Riaprire il confronto sull’albo delle badanti con l’auspicio di presentarsi alla futura Conferenza Stato-Regioni con proposte che tengano conto delle peculiarità locali in materia di non autosufficienza. Questa la posizione del sindacato dei pensionati della Cgil/Agb dopo che il Senato ha approvato le deleghe al Governo in materia di politiche a favore delle persone anziane: “Con il registro, o almeno con le linee guida sui percorsi formativi necessari per svolgere la professione di assistente familiare in maniera adeguata, si tutelano i lavoratori per quanto riguarda l’inquadramento e le famiglie per la qualità del servizio”, ha spiegato il segretario Alfred Ebner.
Un percorso, che secondo l’organizzazione, non sarà esente da ostacoli per via della forte presenza di addetti provenienti da Paesi extra Ue e che pertanto potrebbero essere sprovvisti dei requisiti richiesti per l’iscrizione al registro: “Siamo del parere – afferma il segretario – che questi corsi di formazione vadano gestiti dalla mano pubblica attraverso le proprie strutture o almeno supportati da un certificato di verifica delle competenze acquisite. Questi percorsi darebbero inoltre un quadro più preciso sulla regolarità dei contratti di lavoro”.
Nel frattempo, a livello provinciale, la scorsa settimana la maggioranza ha respinto la proposta del Team K per l'introduzione di un registro professionale per gli assistenti domiciliari, votata invece all’unanimità da tutta l’opposizione.
Pur ammettendo che l’assistenza in Alto Adige stia tutto sommato funzionando bene, soprattutto con il servizio di assistenza domiciliare e le infermiere di quartiere, la mozione, presentata da Maria Elisabeth Rieder, voleva portare più trasparenza nel settore degli assistenti domiciliari. In collaborazione con i servizi di assistenza domiciliare, i servizi infermieristici a domicilio e le agenzie private, secondo il Team K, si sarebbero dovuti individuare i requisiti minimi per l'iscrizione al registro, prevedere corsi di formazione per gli operatori iscritti all'albo per garantire uno standard minimo di qualità, nonchè organizzare corsi di lingua per abbattere le barriere linguistiche tra assistiti e operatori.
Le case di riposo e le case di cura stanno raggiungendo il limite, sia per l’invecchiamento progressivo della popolazione sia perché manca il personale. Un problema che non può essere ignorato, secondo l’opposizione: “Al momento c'è poco supporto da parte della Provincia, per questo è necessario un punto di contatto nei distretti per sostenere il lavoro degli assistenti familiari e degli operatori di assistenza domiciliare, per offrire una più stretta collaborazione tra tutti gli operatori coinvolti – aveva dichiarato la consigliera subito dopo la bocciatura della maggioranza –. Se pensiamo che in Alto Adige esiste un registro degli artisti, mi risulta ancora più incomprensibile come ci si possa astenere dall'introdurre questo strumento in un settore così delicato come quello dell'assistenza”.
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