Wirtschaft | Crisi

Alto Adige: forte calo del potere d’acquisto

La dimunizione è stata del 25% in dieci anni. Ancora peggio sta il Trentino con un -29%. Sono cresciuti invece Tirolo (+6,4) e Baviera (+4,9).

In Alto Adige in 10 anni il calo è stato del 25% e del 5% solo tra il 2013 e il 2014
Questo il dato allarmante pubblicato oggi dal Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano, sulla base di una ricerca compiuta dal MB-Research di Norimberga. 

Il potere d’acquisto in Alto Adige resta superiore alla media europa, con un indice di 159,4 rispetto a quello continentale. Ma è forte la differenza rispetto a 10 anni fa, quando era attestato a quota 211,4
Gli altoatesini stanno comunque meglio dei trentini, fermi a 140,5, e del veneti (139,2). Ma stanno peggio dei nordtirolesi (167,6) e dei bavaresi (182,9). 
Rispetto ai territori limitrofi preoccupa la dimensione del calo del potere d’acquisto in Alto Adige (-24,6) e Trentino (addirittura -29,2) rispetto al 2004. Soprattutto a fronte del calo molto minore nel Veneto (-8,6) ed addirittura delle crescite di Tirolo (+6,4) e Baviera (+4,9).

I dati di cui sopra sono basati su un indice chiamato parità del potere di acquisto. Si tratta di valori che convertono il reddito complessivo di una Regione in una valuta astratta, denominata standard di potere d’acquisto. A tal fine viene preso a base un paniere di diversi beni e servizi per ciascuna Regione analizzata ed i relativi prezzi vengono rilevati e confrontati. In tal modo risulta possibile comparare il reale benessere economico di diverse Regioni o Paesi fra loro. I dati relativi al potere d’acquisto vengono utilizzati dai produttori di beni di consumo, dal commercio al dettaglio, dalle banche, dalle assicurazioni e da altri servizi orientati al consumatore finale, per valutare il potenziale economico di una Regione.

In merito ai dati il direttore del CTCU Walter Andreaus ha affermato che “bisogna promuovere una prassi economica più responsabile e in particolare dovrebbero essere al più presto avviati quei programmi capaci di generare un plusvalore multiplo per l’economia e per i consumatori”. Segnalando che in particolare occorre lavorare per fare in modo che gli utenti finali possano contare in Alto Adige in futuro su un più basso prezzo dell’energia
“Anche le misure volte ad aumentare l’efficienza energetica sgravano il portafoglio dei consumatori e delle famiglie” - ha ricordato Andreaus - “riducono la dipendenza da fornitori incerti, consentono di far realizzare dei guadagni ad artigiani e a costruttori d’impianti e contribuiscono alla tutela dell’ambiente”.