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Plan de Corones, lavori (quasi) al via

Nonostante l'impatto paesaggistico, in primavera partono i lavori alla nuova cabinovia Kronplatz 1+2 che sposterà la stazione intermedia – senza la pista inferiore stralciata dalla Giunta.
Kronplatz Nordseite
Foto: HPV
  • Sono in dirittura di arrivo i lavori per il rinnovo dell'impianto di risalita Kronplatz 1+2 della società Kronplatz AG, approvato a maggio dalla Giunta Provinciale, chiamata a decidere (dopo due precedenti rinvii) sul controverso progetto di sostituzione dell’impianto Plan de Corones 1+2 per un costo pari a 35 milioni di euro che prevedeva anche un'altrettanto contestata nuova pista da sci sul versante che domina Riscone di Brunico, poi bocciata dalla Giunta. 

    I lavori di costruzione degli impianti di risalita inizieranno al termine dell’attuale stagione invernale: dopo Pasqua verranno innanzitutto smantellati gli impianti esistenti. La società ha dovuto ridurre la superficie di disboscamento prevista per il progetto da dodici a cinque ettari – il progetto approvato prevede ora la stessa superficie sciabile esistente, “poiché una parte della pista situata sotto la vetta presso il Reischacher Kreuz è stata eliminata” spiega Andreas Dorfmann, direttore della Kronplatz AG: “L’investimento sarà coperto con fondi propri”.

  • Andreas Dorfmann, direttore di Kronplatz AG: Foto: Kronplatz Holding
  • Come detto, parte integrante del progetto originario era la realizzazione di una nuova pista di collegamento rossa “Lumen” (come il nome del museo di fotografia sulla sommità della montagna) che unirà la pista Sylvester, la nuova stazione intermedia e la pista Herrnegg, oltre al collegamento e ampliamento di diverse altre piste: in totale 12 ettari di nuove piste che si aggiungono ai 121 km di piste da sci a Plan de Corones. Ciò avrebbe richiesto il disboscamento di ben 15,3 ettari, l'equivalente di 21 campi da calcio. Dal canto suo, la società Kronplatz AG s’impegnava, in stretta collaborazione con l’autorità forestale, “a promuovere con forza la riforestazione delle zone boschive danneggiate dal bostrico”.

  • La bocciatura della VIA

    La costruzione del primo impianto di risalita sul Plan de Corones risale al 1963, anno che segnò l'inizio della storia “di successo” del comprensorio sciistico. L’allora funivia fu sostituita nel 1986 da una cabinovia a 6 posti e nel 2003 dalla cabinovia a 8 posti „Plan de Corones 1+2“, tuttora esistente, che parte da Riscone (959 metri) fino a 1850 metri sul livello del mare e da lì alla stazione a monte di Plan de Corones (2273 metri). Il nuovo progetto prevede la sostituzione dell'attuale cabinovia a 8 posti con una nuova cabinovia a 10 posti in due tronconi dalla capacità di 3250 persone all’ora e con la riduzione del numero di sostegni di oltre il 50%, nonché il ri-posizionamento della stazione intermedia a 1530 metri sul livello del mare con accesso diretto alle piste.

  • Una delle planimetrie del progetto Plan de Corones 1+2: il tracciato zigzagante in rosso e giallo è quello della nuova pista Lumen, poi bocciata dalla Giunta provinciale. Foto: Kronplatz AG
  • Nell’ambito della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) il Comitato ambientale della Provincia aveva bocciato il progetto nella sua forma originale, in particolare lo spostamento più a valle della stazione intermedia esistente che i sostenitori del progetto, come il direttore del “Skirama Kronplatz” Thomas Reiter, consideravano un’urgenza geologica. Il Comitato ambientale sottolineava come il bosco sul versante nord del Plan de Corones risultava già pesantemente danneggiato da diversi eventi, tra cui la pressione della neve e le infestazioni di bostrico. La perdita di ulteriori 12 ettari di bosco in gran parte sano per la costruzione di nuove piste, è stata ritenuta inaccettabile. 

    Per quanto riguarda la stazione intermedia, pur riconoscendo che quella esistente si trova ai margini di una frana attiva, secondo il Comitato tali movimenti si erano poi notevolmente ridotti, consentendo un esercizio regolare e sicuro dell’impianto e di conseguenza che un adattamento della stazione intermedia nella posizione attuale fosse possibile, anche in base al Piano delle zone di pericolo che ammette interventi edilizi con rischio medio. La nuova collocazione comporta inoltre la costruzione di una nuova strada forestale di 800 metri in una zona già soggetta in passato a danni da tempesta.

  • La mossa di Brunner

    La Giunta provinciale aveva però contestato tale parere: una proposta di delibera che recepiva il parere negativo del Comitato ambientale era stata inizialmente inserita all’ordine del giorno della Giunta il 28 gennaio 2025, ma fu poi ritirata, poiché l’esecutivo non condivideva alcune motivazioni del Comitato, in particolare quelle contrarie allo spostamento della stazione intermedia

    La Giunta si è basata sulla documentazione progettuale prodotta dalla società Kronplatz AG – in particolare la perizia tecnico-scientifica redatta dalla docente tedesca di pianificazione territoriale Ulrike Pröbstl-Haider – confermando la necessità di ricollocare la stazione intermedia per motivi geologici, statici e strutturali, evidenziando che una ricostruzione nella sede attuale avrebbe comportato gravi criticità tecniche.

    Nella seduta dello scorso 13 maggio 2025, la Giunta provinciale ha quindi approvato il progetto di rinnovo degli impianti di risalita Plan de Corones 1 + 2, accogliendo solo in parte le osservazioni del Comitato ambientale. 

    L’assessore provinciale all’urbanistica e ambiente Peter Brunner ha spiegato che lo spostamento della stazione intermedia è stato ritenuto necessario per motivi geologici, essendo quella attuale ubicata in area a rischio frana. Tuttavia, la Giunta non ha approvato la nuova pista da sci al di sotto della stazione intermedia, in quanto giudicata troppo impattante sul paesaggio, accogliendo il parere del Comitato accettando solo il breve tratto superiore, ritenuto dall'esecutivo meno invasivo e comunque soggetto a specifiche misure di compensazione ambientale.

  • L'assessore provinciale Peter Brunner (SVP): "Per motivi geologici, il trasferimento della stazione intermedia andava approvato poiché l'attuale stazione si trova nell'area interessata da una frana". Foto: Seehauserfoto
  • Incredibilmente, la delibera precisa che “con riferimento all’aspetto paesaggistico, le argomentazioni nella perizia della prof.ssa Pröbstl-Haider non sono state pienamente condivise, poiché il progetto presenta un notevole impatto visivo anche escludendo la parte inferiore della pista”. Relativamente alla capacità di trasporto dell’impianto, la Giunta non ha ritenuto fondata la richiesta del Comitato di ridurla a 2.800 persone/ora, giudicando invece accettabile la portata di 3.250 persone/ora, considerata adeguata per l’afflusso mattutino di sciatori e non incompatibile con la sostenibilità ambientale complessiva, trattandosi di un impianto di accesso e non di potenziamento delle piste esistenti. Di conseguenza, la Giunta ha escluso che tale aumento di capacità comporti automaticamente una maggiore pressione antropica o un’ulteriore “industrializzazione” del comprensorio sciistico.

     

    Il progetto presenta un notevole impatto visivo anche escludendo la parte inferiore della pista.

     

    La delibera ha quindi stabilito che l’allargamento della pista di collegamento Herzlalm sia limitato a 12 metri, che l’ampliamento della pista Weiden – prevista come collegamento alla nuova discesa a valle K1 + K2 – venga respinto e il tratto inferiore della nuova pista sotto la stazione intermedia fosse definitivamente escluso. Successivamente, lo scorso 20 agosto 2025 si è riunita la Conferenza di servizi con la partecipazione di Comitato ambientale, Comune di Brunico, Ufficio Funivie, Area funzionale Turismo e Ufficio Demanio idrico. La Conferenza ha rilasciato il Provvedimento autorizzatorio unico provinciale per la realizzazione del progetto, comprendente, oltre alla delibera di Giunta, al permesso di costruire del Comune di Brunico e alle altre autorizzazioni, l’iscrizione dell’opera nel registro delle piste e degli impianti di risalita.

  • “Basta con la strategia dello spezzatino”

    Contro il progetto si era già formata un’ampia coalizione di associazioni ambientaliste e alpinistiche, unanimi nel ritenerlo “chiaramente in contrasto con gli obiettivi del Piano clima Alto Adige 2040”, come scrissero in una nota congiunta nell'ottobre 2024 CAI, Alpenverein e Dachverband, secondo cui non è accettabile ritenere Plan de Corones una “montagna persa” in quanto “nonostante l'elevato livello di sviluppo, sul Plan esistono ancora aree ecologicamente intatte”. A maggio, poi, l’Heimatpflegeverband, il Dachverband, Mountain Wilderness e CAI rivolsero un appello alla Giunta provinciale affinché respingesse definitivamente il progetto Plan de Corones 1+2. “Dalle recenti dichiarazioni dell'assessore Brunner si può ipotizzare che la nuova stazione intermedia verrà approvata, con ogni probabilità insieme a una pista da sci almeno fino a tale punto – nonostante il parere chiaramente negativo espresso dal Comitato ambientale e nonostante le motivate prese di posizione contrarie da parte di quattro organizzazioni ambientaliste”. E così fu.

  • La pista Lumen bocciata (per ora) dalla Giunta provinciale: per la sua realizzazione sarebbe necessario abbattere 15 ettari di bosco. Foto: CAI
  • Secondo le quattro organizzazioni, “l’esperienza con progetti analoghi fa temere che ciò non rappresenti affatto la conclusione dell’intervento: il restante tratto della pista a valle – dalla nuova stazione intermedia fino alla stazione a valle – potrebbe essere approvato in un secondo momento e giustificato con motivazioni apparentemente nuove. Si tratterebbe della una classica strategia dello spezzatino, in cui l’approvazione di progetti controversi avviene per pezzi successivi, al fine di evitare opposizioni da parte della popolazione e della politica”.

     

    Il restante tratto della pista a valle potrebbe essere approvato in un secondo momento e giustificato con motivazioni apparentemente nuove.

     

    Anche i Verdi di Brunico sottoscrissero l’appello degli ambientalisti chiedendo di “seguire il buon senso del Comitato ambientale e respingere il progetto così come è stato presentato” in quanto, tra le altre cose, “il progetto comprometterebbe in modo significativo il paesaggio; il tasso d'incidenti sul Plan de Corones è già oggi elevato; un aumento della capacità degli impianti di risalita permetterebbe un maggior numero di persone sulle piste e quindi un aumento del rischio di incidenti”.