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Inchiesta Romeo, sequestri annullati

La Cassazione accoglie il ricorso degli avvocati dell'indagato Paolo Signoretti, disponendo la restituzione del materiale informatico all'imprenditore roveretano. La Corte: "Acquisizioni eccessive e non sufficientemente motivate".
Heinz Peter Hager, Paolo Signoretti, Ex Catto, Riva
Foto: TGR Trento
  • Accolto il ricorso dell'imprenditore roveretano Paolo Signoretti che è fra i principali indagati dell'inchiesta Romeo. La Corte di Cassazione ha infatti disposto la restituzione di PC, smartphone, tablet, usb e account di posta elettronica dell'imprenditore, accogliendo le motivazioni presentate dagli avvocati Giovanni Rambaldi e Stefano Mengoni. Per i legali di Signoretti il materiale informatico sequestrato (devices e circa 8 terabyte di file, pari a 52 milioni di pagine di documenti) è vastissimo, non commisurato alle finalità probatorie e sproporzionato sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Inoltre, secondo quanto sostenuto dalla difesa, il Pubblico Ministero non avrebbe chiarito le ragioni per le quali sia stato necessario disporre un sequestro esteso e "onnivoro", senza indicare le parole-chiave e i criteri che avrebbero dovuto presiedere alla selezione del materiale informativo archiviato nei dispositivo.

    Due delle quattro motivazioni sostenute dagli avvocati di Signoretti sono state accolte dalla Corte che ha ribadito il diritto alla riservatezza e al segreto. Il materiale sarebbe stato quindi acquisito in modo eccessivo e non sufficientemente motivato, senza che venissero definiti criteri precisi di selezione dei dati da analizzare. "All'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata, nonché al decreto di sequestro probatorio - si legge nella sentenza -, consegue la restituzione al ricorrente dei beni acquisiti, ivi compresa la copia integrale del contenuto dei supporti informatici". Ad essere annullata non è solo l'ordinanza del Tribunale di Trento che il 24 dicembre 2024 aveva rigettato la richiesta di riesame proposta da Signoretti contro il decreto di perquisizione personale, locale e informatica e del sequestro, ma anche il decreto di sequestro emesso dal P.M. il 26 novembre 2024. L'annullamento disposto dalla Cassazione mette a rischio l'utilizzo del materiale sequestrato in sede processuale.
    Secondo quanto riporta la Tageszeitung, inoltre, sono stati depositati altri ricorsi presso la Corte di Cassazione, tra cui quello del commercialista bolzanino Heinz Peter Hager.