Sinigo, la falda e la scuola a rischio/2
Il pendio alle spalle della nuova scuola elementare di Sinigo inaugurata nel luglio 2020 è ben pettinato. Le linee geometriche create dai filari gli danno un aspetto rassicurante. Come si vede nel video le pendici di Montefranco che si innalzano verticalmente sono distanti un centinaio di metri, dopo un tratto collinare con pendenza moderata. Ma quella in cui è stata costruita la scuola di via Piedimonte è una zona ad elevato rischio idrogeologico. A preoccupare non sono tanto le pendici rocciose quanto l’omonimo rio Montefranco che nella propria discesa verso valle taglia trasversalmente il tratto collinare alle spalle (verso sud) dell'edificio. In seguito a grandi piogge poco prima del Natale 2020 lungo il pendio si sono verificati alcuni smottamenti. Allora è tornata a riproporsi la domanda che da anni almeno una decina di politici di tutti gli schieramenti hanno posto in particolare alla giunta Rösch, che ha decretato l'avvio dei lavori, ereditando però la scelta dall'esecutivo precedente: perché proprio lì? Perché non cercare la permuta del frutteto di proprietà provinciale (della Laimburg) su cui poi è sorto l’edificio, con un altro più a sud? Rösch dice (nel primo articolo) di non sapere perché si sia scelta quella location, ma risulta invece che dei tentativi informali di aprire una trattativa con i contadini della zona siano stati fatti e che questi non abbiano avuto esito positivo.
Ripercorrendo lo sviluppo urbanistico di Sinigo si è visto come nei primi anni Duemila la frazione abbia conosciuto un fulmineo sviluppo edilizio. Come si sia arrivati a costruire l’edificio scolastico proprio in via Piedimonte lo spiega in modo efficace l’ex assessore meranese Alois Gurschler. “Con l’arrivo di nuovi abitanti – racconta – abbiamo dovuto trovare lo spazio per una la scuola elementare di lingua tedesca. Come soluzione transitoria sono stati scelti i locali al piano terra di un edificio dell’Ipes. L’arrivo di nuovi abitanti anche di lingua italiana ha fatto sì che pure gli spazi della scuola italiana Giovanni XXIII in via Nazionale siano diventati insufficienti. E quindi abbiamo deciso di erigere un edificio unico per tutti e due i gruppi linguistici e a quel punto è stato individuato l’attuale sito”. Una scelta quasi rivoluzionaria nell’Alto Adige delle scuole separate per dogma. A compierla è stata la giunta Januth-Balzarini, che governava con l’appoggio esterno della Lega. Eravamo intorno al 2011/2012. Passarono poi alcuni anni senza che accadesse nulla. Nel 2015 è stato quindi approvato il piano delle zone di pericolo. In quel momento l’area prescelta è stata classificata come zona H3. “Solo allora è emerso che il Rio Montefranco avrebbe potuto dare problemi - spiega Gurschler – ma in zona blu con degli accorgimenti la scuola si sarebbe potuta costruire”. Le elezioni nel 2015 le ha poi vinte Paul Rösch, la cui giunta ha deciso di andare avanti ugualmente facendo di fatto un nuovo progetto adatto a mitigare i rischi idrogeologici.
La scuola sbagliata
Pochi mesi dopo l'inaugurazione, durante l’inverno 2020/2021, alcuni cittadini segnalano smottamenti sulle pendici sopra il plesso scolastico. Il consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì presenta un’interrogazione per sapere se prima di procedere con la costruzione del nuovo edificio fosse stato valutato il rischio idrogeologico dell’area. “In seguito alla risposta – spiega Urzì - sebbene l’assessore Massimo Bessone avesse indicato nella medesima un edificio diverso da quello dell’attuale scuola, con una certa sorpresa, abbiamo scoperto, valutando bene gli allegati, che il nuovo polo scolastico è stato costruito in una zona definita in base al piano delle zone di pericolo ad “elevato rischio ”, ovvero dove “sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l'interruzione delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale; le persone sono in grave pericolo all’esterno degli edifici, mentre sono protette all’interno degli stessi; possibili danni funzionali agli edifici. Non è da prevedere la distruzione immediata degli stessi, se costruiti secondo le normative vigenti”. Se Urzì lo scopre e lo rende noto qualche settimana fa, politici e tecnici meranesi, come si è visto, erano al corrente della situazione almeno dal 2015.
Per inciso: la vecchia scuola di Sinigo cui erroneamente si riferivano i tecnici di Bessone si trova in zona a medio rischio idrogeologico è la Giovanni XXIII di via Nazionale (indicata dal bollino rosso nella foto, ndr). “L’interrogazione di Urzì – replica Bessone - è formulata con approssimazione. Lui ha richiesto informazioni su una …scuola elementare di Sinigo che si trova sotto le pendici di Montefranco, a pochi passi da Piazza Vittorio Veneto …”, senza indicarne né il nome, né la via”. In realtà l'interrogazione di Urzì è piuttosto chiara e giustamente l'assessore prende le parti dei tecnici. C'è stato un errore, tutto qua, può succedere. Ad ogni modo dopo aver ottenuto la risposta da parte di Bessone e aver visto chiaramente sulla mappa la dislocazione della nuova scuola in zona blu, il consigliere ha scritto alla commissaria del Comune di Merano Anna Bruzzese per ricevere chiarimenti sugli accorgimenti apportati per mitigare il rischio idrogeologico "visto che un fossato alle spalle della scuola nel piano di pericolo appare addirittura indicato in rosso come zona a pericolo molto elevato” (la linea rossa che lambisce il bollino verde, ndr).
La risposta della commissaria reggente è molto precvisa ed approfondita ed ha quindi senso citarne ampi stralci. “Va chiarito come premessa - scrive Bruzzese - che il completamento della fase di progettazione preliminare è avvenuto in concomitanza con l'approvazione da parte del Comune di Merano del Piano delle zonedi pericolo. L'area di edificazione prescelta risultava localizzata nei pressi di una zona di 'pericolo idraulico H4" (il massimo) ed all'interno di una zona a pericolo idraulico elevato (H3) a causa della presenza del rio Montefranco. Tale area risultava esaminata e non pericolosa per frane e valanghe. Qualora il complesso scolastico edificando si fosse venuto a trovare all'interno della zona di "pericolo idraulico 1-14 non sarebbe stato possibile realizzarlo”.Essendo invece all'interno di una zona a pericolo idraulico elevato (H3), l'edificazione sarebbe stata possibile riducendo il pericolo idraulico da 1-13 ad H2 (pericolo idraulico medio)
Per poter adeguare a questa nuova classificazione del rischio il progetto definitivo, il Comune di Merano, spiega Bruzzese, "ha incaricato la Mountaineering srl (dell’ing. Silvia Simoni - coautrice del Piano delle Zone di Pericolo) di redigere uno studio di compatibilità idraulica che definisse le necessarie misure di mitigazione. Lo studio comprendeva anche una valutazione del progetto dell’ediificio sotto il profilo della compatibilità con un livello di pericolo medio, con conseguente individuazione dei possibili elementi di vulnerabilità del progetto. Si è quindi provveduto alla realizzazione di un muro perimetrale di altezza variabile lungo il confine dell'area interessata dalla scuola nei lati nord, est e sud la cui funzione di mitigazione è stata tarata mediante l'esecuzione di un insieme di simulazioni idrauliche con orizzonte temporale a 30, 100 e 300 anni. Costruendo la scuola è stata previsto l'innalzamento del piano dell'edificio e la modifica delle pendenze del cortile scolastico rispetto a quanto originariamente previsto nel progetto preliminare. Per una lunghezza complessiva di circa 150 metri è “stato costruito il muro d'argine fino al punto in cui il torrente Montefranco, intubato, attraversa il centro abitato, allo scopo di evitare possibili danni a terzi conseguenti a possibili derive del corso d'acqua". Insomma, l'edificio è stato sicuramente costruito garantendo la sicurezza dei bambini e del personale scolastico.
Se i pochi dubbi sulla sicurezza dell'edificio vengono fugati dalla commissaria Bruzzese restano quelli sulla sensatezza di insistere nel costruire un edificio sensibile come una scuola in un luogo che tra la progettazione preliminare e quella esecutiva viene giudicato a rischio idrogeologico. I tentativi informali per arrivare ad una delocalizzazione, come detto, pare siano stati fatti. Difficile però dire se questa sia semplicemente la classica storia di egoismi da parte diegli appartenenti ad una lobby che hanno la meglio sull’interesse pubblico o se siano intervenuti fattori di altro genere. Di certo anche in Alto Adige non sono moltissime le amministrazioni indifferenti alle scadenze elettorali e che, se scelgono una scorciatoia, hanno poi il coraggio di mettere tutte le carte sul tavolo.
Ein Wahnsinn.
Ein Wahnsinn.
So viel zum Thema "Die Bürger-innen ernst nehmen" und zu Röschs Verständnis von Fehlerkultur, Stichwort: "Freunderlwirtschaft"
Hauptsache "stur" weiter so wie bisher mit der Schilda-Politik in Meran und der Selbstvermarktung. https://www.salto.bz/de/article/05102020/die-welt-ist-mehr-als-ein
Es zahlen ja eh nur die Bürger-innen.
Der Artikel suggeriert, dass
Der Artikel suggeriert, dass hier in fahrlässiger Weise eine Schule in einem Hochrisikogebiet errichtet wurde.
Wer sich aber die Gefahrenpläne von Sinich, ganz Meran oder auch anderen Gemeinden in Südtirol ansieht, wird schnell erkennen, dass es sich um die Vermeidung von potenziellen Gefahren handelt, welche Hochwassersituationen bzw. Vermurungen in Zeiträumen von 30, 100 und 300 Jahren berücksichtigt. Viele öffentliche Gebäude werden in solchen Zonen errichtet und oft reicht eine kleine Mauer, um das Risiko zu beseitigen. Gut und wichtig, diese Risiken zu berücksichtigen, aber auch kein akuter Grund zur Sorge.
PS: Lächerlich, dass der „SVP-nahe“ Social-Boot △rtim ୍℘୍stロdiesen Artikel mal wieder zu einem nicht zutreffenden Rundumschlag gegen Rösch nutzt….aber dafür wurde dieser Account ja offenbar eingerichtet ;)
Antwort auf Der Artikel suggeriert, dass von Felix von Wohlgemuth
Machen Sie sich locker. Auch
Machen Sie sich mal locker. Auch Grüne können unterschiedliche Positionen, Bewertungen haben und sich manchmal auch nicht grün sein. Wieso sollte das nicht auch gegenüber einer grün-schwarzen Liste einer Person in Meran gelten? Ihre diffamieriende und unqualifizierte Art und Weise, wie Sie hier und anderswo mit Kritik und mit Meinungen anderer, die Sie persönlich nicht quotieren, umgehen, ist bekannt. Das sagt aber nur etwas über Sie aus. Eine Auseinandersetzung auf der Sachebene, z.B. auch mit Vorschlägen der Bürger-innen, wären zielführender als etwas über Ihr persönliches Verständnis von grüner Politik oder von ergebnisoffener Bürgerinnenbeteiligung zu erfahren. Ich verstehe. Dafür müssten Sie sich wohl erst mal besser vor Ort informieren und auch mal mit den Beteiligten reden statt jede und jeden gleich persönlich anzugehen. Von einem Provinz-Grünen- Mitvorsitzenden erwartet man das eigentlich nicht.