Chronik | Il caso

“Sbagliato farne una questione etnica”

Parla Fernando Pontecorvo, avvocato difensore di Arlind Cikaqi, il giovane kosovaro implicato nell’aggressione contro Norbert Pixner. Revocati gli arresti domiciliari.

Arlind Cikaqi, diciottenne kosovaro, figlio di due professori universitari e uno dei responsabili del pestaggio ai danni del trentunenne volontario dei vigili del fuoco Norbert Pixner che lo scorso settembre venne aggredito in piazza della Rena a Merano, è stato rinviato a giudizio. Per lui l’avvocato Fernando Pontecorvo ha chiesto il rito abbreviato che, in caso di condanna, permetterebbe la riduzione della pena di un terzo. Come ormai noto il giudice per le indagini preliminari Emilio Schönsberg ha disposto una perizia del CTU, e quindi del medico legale incaricato, che presenterà la sua relazione il 12 maggio (data della prossima udienza), con la quale verrà accertata l’entità dei danni subiti da Pixner che si è costituito parte civile.

Il codice distingue fra lesioni ordinarie, lesioni gravi che prevedono una prognosi superiore ai 40 giorni (e che probabilmente saranno imputate al ragazzo kosovaro) e lesioni gravissime come ad esempio la perdita di un arto, di un organo o di uno dei cinque sensi, un’opzione, secondo l’avvocato difensore Pontecorvo, verosimilmente non configurabile. La vittima dell’aggressione, che lunedì scorso si è presentata in aula (non c’era invece Cikaqi, fino al momento dell’udienza ancora agli arresti domiciliari, poi revocati nel corso della stessa), sembra aver recuperato una adeguata mobilità, almeno “a prima vista” come riporta ancora l'avvocato il quale, tuttavia, tiene a precisare che sarà compito dei medici valutarne le reali condizioni fisiche.

Ancora da chiarire, dunque, la posizione di Cikaqi, colpevole, a quanto pare, di aver sferrato un pugno solo, mentre sarebbe stato un minorenne altoatesino – affidato almeno fino a marzo a una comunità rieducativa – ad avere un ruolo più attivo nel pestaggio: avrebbe infierito sul malcapitato, già caduto a terra, con calci e pugni diretti al volto. Intanto è spuntata una terza persona che avrebbe aggredito Pixner in prima battuta fuori dal locale dove sono avvenuti i fatti. “Sarebbe più opportuno definirla rissa – precisa Pontecorvo – visto che ci sono state più persone coinvolte che hanno dato e preso pugni”.

La tesi dell’accusa sarebbe quella per cui il ragazzo kosovaro, pur avendo assestato un colpo solo, dovrebbe essere ritenuto responsabile anche di quanto si è verificato successivamente e cioè delle azioni che hanno portato al pestaggio vero e proprio. “Si chiama ‘concorso anomalo’ – spiega l’avvocato – ed è una norma un po’ ‘strana’, al momento oggetto di studio anche da parte della Corte costituzionale, che andrebbe a riconoscere in questo caso a Cikaqi una forma di responsabilità oggettiva, come dire, semplifico, che anche se tu non hai fatto niente, in riferimento a quei danni gravissimi, ne rispondi comunque perché hai partecipato all’aggressione e perché dovevi prevedere che sarebbe andata a finire male. Io ritengo che la condotta del minorenne sia stata di una tale violenza che per Cikaqi era impossibile immaginare le conseguenze che si sono poi verificate, perciò, a mio avviso il mio assistito dovrebbe rispondere esclusivamente del pugno che dichiara di aver dato”.

Ipotesi digeribile da chi all’epoca dei fatti si accanì con innegabile piglio xenofobo verso il giovane, attribuendogli – anche per via di come furono esposti i fatti da una parte della stampa – evidentemente più colpe di quelle che realmente aveva? “La dinamica degli eventi - conclude il legale - è stata servita al pubblico, soprattutto all’inizio, in questo modo: un kosovaro aveva massacrato di botte un cittadino altoatesino, fatto che poi era stato smentito da una successiva ricostruzione, ma a quel punto la rete ormai si era gonfiata e la frittata ormai era fatta, come si suol dire. È la condotta violenta in sé che crea allarme, farne una questione etnica mi sembra una cosa del tutto scorretta, ma purtroppo corrono brutti tempi”.