Assegno unico per i figli: come funziona
L’operazione assegno unico e universale per i figli inizia, con le erogazioni, da marzo 2022, come si potrà accedere a questo contributo economico?
Marco Pirolo: Le domande potranno essere inviate dal primo gennaio 2022. L’assegno unico sostituisce le detrazioni fiscali per figli a carico under 18 o 21, l’assegno al nucleo famigliare, l’assegno temporaneo (creato nel mese di luglio), l’assegno al nucleo famiglie numerose erogato dall’Asse, il premio alla nascita e il bonus bebè. L’assegno unico non è imponibile IRPEF e non concorre alla formazione del reddito complessivo.
Ai fini del raggiungimento del diritto alla prestazione se il contribuente presenta la domanda insieme all’Isee e quest’ultimo è inferiore a determinati valori egli può percepire il massimo dell’importo, se invece non presenta l’Isee ma solo la domanda - poiché presume di avere un valore Isee superiore ai 40mila euro - avrà diritto esclusivamente alla quota base, ovvero 50 euro mensili. In linea generale due sono i limiti individuati: sotto la soglia dei 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere almeno il minimo. Il contributo andrà dai 50 ai 175 euro al mese che diventano da 25 a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni.
Di seguito le varie opzioni:
A chi spetta l’assegno?
A tutti, compresi per la prima volta anche i lavoratori autonomi, purché a carico nel nucleo famigliare ci sia un figlio minorenne oppure un figlio maggiorenne fino al compimento dei 21 anni di età. I figli maggiorenni possono richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno che spetta loro.
E in caso di genitori separati?
La norma generale vuole che l’assegno venga suddiviso in parti uguali fra i due genitori. Solitamente infatti l’affidamento dei figli è condiviso. Se così non fosse l’assegno sarà corrisposto interamente al genitore che ne farà richiesta.
Sono fiducioso che il governo troverà queste risorse anche perché altrimenti sarebbe politicamente un disastro
In Alto Adige a quante famiglie arriverà il nuovo assegno?
Secondo le nostre stime a circa 70mila famiglie. Sempre in base ai nostri calcoli il beneficio sarà maggiormente per le famiglie numerose, quelle in affitto e alle madri under 21.
Parliamo di un contributo che vale 20 miliardi di euro l’anno, ci saranno risorse sufficienti a suo avviso?
Si tratta di una misura universale che vuole sostenere e valorizzare le famiglie che fanno figli, sono fiducioso che il governo troverà queste risorse anche perché altrimenti sarebbe politicamente un disastro.
Ed è una misura che segna un cambio di paradigma?
L’assegno va in questa direzione. Certo non è che dobbiamo aspettarci in automatico una crescita delle natalità, che è il vero obiettivo da perseguire in un Paese come l’Italia in cui ci sono poche nascite. Sicuramente l’assegno, essendo piuttosto cospicuo, è un sostegno importante ma a mio parere non è la soluzione per poter aumentare le natalità.
In Alto Adige, per esempio, esiste già un assegno provinciale per i figli fino a 3 anni oltre quello regionale (peraltro compatibili con l’assegno unico universale) che costituiscono un forte aiuto alle famiglie, eppure non c’è stata come conseguenza un’impennata delle nascite, sebbene la situazione sia migliore rispetto al resto del Paese.
Con l’introduzione dell’assegno unico c’è chi teme che in tasca finiranno meno soldi rispetto a prima, è una paura fondata?
Stando alle nostre valutazioni le famiglie non percepiranno di meno rispetto a quanto veniva riconosciuto loro con le precedenti prestazioni. Chiariamo con un esempio: una coppia nel 2020 ha ottenuto i vari assegni, bonus e detrazioni fiscali previsti dalla legislazione nazionale. Ora, la somma totale degli importi che derivano da questi interventi sarà sicuramente maggiore rispetto all’assegno unico che la coppia percepirà nel 2022 ma la differenza è che la nuova misura è destinata a tutti i genitori dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni. Una durata non indifferente.
Quali sono, infine, i nodi da sciogliere?
Bisognerà capire ad esempio come sono inclusi i figli residenti all’estero a carico dei genitori o le famiglie dei rifugiati che le direttive europee hanno più volte tutelato, oppure alcuni permessi di soggiorno alternativi. Questi sono alcuni dei dubbi che speriamo vengano sciolti per il 20 dicembre, data entro la quale dovrà arrivare il parere delle commissioni parlamentari competenti.
Occorre ricordare che l’Inps si prenderà 60 giorni dalla data della domanda per l’erogazione degli importi. Va detto inoltre che fino al 30 giugno si può fare la richiesta per l’assegno e percepire gli arretrati a partire dal mese di marzo. La nostra criticità starà nell’elaborare un gran numero di Isee, un’operazione che coinvolgerà come detto 70mila famiglie in Alto Adige. Il nostro appello è quindi di affrettarsi e prenotarsi fin da ora per l’elaborazione dell’Isee presso i Caaf.