Gesellschaft | Plurilinguismo a scuola

Certificazioni linguistiche: un traino da gestire con attenzione

Salto ha raccolto una serie di "voci" in merito ad boom di attestati del Göthe Institut, verificatosi quest'anno nella scuola di lingua italiana. Con luci ed ombre.
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Foto: Salto.bz

Non si tratta solo di slogan e facili trionfalismi: il boom di certificazioni linguistiche registrato recentemente nelle scuole altoatesine di lingua italiana è davvero sinonimo di un mondo che cambia. Il fatto è particolarmente significativo per quanto riguarda la lingua tedesca, per la quale nell'anno scolastico 2012/2013 sono stati ben 1300 i ragazzi che hanno ottenuto la certificazione curata dal Goethe Institut. Dal 2010, anno in cui venne introdotta questa possibilità, le certificazioni stanno rapidamente divenendo un fenomeno di massa in grado di superare il tabù del "patentino", aprendo la strada al riconoscimento del titolo e quindi sgretolando definitivamente il muro dell'esame di bilinguismo che fino a pochi anni si interponeva tra scuola e il lavoro, spesso invalicabile. 
Il panorama dunque sta cambiando ed è per questo che abbiamo deciso di raccogliere una serie di voci, tra studenti, genitori ed insegnanti. 

I primi protagonisti dei cambiamenti sono gli studenti. 
"Penso che le certificazioni siano una grande opportunità ed io stessa quest'anno ho superato il B2 della Goethe" ci ha detto Chiara Veronese, 16 anni, aggiungendo che è stato molto comodo poter svolgere questo percorso di apprendimento/valutazione tutto all'interno della propria scuola. I certificati non sono tutto, faceva giustamente notare Alma Zanfrà su Salto, ma - ne è certa Chiara Veronese - sono senz'altro più uno stimolo a proseguire il percorso intrapreso, piuttosto che l'attestazione conclusiva di "un corso". 
E', questa, un'opionione condivisa anche da Mauro Di Vieste che mette in evidenza come anche nell'apprendimento delle lingue "sia lo spirito che ci sta dietro spesso a fare la differenza". 
Dal canto suo Giulia Scodro - anche lei studentessa, ventunenne - ritiene che sia "molto importante avere un insegnante che offra una preparazione specifica" e che "le certificazioni è molto meglio farle a scuola perché si ha modo di praticare tutti i giorni la lingua, a differenza di quello accade se poi si va a studiare all'università in un altra città italiana oppure a lavorare". 
Il genitore Esaù Iovane pone invece l'accento sulle attestazioni in sé, ricordando che "le certificazioni costituiscono un elemento qualificante nella domanda d'impiego e nel CV". Stefano Bonzi, pure lui genitore afferma poi che: "fare le certificazioni progressivamente durante gli anni di scuola è un'ottima cosa e viene da chiedersi se le scuole stesse non potrebbero diventare enti certificatori riconosciuti, tanto per attenuare un po' il sospetto che dietro ci sia del gran business".

Il giudizio positivo è condiviso anche da Elisa Salvadori, insegnante di tedesco alle scuole medie: "le certificazioni sono un passo in avanti molto importante ed un riconoscimento per chi a scuola effettivamente lavora; inoltre  gli esami sono fatti davvero molto bene". Ma non è tutto oro quel che luccica, restano infatti "tagliati fuori tutti quelli che hanno difficoltà linguistiche, o che semplicemente provengono da famiglia da cui non vengono spinti o che non hanno soldi per pagare queste certificazioni che hanno i loro costi". 
Insomma, le certificazioni consentono agli alunni già predisposti di mettere la quarta ed anche questo ha la sua importanza. 
Ancora Elisa Salvadori: "i ragazzini che superano l'esame tornano motivati ed entusiasti, ma secondo me la scuola dovrebbe rimanere scuola; in tutte le scuole ci sono progetti di mille tipi, ma che coinvolgono tutti a differenza di quello che accade con le certificazioni linguistiche".