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Case di Comunità: con quali medici?

Una struttura è già in costruzione a Laives, e se ne faranno altre 9. Le nuove linee guida prevedono presenza medica h 24, 7 giorni su 7. Rubino (Fimmg): "Come si fa?"
casa di comunità di laives
Foto: USP
  • Preoccupano non poco i sindacati dei medici le linee di indirizzo sulle Le Case di comunità appena pubblicate dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che dovranno essere applicate anche in Alto Adige. Fra le altre cose vi dovrà essere garantita la presenza medica e infermieristica h24, 7 giorni su 7. “Già oggi mancano 80 medici di base, come pensa di far fronte la Provincia a quel tipo di esigenze?”; afferma Luigi Rubino, segretario provinciale Fimmg (Federazione medici di medicina generale).

    Previste dal DM 77/2022 e da finanziare in parte con fondi del PNRR le Case di comunità non vanno confuse con gli Ospedali di Comunità (OdC). Questi devono svolgere una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero per evitare ospedalizzazioni improprie e favorire dimissioni protette in luoghi maggiormente idonei.  Sul territorio altoatesino sono previsti 3 Ospedali di Comunità a Bolzano, Egna e Merano per un totale di 80 posti letto.

  • Le linee di indirizzo

    Le Case della Comunità (CdC) hanno invece lo scopo di fornire un’assistenza sanitaria di prossimità in particolare per ridurre gli accessi ai Pronto Soccorso non indispensabili e i tempi di attesa per le visite. Queste strutture sono immaginate per aggregare i servizi di cure primarie e sono “l’evoluzione massima delle forme aggregative dei medici di medicina generale poiché in esse sono concentrate le principali attività sanitarie e sociali che consentono una presa in carico globale della persona, organizzando i rapporti con l’ospedale di riferimento e garantendo la continuità assistenziale, soprattutto per i casi più gravi ai quali garantire assistenza domiciliare e residenzialità”..Le Case di Comunità previste sono 10 in tutto, distribuite nei seguenti Comuni della Provincia: Bolzano, Bressanone, Brunico, Chiusa, Egna, Laives (nella foto di apertura l'avvio del cantiere ad aprile 2024), Merano, Naturno, San Candido, Vipiteno.

    Bello. Ma secondo le linee di indirizzo le attività garantite dalla CdC prevedono presenza medica h 24, 7 giorni su 7, anche attraverso il servizio di continuità assistenziale; presenza infermieristica h 24, 7 giorni su 7. In quali ambiti? Le attività garantite dalla CdC sono: assistenza al pubblico e supporto amministrativo- organizzativo ai pazienti (PUA), assistenza primaria erogata attraverso équipe multiprofessionali e continuità assistenziale, assistenza infermieristica, assistenza specialistica ambulatoriale di primo e secondo livello, assistenza domiciliare, assistenza sanitaria e sociosanitaria, punto prelievi, diagnostica di base, prenotazioni con collegamento al Centro Unico di Prenotazione (CUP) aziendale, partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione. 

  • Bianchi e Messner: I due assessori all'inaugurazione della prima Casa di Comunità. Non è chiaro come si farà a trovare il personale sanitario. Foto: USP

    Splendido. Ma per assicurare l’erogazione delle attività, la CdC deve avere la seguente presenza minima di personale personale medico del ruolo unico di assistenza primaria h24; 7-11 infermieri; 1 assistente sociale del Ssn; 5-8 unità di personale di supporto (sociosanitario, amministrativo); un numero congruo di ore di specialisti ambulatoriali interni e dipendenti in base ai bisogni di salute del territorio.

    “Mancano già 80 medici, molti hanno incarico provvisorio per la scarsa conoscenza seconda lingua, vedendo quanti si iscrivono nelle università e quanti medici stanno per andare in pensione, la situazione dovrebbe diventare ancora più problematica”; dice Rubino.  “Seguire più di 1.500 pazienti è impossibile, mi chiedo: dove li prendiamo questi medici per fare assistenza h24? I medici già oggi hanno un carico di lavoro enorme. Garantire assistenza alla popolazione è la nostra priorità, tanto che fuori dal capoluogo siamo gli unici in Italia a garantire la continuità assistenziale. Se si riescono a fare le Case di comunità sono un’ottima cosa, a Bologna funziona molto bene, ma in Emilia hanno una diversa impostazione del sistema sanitario. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma bisogna trovare soluzioni che non sovraccarichino ulteriormente i medici”. 

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Oliver Hopfgartner Fr., 14.06.2024 - 18:59

Das ist ein wichtiger Kritikpunkt, den ich teile.
Ich bin der Meinung, dass 24/7-Öffnungszeiten für die geplanten Primärversorgungszentren mehr Nachteile als Vorteile bringen.

Ziel sollte es eigentlich sein, die Primärversorgung auf den internationalen Standard zu heben. würde man sich wie es die Österreicher machen dabei auf Öffnungszeiten zwischen 08-18 Uhr fokussieren, wäre das eine effizientere Ressourcennutzung, da tagsüber ohnehin mehr Patienten behandelt werden und Nachtarbeit kostenmäßig teurer ist UND den Arbeitsplatz unattraktiver macht.

Auch Primärversorgungszentren, die nur am Tag offen haben, entlasten die Ambulanzen, weil sie multimorbide Patienten besser betreuen können als ein einzelner Hausarzt ohne interprofessionelles Team.

Aufgrund meiner Erfahrungen in der österreichischen Primärversorgung, würde ich diese Öffnungszeiten überdenken.

Fr., 14.06.2024 - 18:59 Permalink
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Max Benedikter Fr., 14.06.2024 - 19:29

Absolut einverstanden.
Die Patienten müssen verstehen, dass nicht jedes ihrer Probleme ein Notfall ist und dafür gibt es die Notaufnahme.
Ein bißchen Frustration, Schmerz oder Angst, muss man halt in der Nacht aushalten oder sich besser organisieren.. tut mir leid!

Fr., 14.06.2024 - 19:29 Permalink