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Arduino: il futuro nelle mani di tutti

Nei giorni scorsi il co-fondatore della piattaforma hardware Massimo Banzi è stato ospite di Unibz per un intervento-lezione molto atteso e seguito.
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Massimo Banzi / Arduino
Foto: Massimo Banzi

“Arduino è basato su un piccolo computer non molto potente, delle dimensioni di una carta di credito e simile a quello che magari troviamo all’interno di un forno a microonde. E’ stato progettato per essere molto facile da programmare, per cui chiunque anche con poche conoscenze di tecnologia può in pratica imparare a programmare diversi oggetti.”

 

Così ha esordito il co-fondatore di Arduino Massimo Banzi, intervistato da Paolo Mazzucato per Rai Alto Adige, nel descrivere la serie di schede elettroniche dotate di microcontrollore che ha rivoluzionato il mondo dell’elettronica.

Massimo Banzi è stato ospite lo scorso 8 giugno di un evento-lezione intitolato “Open sourcing immagination” ed ospitato dalla Libera Università di Bolzano.

 

Nel corso dell’incontro Banzi ha descritto i molteplici usi di Arduino, dalla dimensione ludica per realizzare ogni tipo di gioco a quella creativa, visto che anche molti artisti oggi usano questo mini-computer per sviluppare i loro progetti. Ma il co-fondatore di Arduino ha fatto naturalmente anche riferimento alle molteplici grandi aziende che oggi usano questo piccolo oggetto per testare e quindi realizzare i propri futuri prodotti.

 

Durante il programma radiofonico Zeppelin è stato ricordato che Arduino ha trovato applicazione anche nei contesti più incredibili e disparati. Com’è accaduto in Spagna, dove dei giovanissimi programmatori hanno inventato robot in grado di vincere i campionati di calcio, naturalmente nella loro speciale ’categoria’. Ma esistono anche i casi di piante che mandano mail se hanno sete e molto molto altro.

 

Massimo Banzi ha quindi ricordato il vero focus di Arduino e ovvero sua grande capacità di mettersi a disposizione dell’utente in maniera semplice ed immediata. Una capacità sviluppata attraverso il lavoro specifico degli ‘interaction designers’.

 

“Molti anni fa usare un computer era ancora una cosa molto complessa. Oggi nel nostro telefonino abbiamo una potenza di calcolo molto superiore rispetto a quella che ha mandato l’uomo sulla luna, ma invece noi la usiamo per mandare solo messaggetti tra di noi.”

 

Un altro aspetto cruciale di Arduino è la totale adesione alla filosofia dell’open source. Ovvero che il patrimonio delle conoscenze acquisite deve essere messo a disposizione di tutti gli altri e cioè condiviso. E’ stato proprio questo meccanismo a fare in modo che si sviluppasse intorno ad Arduino una comunità molto grande di persone (si parla di quale qualche milione) che di fatto nel progetto sono coinvolte a diverso titolo.

 

“Queste persone grazie ad Arduino imparano, strutturano e inventano cose. Spiegando poi su internet ad altri con meno conoscenze come fare cose complesse che una volta richiedevano un ingegnere elettronico molto bravo. In molti casi scrivono del software ed invece di venderlo e tenerlo segreto, rilasciano quello che fanno di modo che altre persone possano usarlo come base per costruirci sopra i loro progetti.”

 

Insomma: uno dei punti di forza di Arduino è quello di contribuire alla diffusione di competenze informatiche di programmazione tra i cittadini, permettendo veramente a tutti di innovare facendo uso di tecnologie complesse.

 

“In tutte le nostre famiglie c’è un amante del ‘fai da te’ ed all’inizio degli anni 2000 diverse persone hanno cominciato a combinare questo amore con la tecnologia utilizzando l’elettronica e la programmazione per costruire cose”, ricorda Massimo Banzi. Aggiungendo però subito che questo sistema pur molto ‘aperto’  consente comunque di creare aziende ed anche importanti, grazie all’enorme numero di prodotti che grazie ad esso possono essere sviluppati ed anche naturalmente commercializzati.