A processo Zerzer, Franzoni ed Engl

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La giudice dell’udienza preliminare Giulia Rossi ha deciso: l’ex direttore generale dell’Azienda Sanitaria Florian Zerzer, l’amministratore delegato della Oberalp AG Christoph Engl e il vicecoordinatore della task force Covid-19 Patrick Franzoni, andranno a processo per la vicenda delle mascherine cinesi, il cosiddetto Maskenskandal raccontato nel libro di Christoph Franceschini e Artur Oberhofer. Il processo inizierà il 26 gennaio.
Ai tre vengono contestati atti fraudolenti relativi a forniture pubbliche. L'accusa riguarda la prima fornitura di mascherine e tute protettive contro il Covid provenienti dalla Cina, avvenuta nel pieno della pandemia nella primavera del 2020.
I materiali erano stati acquistati – dopo una mediazione della ditta Oberalp – dall’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige e dalla Protezione Civile italiana. Entrambe le istituzioni si sono costituite parte civile nel procedimento. Il procedimento contro Franzoni per le assenze, invece, viene archiviato.
"Questa decisione - sottolinea la Oberalp in una lunga nota - riguarda un caso risalente a marzo 2020 (!) – ed è giunto il momento che gli imputati abbiano finalmente l’opportunità di convincere il tribunale della loro innocenza. Le indagini contro tutti gli altri rappresentanti della società Oberalp, l’azienda stessa e la maggior parte degli altri imputati sono già state archiviate; di conseguenza, le accuse originariamente rivolte a 16 persone e contro la società - è sempre l'azienda ad affermarlo - si sono già ampiamente sgretolate". Secondo Oberalp l'accusa originaria era emersa solo anni dopo quella che definisce un'azione di solidarietà. "Con questa operazione - si legge - di aiuto, com’è noto, l’azienda Oberalp aveva sostenuto l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige (ASAA) nell'organizzare, dalla Cina, il materiale protettivo necessario per la popolazione, in un momento in cui il mercato europeo ne era completamente privo. Questo procedimento giudiziario è una conseguenza spiacevole di quell’operazione di aiuto. Nonostante ciò, il presidente di Oberalp, Heiner Oberrauch, continua a perseguire con determinazione l’obiettivo di fare chiarezza sugli eventi del 2020, informando in modo trasparente e diretto l’opinione pubblica. L’operazione di aiuto fu estremamente complessa e articolata già all’epoca; tanto più ora, a oltre cinque anni di distanza, risulta difficile presentare in modo completo e coerente ogni dettaglio al tribunale. Non si mette in dubbio la scrupolosità della giustizia. Il processo ora in corso consente un quadro più ampio, auspicabilmente utile per chiarire ogni aspetto dei fatti.
"Siamo convinti che su questa base si potrà valutare come il nostro amministratore delegato abbia agito nell'interesse dell'azienda Oberalp", afferma Heiner Oberrauch. E aggiunge: "Il nostro unico obiettivo era sostenere il sistema sanitario altoatesino nell'approvvigionamento di materiale protettivo. Nient’altro". Si ricorda che: fu la Confindustria Alto Adige a contattare il presidente Oberrauch, quando la ASAA cercava disperatamente supporto. "Si trattò in ogni senso esclusivamente di un aiuto organizzativo e, in un secondo momento – su richiesta della ASAA e delle autorità politiche – anche di un anticipo finanziario di diversi milioni di dollari, per garantire rapidamente il materiale ordinato dalla ASAA contro eventuali acquisti da parte di altri acquirenti. La partecipazione incondizionata di Christoph Engl all'accertamento dei fatti è già emersa chiaramente durante le indagini e davanti al giudice, e continuerà a dimostrarsi nel corso del processo ordinario".
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