Sulle tracce di Plattner a Malles
Karl Plattner era stato forse l’unico artista visivo ad aver fortemente voluto progettare e realizzare la propria pietra tombale, eccezion fatta ovviamente per mausolei o altro, come lo fu quello di Salò concepito dal poeta di ideologia fascista Gabriele D’Annunzio. Camminando per le strade del paese di Malles, situato vicino al Colle di Tarces e che è anche l’ultima fermata della linea ferroviaria che porta dal 2005 ormai attraverso la valle, si trovano numerose parole sui muri in un font piuttosto classico: lettere che formano parole o concetti di vita, dipinte in angoli della strada, al di sopra una panchina, sotto una finestra, a un angolo di strada, e che sprizzano di ironia: ad esempio la scritta “Auf der Bank” che in tedesco significa “sulla panchina” ma anche “essere in banca”, la troviamo al di sopra una panchina su cui sedersi accanto all’entrata di una ex banca. La scritta “Bushaltestelle” (=fermata d’autobus) ci sorride dal muro, dove un tempo si fermava il bus che attraversava il paese e dove oggi ci sono due sdraio che invitano a “fermarsi” per un attimo.
Su un altro muro di una casa si trova la divertente replica specchio rispetto alla scritta posta sul muro di fronte a esso: essendoci diversi buchi nell’intonaco giallo troviamo un ironico “Un buco sul muro”, mentre di fronte c’è l’indizio che queste parole sono effettivamente legate a Karl Plattner dato che la didascalia recita “Karl auf der Mauer”, ossia “Karl sul muro”, in quanto risalendo la stradina che qui si immette in una piccola piazza abbiamo già incontrato “il bacio”, una “tazzina di caffè” per fare un “incontro”…
Non di sole lettere e frasi accennate però si adornano i muri di Malles, per altro una vecchia tradizione alto-atesina, quella di dipingere a grandi lettere e con emblemi le funzioni dei vari edifici, ad esempio “Macelleria – Metzgerei”, o “Gasthaus zum Bären”, qui prontamente accompagnato da un “Im Wirtshaus”, in italiano “in osteria”, sempre nel solito lettering di colore grigio chiaro, come tutte le altre scritte di cui sopra, mentre sotto la finestra che forse un tempo era uno studio di pittore o di un artigiano, si dice che si tratta di un “Atelierfenster” per l’appunto, e davanti a un portone chiuso da tempo essendo il locale stato abbandonato ci sorride con un accenno di tristezza la parola “Abwesenheit”, ovvero “assenza”.
Verso l’uscita del paese, andando nella direzione della stazione, incontriamo ancora un muro bianco con tante finestre che potrebbe essere un collegio femminile o la dimora di donne sole, non lo sappiamo ma ce lo suggerisce la scritta “Frauenbildnis” che significa “immagine di donna”…
Tornando alla tomba, di cui si è parlato inizialmente, si tratta della prima sulla destra entrando dalla piazzetta, dove si trova il supermercato e la farmacia: un dipinto meraviglioso con una donna che regge un corpo maschile nudo, morto, nel tipico stile plattneriano dalle silhouette snodate che fanno pensare un po’ a quelle dipinte da Egon Schiele un centinaio di anni fa, prima di morire giovanissimo a causa della Spagnola, la pandemia del secolo scorso, importata di fatto dagli Usa. La denominazione “spagnola” era dovuta unicamente al fatto che in Europa fu scoperta sui soldati stazionati in Spagna, soldati provenienti dagli Stati Uniti, e il virus in quel caso era derivato dalle oche in una fattoria del Mid-West.
Plattner ha creato un bellissimo affresco per il cimitero di Malles, quello – molto criticato, ovviamente – che fa da Monumento celebrativo per i caduti del paese nella prima e nella seconda guerra mondiale, le due liste poste ai lati sono lunghe infatti.
Il dipinto non rappresenta in modo classico il soldato morto sul campo, no, presenta il corpo morto nel lenzuolo bianco, pronto per essere inumato, con le donne sofferenti sullo sfondo e i vangeli dei quattro evangelisti Giovanni, Luca, Marco e Matteo in primo piano, dei quali si decifrano quello di Luca e Giovanni, proprio sopra la firma dell’autore, nell’angolo in basso a destra: Karl Plattner, nell’anno domini 1950.
Lo aveva realizzato subito dopo gli studi di arte e pittura tra la sua Malles dove era nato nel 1919, Bressanone e l’ultimo nel 1949 a Parigi presso la scuola di Andrè Lothe. Un altro affresco suo si trova nella sala del Consiglio provinciale di Bolzano realizzato in due tappe: la prima risale al 1954, ma quel primo tentativo non lo soddisfece per cui lo distrusse per recarsi a Parigi, dove nel frattempo si era stabilito per un periodo per rielaborare l’intero progetto. Nel frattempo era nata la seconda figlia Patrizia e nel 1955 era tornato a Bolzano per rifarlo e stavolta terminarlo. Un altro ciclo di sue immagini lo trova chi attraversa il ponte Europa andando verso Innsbruck: qui c’è la cosiddetta Europakapelle, ossia una cappella in onore dell’Europa, e al suo interno Karl Plattner ha disegnato e dipinto un ciclo di affreschi nel biennio 1963/64.
Bellissimo Plattner. Pop e
Bellissimo Plattner. Pop e modernissimo, https://www.consiglio-bz.org/it/banche-dati-raccolte/opuscoli.asp?somep…