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:: Arte & Jazz ::

Essere nella corte di uno storico palazzo al centro di un paesino della piana atesina. Guardare le Alpi all’alba ed essere illuminati dai primi raggi del sole ancora semi nascosto da uno sperone di roccia che all’improvviso viene rimosso provocando un’inondazione di luce. Allo stesso tempo ascoltare la performance di uno dei trombonisti jazz più stimati del continente.
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Foto: (c) Salto.bz

Giovedì scorso, negli spazi della Werkbank a Lana (BZ), in occasione della rassegna Lana Meets Jazz, ha inaugurato la propria esposizione, A hand full of sun, Alberto Scodro, artista veneto classe 1984. A seguire la performance di una delle voci più importanti della scena jazz italiana e internazionale: Gianluca Petrella.

Curata da Denis Isaia, la mostra, attraverso video, fotografia e installazioni, esemplifica un gesto semplice e fortemente simbolico per Lana: la rimozione di un frammento di roccia che fino a quel momento ritardava di pochi istanti l’arrivo dei primi raggi di sole sul paese. Da quel momento Lana non è più la stessa. L’installazione performativa di Scodro è fortemente connessa all’ambiente che la ospita e di cui è parte: sfrutta una nicchia presente nel muro per inserirvi una luce simbolo del nuovo raggio – le fotografie documentative sono stampate su lastre di sale cotte ad alta temperature che interagiscono con l’umidità dello spazio – il catalogo-opera è costituito da fogli adesivi che hanno inglobato la pellicola materica perimetrale della sala espositiva, zona evidenziata da una cordicella che corre parallela alle pareti – l’originale frammento di roccia è avvolto da una forte luce che illumina l’ambiente. E’ lo spazio stesso che performa e mette in relazione l’interno con l’esterno.

Gianluca Petrella a sua volta ha interagito con gli spazi della Werkbank. Ha suonato tra il pubblico, dentro e fuori lo spazio espositivo e riempito l’ambiente con la sua musica coinvolgente e mai banale. Una tromba jazz con basi in loop, pedali e beatbox.

WOW!