Politik | Capi di stato

I presidenti e noi

È dedicata a Giorgio Napolitano la prima tappa di una galleria di ritratti, volta a rievocare i legami tra le vicende altoatesine ed alcuni Presidenti della Repubblica.

Giorgio Napolitano lascia il Quirinale e si apre la delicata fase delle votazioni per l'elezione del dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Tutti i Capi dello Stato in carica dal 1946 ad oggi hanno avuto più o meno a che fare con le vicende altoatesine dal dopoguerra in poi. Il ricordo di alcuni di essi può essere fissato, tuttavia, in immagini più vivide di quelle legate solamente all'ordinaria amministrazione per le questioni politiche istituzionali o delle visite presidenziali. È questo l'album di fotografie che cercheremo di sfogliare,scandagliando la memoria storica e quella personale di chi scrive, partendo proprio dall'ultimo inquilino del Palazzo e tornando indietro nel tempo.

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Ho già avuto occasione di scriverlo lo ripeto con convinzione: penso che il valore storico e politico dell'incontro avvenuto il 5 settembre del 2012 a Merano tra i due presidenti , l'italiano Giorgio Napolitano e l'austriaco Heinz Fischer sia stato sottovalutato, allora ed oggi, dal mondo politico altoatesino. Troppo occupati a fare i conti con le turbolenze politiche e giudiziarie di quei giorni, i protagonisti del mondo istituzionale altoatesino sembrarono quasi considerare come un fatto assolutamente normale che i due capi di Stato fossero venuti ad incontrarsi a Merano. Eppure, sarebbe bastato gettare uno sguardo meno distratto ad un passato anche recente per capire come quell'avvenimento avesse i caratteri dell'eccezionalità.
 L'incontro di Merano è stato certamente reso possibile dagli ottimi rapporti bilaterali che esistono ormai da tempo tra i due paesi, perfettamente inseriti, fianco a fianco, nella compagine di stati dell'Unione Europea. Tutto ciò, però, non può far dimenticare che, quasi sino all'alba del nuovo millennio, scambi di questo genere venivano dosati con il contagocce, che i rapporti diplomatici tra Roma e Vienna erano sempre pervasi di una sottile tensione determinata dalla mancata conclusione positiva della vertenza altoatesina, che mai e poi mai un capo dello Stato italiano avrebbe accettato di incontrare sul suolo altoatesino il suo omologo austriaco. 

Un incontro impossibile, dal punto di vista di Roma, se non altro per non concedere alla controparte nulla in merito a quella pretesa di ingerenza nelle vicende locali che l'Italia ha sempre respinto con forza, reclamando il diritto di considerare le vicende altoatesine come mera questione di rilevanza interna.

Ecco perché l'incontro del 5 settembre 2012 acquista valore del tutto particolare, segnando in maniera completa e irreversibile la chiusura di un capitolo storico e politico tra due stati che, nel novecento, hanno sicuramente vissuto gli esiti tragici e complessi di quella che è stata definita una "storica inimicizia", riuscendo però ad emergerne assieme, con un risultato che, ad onta delle critiche degli scontenti perenni e degli irriducibili nazionalisti, può essere considerato positivo a tutti gli effetti.

In politica e in diplomazia, a volte, i gesti e gli atti contano più delle parole. Così, in quel mattino di settembre sotto le volte liberty del Kursaal, l'abbraccio fraterno tra Napolitano e Fischer ha finito per dire assai di più dei discorsi sia pure importanti ed elevati, che i due Capi di Stato hanno pronunciato poco dopo, accettando il premio loro conferito da un emozionatissimo Luis Durnwalder. In quell'abbraccio c'era la consapevolezza piena di aver chiuso un capitolo storico complesso e doloroso e forse anche l'orgoglio di due vecchi leoni della sinistra europea, uniti da amicizia e simpatia profonde, anche a causa delle comuni radici culturali e politiche.

Mentre va dato atto alla giunta guidata da Luis Durnwalder di aver voluto la cerimonia meranese, illuminando così per un attimo il percorso piuttosto oscuro e travagliato dell'ultimo scorcio della legislatura provinciale, va  detto con forza che l'appuntamento di Merano non ci sarebbe potuto essere se non ci fosse stata la volontà lucida e determinata di Giorgio Napolitano. In un momento nel quale l'opinione pubblica italiana si rivolta contro i privilegi, veri o presunti, delle autonomie speciali e nel quale quella altoatesina in particolare è sotto tiro anche da una parte del mondo politico, la scelta del presidente della Repubblica di venire a Merano a ribadire la validità e l'intoccabilità di quanto ideato da de Gasperi e da Guber nel 1946 è stata coraggiosa e controcorrente. 

Un gesto venuto tra l'altro in un momento delicato, con l'autonomia altoatesina in fase di stallo davanti alle chiusure e ai veti del governo "tecnico" di Mario Monti. Ed invece il presidente ha voluto far sentire la sua voce in maniera chiara e perentoria.

Per questo l'immagine che conserveremo nella memoria dei suoi nove anni di presidenza è quella dell'incontro di Merano. L'altra, quella privata, del Napolitano seduto tranquillamente a tavola con gli altri ospiti di un albergo dell'Alta Pusteria speriamo di poterla scattare ancora, a partire dalla prossima estate.