Politik | autonomia

Urzì è il nuovo presidente dei Sei

L'Svp inaugura il nuovo corso della "astensione non ostile" e così il nemico di sempre, Alessandro Urzì, diventa il primo presidente di destra-destra della Commissione.
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Foto: (c) Othmar Seehauser

L’Svp inaugura un nuovo corso politico quello dell’”astensione non ostile “e così, il “nemico di sempre”, Alessandro Urzì, rappresentante della destra italiana che affonda le radici nel Msi, pochi minuti dopo le 9 di oggi (14 aprile) è diventato presidente della Commissione dei Sei. Una giornata storica per Fratelli d’Italia, e un esito semplicemente impensabile fino a un anno fama, quando Giorgia Meloni era molto di più di uno spauracchio, e il suo rappresentante locale veniva apostrofato con il termine “post fascista”. Urzì, 56 anni, neo deputato di Fratelli d’Italia, fino all’estate scorsa è stato il fustigatore della Stella alpina, un oppositore “a muso duro” che ora si trova a svolgere il ruolo di mediatore estremo nell’organismo politico più importante previsto dallo Statuto e che letteralmente “fa” l’Autonomia, che la aggiorna e la sviluppa. Oltre ai parlamentari Svp Manferd Schullian e Meinhard Durnwalder si è astenuto “benevolmente” anche il terzo membro di lingua tedesca, Johann Anton Von Walther, che è però di nomina governativa. La candidatura di Urzì è stata proposta dall’azzurro Carlo Vettori, in quanto “per il ruolo è fondamentale avere buoni agganci nei ministeri, cosa che una persona non attiva in Parlamento, non avrebbe”. Dopo un lungo braccio di ferro ha votato dunque a favore l’avvocata Eleonora Maines, di area leghista, voluta dal vicepresidente della giunta Giuliano Vettorato e lanciata dal sindaco di Laives, Christian Bianchi. Con l’aria che tira, con Fratelli d’Italia che è convinta di poter fare il quarto consigliere, non era affatto scontato il passo indietro leghista. Con il voto di Urzì è dunque finita 3 a 3, non un’investitura piena, ma poco importa, è il risultato quello che conta.

Inutile dire che la presidenza Urzì apre nuovi scenari, o, meglio, consolida scenari che si stavano aprendo con una ormai fattiva collaborazione tra Svp e Fratelli d’Italia, come si è visto in consiglio nei giorni scorsi con la mozione Galateo-Amhof, e nelle settimane precedenti in consiglio comunale a Bolzano, e ancora prima con il consigliere provinciale Galateo che entrava e usciva da manifestazioni del Bauernbund e Urzì che tesseva tele con il ministro Lollobrigida per la questione “lupo”. Con questo passaggio fondamentale pensare ad un futuro governo provinciale senza “il partito più votato dagli italiani” diventa quasi impossibile.