riferire quanto emerso dalla perizia informatica è stato appunto il maresciallo maggiore Graziano Sanna, sentito stamattina in Corte d’assise a Bolzano, nell’ambito del processo per il femminicidio di Silandro.
    In aula è stato sentito anche Dario Raniero. Dall’analisi delle ferite, Raniero ha ipotizzato la dinamica del delitto: Cim avrebbe colpito Frei Matzohl alla nuca con un oggetto contundente, lei sarebbe caduta a terra, «intontita», e lui l’avrebbe afferrata al volto, girandolo di lavo, e colpendola ripetutamente con il coltello all’altezza del collo e del petto. Sulle mani, nessuna lesione da difesa: forse per una «alterazione dello stato di coscienza» dovuto al colpo alla nuca, forse perché «immobilizzata, con l’imputato sopra di lei». 

    La prossima udienza sarà il 17 gennaio 2025.