Il giornalismo d’inchiesta
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Il giornalismo online e la fruizione delle notizie
Nei giorni scorsi presso lo Smart-Lab di Rovereto si è tenuto l’ultimo dei public talk del Festival dell’Agenda 2030 di Tempora ODV, in cui si è affrontato il tema del giornalismo d’inchiesta. A parlarne sono stati il giornalista Christoph Franceschini di SALTO e Luca Pianesi, direttore del quotidiano Il Dolomiti (a destra).
Con uno scambio dialettico interessante, i due hanno raccontato cosa è il giornalismo d’inchiesta, illustrando anche alcune delle loro esperienze lavorative. Il discorso è iniziato tutto dal termine “verità”. Essa, secondo Luca Pianesi, è relativa ed è collegata al punto di vista di chi la racconta e di chi la sente. Parlare di verità, infatti, è rischioso tanto che anche durante un’inchiesta, è importante lasciare una porta aperta alle idee altrui.Mirare alla verità significa camminare su un terreno scivoloso, in quanto questo atteggiamento potrebbe portare ad essere seguiti solo da alcuni che hanno quel preciso punto di vista. Al contrario è molto importante aprire un dibattito per coinvolgere la società.Per Christoph Franceschini ci sono molti punti di vista e quindi non è possibile raccontare solo la propria verità, ma è giusto lasciare spazio anche ad altre prospettive sulle quali riflettere. Altresì si rischierebbe di fare propaganda e non giornalismo.
Alla parola verità va sostituita la parola “oggettività”, dando al lettore un messaggio grazie al quale egli possa riflettere.
Nel mondo digitale fare giornalismo d’inchiesta è molto diverso rispetto al farlo sul cartaceo; c’è infatti maggiore possibilità di mostrare documenti, video o addirittura di far ascoltare audio. Il tutto all’interno di un solo articolo. Anche per il direttore de Il Dolomiti è così, infatti secondo la sua opinione fare giornalismo d’inchiesta online vuol dire farlo in modo completo. Un lettore ad esempio, tramite un articolo online, può approfondire con i link che vengono inseriti al suo interno e questo permette di avere un quadro più chiaro delle varie situazioni. Certamente uno dei problemi più comuni, riguarda il fatto che spesso le persone non approfondiscono la notizia, fermandosi in superficie. Successivamente il giornalista Christoph Franceschini ci ha raccontato di alcune delle sue inchieste in Alto Adige, in particolare una sui trasporti e una riguardante lo scandalo delle mascherine in Alto Adige durante il periodo covid.
Nel libro intitolato Das Geschäft mit det Angst. Ein Südtiroler Wirtschaftskrimi l’autore racconta, appunto, dello scandalo delle mascherine. Queste ultime infatti, distribuite in tutto il territorio altoatesino, tramite alcune perizie si è dimostrato non essere efficienti e a norma. Questo ha portato ad uno scandalo vero e proprio e, ancora oggi, il caso è aperto, specialmente dopo l’uscita del libro. Tuttavia con la riforma Nordio, che vieta ai giornalisti la pubblicazione delle intercettazioni, è stato posto un vero e proprio bagaglio al giornalismo e questo sta portando a varie proteste. Non è giusto, infatti, che informazioni di interesse pubblico vengano tenute nascoste. Luca Pianesi ha aggiunto che quando si porta avanti un’inchiesta si spera sempre di essere gli unici a avere quelle informazioni e il giornalismo online, proprio per questo motivo, deve essere veloce. Nello stesso tempo la rapidità nel tirare fuori notizie non basta, serve anche la correttezza delle informazioni che vengono rilasciate.
Nell’incontro si è parlato anche di come i media affrontino il tema delle guerre in corso, in particolar modo quella tra Russia e Ucraina e quella tra Israele e Palestina. Entrambi gli ospiti hanno affermato che spesso le informazioni sono polarizzate, ma che grazie ad alcuni giornalisti che lavorano sul campo e condividono video e foto sui social, il racconto risulta essere più completo. Tuttavia per quanto riguarda la guerra tra Israele e Palestina è più difficile avvicinarsi a certe zone e di conseguenza avere un quadro più oggettivo e completo della situazione, non è così semplice. Per il giornalista di Salto.bz solo tra qualche anno si riuscirà a comprendere bene cosa sta accadendo, in quanto la propaganda è un mezzo per combattere le guerre e nella società c’è sempre molta pressione. Quest’ultima porta le persone a schierarsi, perché farlo è più semplice ed immediato, rispetto al prendersi tempo per riflettere su ciò che accade. In Alto Adige per fortuna c’è la possibilità di accedere alle notizie delle televisioni di tre o quattro stati e questo, fa sì che si veda meglio l’approccio diverso del giornalismo, nel riportare le notizie. I telegiornali italiani infatti, troppo spesso sono un insieme di gossip e spettacolo senza logica e per questo, definire cos’è verità da quello che non lo è, risulta davvero difficile.
“Io penso che la politica e l’affarismo siano mondi che funzionano con le loro regole. Per questo è bello mettere un sassolino tra le ruote di questi meccanismi. Far vedere la stampa c’è e li osserva; si tratta di un pezzo di democrazia importante”
Christoph Franceschini
Per Luca Pianesi l’online è molto meglio della tv, perché quest’ultima è un mezzo passivo, mentre nell’online in un certo senso sei costretto a verificare le fonti. Nelle testate italiane ci sono molte bufale che possono essere smentite tramite testate straniere. Alla domanda se il pubblico preferisce il gossip all’inchiesta, il giornalista Christop Franceschini ha risposto che il gossip sul momento paga di più, ma alla lunga, proprio come accade con le canzoni, il giornalismo fatto bene e di valore è quello che rimane. C’è una grande fetta di pubblico interessata ad un certo tipo di notizie meno superficiali ed è giusto che l’impegno prosegua.
“Noi possiamo anche scrivere cose che indignano, ma se poi le persone non si indignano va bene lo stesso. Bisogna capire cosa recepiscono le persone e l’impatto che ciò che scriviamo ha su di loro. Oggigiorno il mondo si sta spostando verso altri lidi spesso incomprensibili.”
Luca Pianesi
Anche per il direttore de Il Dolomiti è importante che un giornale online crei il proprio pubblico personale e che dia credibilità alle proprie notizie. Secondo Luca Pianesi sarebbe molto importante se nelle scuole ci fosse una formazione legata al come leggere e fruire delle notizie online con crotezio e non fermandosi solo al titolo. Entrambi gli ospiti sono concordi sul fatto che, dal momento in cui si scrive un articolo, non si sa cosa succederà. Prima di scoprire se quel pezzo ha creato qualche tipo di cambiamento, passa molto tempo e non è possibile dire in anticipo se quell’articolo avrà più o meno risonanza. In qualsiasi caso far vedere un pezzo di realtà non è mai sbagliato e un giornalista non deve chiedersi quanto ciò che scrive influenzi o meno il mondo.