Kultur | Salto Weekend

JOMOHOMO

Il libro, edito da Ingrid Hora e Lisa Mazza, indaga il senso dell’ozio consapevole come forma militante in controtendenza allo stile di vita dei nostri giorni.
Buchvorstellung_1
Foto: ©ar/ge kunst, Bozen, Foto Hartmut Prünster, 2016

JOMO, Joy of missing out, descrive lo stato di inattività il cui obiettivo è vivere consapevolmente il qui e ora senza essere costantemente in attività sui social media. La struttura del libro riprende le 24 ore di una giornata, le pagine non sono numerate, ognuna di esse, suddivisa in cinque sotto-unità di 2 minuti ciascuna, ricopre un arco di tempo di 10 minuti.

00.00
prima pagina, nero. Dalle 00.00 alle 5.30 è notte, non accade nulla. Successivamente compaiono i toni di grigio e infine alle 6.00 è sorto il sole, sfondo bianco.

6.40
Leisure as an activity activity, il tempo libero come attività attività. Nel primo capitolo Lisa Mazza, dialogando con Ingrid Hora, pone l’attenzione sul nostro stato di attività continua, anche nei momenti in cui facciamo altro - come quando controlliamo email sul nostro smartphone mentre pedaliamo in bicicletta. Ingrid Hora racconta della sua esperienza presso la Peckham Library di Londra. Per un progetto di residenza artistica le fu chiesto di indagare sull’utilità delle biblioteche oggigiorno. L’artista notò diverse persone che frequentavano la Peckham Library per non fare apparentemente nulla. Riuscì a intervistarne alcune che le confessarono (come se si sentissero colpevoli) che soggiornavano in quel luogo proprio per non fare nulla, tuttavia le chiesero di rimanere anonime perché era il loro spazio rifugio di cui nessuno, neanche i loro cari, era a conoscenza. Giulia Palladini cita W. Benjamin e il concetto tedesco di Müßiggang che indica il darsi all’ozio, tuttavia le radici della parola spaziano da Muße (ozio, tempo libero, calma) a Muss (dovere).

11.40
Leisure as an effort, il tempo libero come impegno. Lisa Mazza riprende il ragionamento su Benjamin parlando di Saumseligkeit, l’assoluta assenza della fretta. Ingrid Hora sostiene che la consapevolezza della morte (memento mori) è una condizione caratteristica dell’età adulta che, se aggiunta agli impegni della vita, ci allontana da quello stato di grazia insito nell’ozio stesso. In I miss doing nothing Shumon Basar descrive l’immagine di una bambina totalmente impegnata nell’attività di colorare un unicorno disegnato. In seguito narra di un romanziere prima e dopo l’avvento del 4G (internet sul cellulare), una condizione senza possibilità di ritorno perché lo smartphone ci distrae da quello che ci sta intorno.

16:20
Leisure as a social contribution: il tempo libero come (forma di) contributo sociale. Lisa Mazza racconta la nascita delle rivendicazioni sindacali che portarono all’introduzione delle otto ore lavorative, per cui la giornata fu suddivisa in tre parti uguali, otto ore dedicate al sonno, otto al tempo libero e otto all’attività lavorativa. Questa conquista nell’ambito dei diritti dei lavoratori fece sì che il tempo libero fosse istituzionalizzato, che nascessero luoghi dedicati ad esso, citiamo il progenitore di tutti gli orti urbani, lo Schrebergarten.

18:40
Leisure as a movement, il tempo libero militante. Ingrid Hora ci narra dell’introduzione del Tangram in Europa, il primo gioco accettato dalla chiesa cattolica che consentì ai fedeli di giocarvi nel giorno del Signore. Emanuele Guidi espone una cronologia dello svago, partendo dalla nascita del Tangram nel primo secolo AC, passando per il Turnplatz di F. L. Jahn a Berlino e il cinematografo dei Fratelli Lumière giungendo poi alle colonie marittime volute da Adriano Olivetti e infine al divieto di inviare email di lavoro nei weekend, istituito in Francia nel 2016.

Scorrendo le pagine il testo è alternato ad immagini di opere di Ingrid Hora, quali attrezzi ginnici impossibili, grafici, fotografie e disegni.
Consigli per l’uso. È suggerito lasciarsi andare allo scorrere delle ore (pagine) senza farsi tentare da un messaggio sul cellulare o dall’urgenza si condividere su Facebook il fatto che si sta leggendo un libro d’artista, esteticamente riuscito nonché ironico ma capace di un’analisi sottile.