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Wirtschaft | Turismo e guerra

Turisti russi, “pecunia non olet”?

Ci si rallegra per il “ritorno dei turisti russi” in Val Badia, ma forse bisognerebbe vergognarsi di ospitarli qui in Alto Adige-Sudtirolo, no?
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Manifestazione pro Ucraina in piazza Walther a Bolzano il 26 febbraio 2022
Foto: Michele De Luca
  • “Russians, you are not welcome in South Tyrol, go back to your homes”

    Ascoltare per caso un servizio del Tgr del 7 dicembre e poi sentire che “Anche nelle strutture ricettive previsioni più che positive, con cifre da tutto esaurito nelle principali località. (...) Nelle prenotazioni si nota però anche un ritorno dei turisti russi e di quelli provenienti da oltreoceano, Stati Uniti e Canada.” 

    “Ritorno dei turisti russi? Dovrei aggiungere ora, in stile “social”, l’emoticon con gli occhi sgranati. A parte che è decisamente curioso che questi “turisti” visitino il tanto odiato “occidente decadente e aggressivo”, “corrotto” e che “vuole smembrare e saccheggiare la Russia”, pare si siano dimenticate le manifestazioni come quella ritratta nella foto che feci in piazza Walther a Bolzano il 26 febbraio 2022, quindi due giorni dopo la vigliacca invasione delle truppe “Z” dopo le tante “rassicurazioni” che ciò non sarebbe avvenuto a quel tal lungo tavolo farcito di bugie.

    Quindi leggere che ora qui in Alto Adige-Sudtirolo si parli di ritorno dei cittadini di quel paese aggressore, che sicuramente non saranno quelli che finiscono nel “meatgrinder” delle trincee e dei sanguinosi campi di battaglia del Donbass, Dnipro, Kherson ma che faranno parte di quella borghesia che con ragionevole certezza appoggia tale sanguinosa guerra (per finirla basterebbe ritirare le “Z” truppe, no?), non ci si pone neanche una domanda ad ospitarli?

    Parrebbe di no mentre parrebbe solo importante che “Der Rubel rollt” facendo un po’ finta di avere la memoria dei pesciolini rossi. Magari giusto riaccendere la memoria e portarla al teatro di Mariupol o a Bucha sarebbe utile, ancora dare un’occhiata alle condizioni delle città “liberate” o contese dalle truppe “Z” nell’ottica del “Russkij mir”.

    Ora, sempreché le condanne dell’invasione ucraina non siano finite nel ripostiglio dei buoni propositi, un bel cartello con l’indicazione “Russians, you are not welcome in South Tyrol, go back to your homes” sarebbe più che appropriato nelle strutture ricettive altoatesine-sudtirolesi. Non fosse altro per la valanga di insulti nei confronti dell’Europa, quindi anche nei nostri confronti e delle nostre democrazie, fragili come non mai in questi ultimi tempi, che abbiamo sentito dal 24 febbraio 2022 in poi.

    Oppure tutto si riduce al “Pecunia non olet” nell'ottica del "turismo über alles"? A quanto pare… e ciò comunque vale per tutti i paesi europei democratici che continuano ad ospitare turisti di quel paese.