La funivia del Guncina. Sogno o realtà?
-
Cubi faraonici e rispetto delle leggi.
C' era una piccola funivia. Che univa la città ai suoi dintorni. La funivia del Guncina. Amata dalle famiglie e dagli escursionisti. C'era, veramente, anche quella del Virgolo, molto utilizzata dalla popolazione.
Esistono anche alcune regole di fondo, nel linguaggio storico- artistico. Le strutture chiuse, sono, per l'appunto, chiuse: indicano un atteggiamento prepotente e aggressivo, se non impositivo. Le strutture aperte contraddistinguono al contrario una società aperta e dinamica, ma anche partecipata: il tempio greco permetteva attraverso il passaggio di aria e luce il contatto diretto con gli elementi naturali. Ma non c'erano barriere nemmeno nel passaggio degli esseri umani. Pericle, aveva dato vita a un processo democratico in politica e aveva contemporaneamente usato il tesoro della lega delio-attica per "abbellire" la città di Atene: per darle un'anima, un carattere, immortale. E i nostri tesoretti?
Anche noi, li abbiamo, ma come li usiamo?
L' arte, non dovrebbe anche esprimere il sentire dei cittadini, e le loro visioni?
Che cosa si propone a Bolzano? O si impone, forse? Quale linguaggio artistico esprime una città che è originale, e interessante, nel suo tessuto sociale, nella storia, nella sua complessità?
Il dubbio - già frequente - mi ritorna osservando il progetto faraonico - tendiamo ad eccedere nelle cubature, come nei rifugi alpini - della funivia del Guncina. Un altro pezzo di storia che se ne va:
https://salto.bz/de/article/09092023/la-lenta-morte-della-scuola-ex-pas…
La brutalità è un'altra caratteristica delle operazioni: prima si chiude la funivia in periodo COVID, e quindi, di lockdown- con la motivazione "poco utilizzata". Poi si va alla distruzione. Seri dubbi sull'aspetto stilistico e sui cubi che stanno invadendo la città. Il cubismo c'è già stato, siamo al "neo cubismo"? Brutto e poco funzionale, o, almeno , dipende dall'utilizzo. Ma non ci si accorge che non c'entrano nulla con il contesto in cui sono inseriti? Questa era una piccola funivia utile a quello scopo. Trasportare regolarmente residenti e turisti. Ora, aumenterà il costo dei biglietti - anche per i residenti. Ora, si devasterà un contesto armonioso. Scuole cubo, università cubo, e adesso questo: ma perché non si chiede un parere prima ai cittadini? Perché non viene data voce alla comunità, tra cani con il ciuccio, statue dell'isola di Pasqua, cubi di vetro e metallo, scuole che si abbattono o si trasformano in semi cubi- rovinando anche lì, vedi ex Pascoli- un contesto omogeneo e di pregio architettonico?
Quale luogo è simbolo condiviso di questa città? Quale monumento, quale edificio, quale statua? E ci si chiede, al di là dell'aspetto tecnico, anche da valutare: ma gli artisti? Anche loro incubati? Perché che siano di vetro o metallo, sempre tali sono. L' arte deve essere partecipata e esprimere la sensibilità di una comunità. Rispettosa delle caratteristiche ambientali e climatiche. Di quartieri già privati di negozi, bar, ristoranti, senza farmacie, con una sola linea di bus non in ore serali né in giorni festivi. Cosa fanno giovani, o gli anziani? Guarderanno, da lontano, o troppo vicino, l'ennesimo cubo.
Forse il nome esatto per questa tendenza sarebbe "neo-brutalismo". E poi, molto tecnicamente, le deroghe: il progetto della nuova stazione Bolzano -San Genesio non rispetta le distanze minime di legge, che prevedono almeno 10 metri di distanza da altre costruzioni: obbliga a un doppio passaggio della strada verso la val Sarentino, già molto trafficata. Qualcuno ricorda i gravi incidenti su questo tratto? Ma la memoria è labile. Sarà colpa dei - soliti - cubi. O delle solite deroghe. Eppure, se le regole in arte o urbanistica esistono, un motivo ci sarà. Di sicurezza, e buon senso. Di rispetto dell'ambiente. E di armonia.