Gesellschaft | Informatica

Ti va di creare un videogioco?

Quale bambino non reagirebbe con entusiasmo a una proposta del genere? Insieme ai docenti e i ricercatori unibz i bambini hanno realizzato un videogioco tutto loro.
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Sai come è fatto un videogioco? Ti va di crearne uno con la carta, insieme ai tuoi compagni, fatto di tanti livelli diversi, tutto vostro? E come collegheresti i livelli in unico grande mega-gioco? Quale bambino non reagirebbe con entusiasmo a una proposta del genere? Queste domande le hanno poste i docenti e i ricercatori di Scienze e Tecnologie informatiche unibz ai bambini delle classi 4° e 5° della scuola elementare Dante di via Cassa di Risparmio a Bolzano all’inizio dell’anno scolastico che sta per terminare e i bambini hanno risposto a modo loro: con un urlo e tutte le mani alzate.
 
Esattamente come hanno fatto qualche giorno fa, nell’aula magna dell’Università, gli oltre 80 scolari delle classi 4° e 5°, durante l’incontro conclusivo del progetto GaCoCo - acronimo per Gamified Cooperative Co-design, in italiano Coprogetto, Gioco, Coopero -, quando è stato loro chiesto se fossero intenzionati a ripetere l’esperimento anche il prossimo anno.

 

Sotto la guida di Rosella Gennari, che fa ricerca nel campo della progettazione centrata sull’utente in unibz, la dottoranda Alessandra Melonio, specializzanda in progettazione di video-giochi con i bambini, e la psicologa Santina Torello, che cura le relazioni sociali, hanno lavorato con i bambini delle Dante per due mesi, due ore e mezza alla settimana, per progettare e poi creare insieme a loro dei prototipi cartacei di videogioco. Infine, tutte, insieme ad altri colleghi, hanno lavorato a completarli con le 5°. Si tratta del terzo anno che questa iniziativa viene portata nelle scuole di Bolzano: prima alle scuole medie Negrelli di Merano, poi nelle primarie M. L. King di via Parma a Bolzano e a Brunico nel complesso Galilei, quest’anno, alle Dante.

 

“L’obiettivo fondamentale dell’intervento è l’insegnamento ai bambini dei rudimenti del pensiero computazionale, calato nella realtà della scuola”, spiega Rosella Gennari, “progettare, con la carta e materiale 'povero', un gioco digitale è un’attività di informatica che può essere portata nel contesto scolastico tradizionale per esercitare la capacità di affrontare analiticamente i problemi, affinando in maniera ludica le capacità di astrazione, sintesi e generalizzazione, nonché quelle relazionali”.
 
La novità è stato il metodo partecipato. L’accento delle lezioni è stato messo sul processo della progettazione, che doveva essere giocoso e partecipativo, per evitare che l’impegno dei bambini potesse sfociare in comportamenti troppo competitivi, con conseguenti frustrazione e aggressività. “I bambini hanno imparato a interagire meglio tra di loro, a lavorare insieme, ascoltando e valorizzando gli apporti dei compagni”, affermano i due insegnanti delle Dante Daniela De Metri e Markus Endrizzi che sintetizzano così i risultati del lavoro gomito a gomito con i docenti di unibz. I bambini delle 4°, divisi in gruppi, hanno inventato delle storie “di classe” – partendo dalla tematica dell’alimentazione nella storia, trasversale alle materie storia, scienze e tedesco – e le hanno dotate di una trama, scenari e personaggi che si muovono all’interno della storia stessa, creando tanti livelli di un unico video-gioco.

 

Durante l’incontro di venerdì, i tanti livelli inventati dai singoli gruppi si sono fusi per dare vita a due giochi. L’ultimo livello di difficoltà dell’intero progetto però deve essere ancora superato: durante l’estate, il team di Rosella Gennari analizzerà i risultati della partecipazione e dell’apprendimento dei bambini e, come ogni anno, verranno restituiti agli insegnanti.